Neofascismo in Italia: conoscere per riconoscere

Autrice
Maria Chiara Todaro


Foto di Erin Johnson | Fonte Flickr, CC BY-NC 2.0

Il secondo appuntamento del programma di seminari online organizzati dalla sezione dell’Anpi di Bruxelles, si è tenuto venerdì 8 gennaio 2021 con il titolo “Il neofascismo in Italia”. L’ospite della serata è stato Saverio Ferrari, direttore dell’Osservatorio Democratico sulle nuove destre.

Il punto di partenza per la comprensione del fenomeno del neofascismo in Italia è stato uno sguardo al passato, in particolare sulle varie fasi di formazione ed evoluzione delle destre italiane, molto spesso protagoniste di progetti eversivi. Uno dei momenti in cui più è avvertita questa tendenza è stato il periodo della strategia della tensione, progetto politico di tipo eversivo con schieramento anticomunista.

Ordine Nuovo è stato uno dei gruppi politici che si muoveva in questo senso, macchiandosi del compimento di molte stragi. Ferrari ci fornisce gli strumenti con cui riconoscere il neofascismo partendo da un’analisi dei denominatori comuni: «sono movimenti che si muovono contro la costituzione antifascista, denigrano i grandi movimenti di massa, sono contro la società multietnica e hanno una concezione integralista della famiglia».

Il neofascismo in Italia si organizza appena un anno e mezzo dopo la fine della Resistenza (durante la Guerra Fredda) nel Movimento sociale italiano (1946) che già due anni dopo raccoglie milioni di voti. Nel 1995 il MIS, sotto la guida di Gianfranco Fini, si trasforma in Alleanza Nazionale, un partito conservatore che si impegnava a superare l’eredità dell’ideologia fascista, riconoscendo la ragione storica dell’antifascismo, senza però ritenerlo “valore a sé stante e fondante”: è stata un’operazione politica strategica, a cui quasi la totalità dei militanti del MIS aderirono. Coloro che non accettarono questa “rinascita moderata” si raccolsero inizialmente nel Movimento Sociale Fiamma Tricolore, di cui Pino Rauti era segretario. Questa esperienza implode nel giro di pochissimi anni, dando vita a nuove formazioni politiche.

In questo momento, nel neofascismo italiano è in atto un’evoluzione. Sempre più marcate si stanno manifestando le tendenze ad assumere o ricercare riferimenti non più solo nel ventennio mussoliniano, ma direttamente nel nazismo.

La più vecchia è Forza Nuova che deriva dall’organizzazione eversiva Terza Posizione. Dopo la strage a Bologna dell’80 venne disarticolata a causa dei mandati di cattura ma si ricompone il 19 settembre del 1997 sotto un nuovo nome, prendendo come modello storico Guardia di Ferro, un movimento politico romeno di estrema destra e ideologicamente fascista, cristiano-integralista, ultranazionalista, antibolscevico e anticapitalista. Il numero di iscritti, pur dichiarati milioni, non supera i duemila. Forza Nuova promuove una campagna contro l’immigrazione e la società multietnica. Si muove a favore dell’uscita dell’Italia dall’Europa, dall’Euro e dalla NATO, caratterizzandosi per un forte integralismo cattolico.

Un’altra formazione molto rilevante è CasaPound che nasce nel 2003 come centro sociale fascista nel centro di Roma. Si chiama così in omaggio a Ezra Pound, poeta antisemita che appoggiò il fascismo. Provengono dalla Fiamma Tricolore, da cui fuoriuscirono dando vita a un proprio partito. La loro lotta è condotta contro la società multietnica, a favore dell’adozione delle armi nucleari, dell’uscita dalla NATO, della leva obbligatoria e di un controllo della cultura attraverso lo Stato. CasaPound cerca di interagire con la gioventù, dando vita a tante associazioni collaterali che catturano l’attenzione dei giovani, anche attraverso l’uso di strumenti moderni come internet, il web e la musica. I tesserati sono poco più di seimila.

La strategia discorsiva di queste destre estremiste si serve della teoria secondo cui ci sia la necessità di difendere il “suolo” e il “sangue”, minacciati dalla “invasione extracomunitaria”, di tutelare la propria “comunità”, la propria cultura, tradizioni e religione, “aggredite” dall’integrazione economica e dalla globalizzazione. Questi militanti credono nella teoria del sostitutismo, che sostiene l’esistenza di un’operazione finalizzata a sostituire il lavoratore bianco con il lavoratore nero, più disposto a rinunciare ai propri diritti (piano Kalergi). Vi è, inoltre, una facile propensione all’uso ed esercizio della violenza. Un altro fattore di pericolo è il collegamento di questi movimenti con le destre italiane, in particolare Fratelli d’Italia e Lega Nord.

Il rifiuto della mescolanza, l’ossessione identitaria, una democrazia che diventa sempre più fragile, l’impoverimento delle classi medie, la rabbia accumulata a causa della pandemia e delle sue conseguenze di certo rendono il contesto in cui viviamo molto fragile. Tuttavia, il nostro punto di rifermento deve essere la nostra Costituzione Repubblicana che contrasta con ogni forma di autoritarismo, di populismo, di intolleranza e, quindi, con ogni tipo di fascismo.


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