Un digiuno a staffetta per fermare i respingimenti in Bosnia dal 17 gennaio

Tutte le vite valgono!


digiuno a staffetta per fermare i respingimenti in Bosnia

In Bosnia migliaia di migranti, in cammino lungo la Rotta balcanica, rischiano di morire per stenti e assideramento mentre vengono respinti ai diversi confini. Rifacendosi ai principi ispiratori dell’azione politica nonviolenta da domenica 17 gennaio la Rete Diritti Accoglienza Solidarietà Internazionale FVG promuove un digiuno a staffetta per fermare i respingimenti in Bosnia e che coinvolgerà ogni giorno più persone per:

  • chiedere a tutti i Governi dell’Unione Europea e in primis al Governo italiano di porre immediatamente fine ai respingimenti tra Italia, Slovenia e Croazia. Migliaia di persone vengono rigettate in Bosnia, dopo aver subito violenze e vessazioni ampiamente documentate, in aperta violazione delle leggi europee e della Costituzione della nostra Repubblica che tutelano il diritto d’asilo;
  • attuare un piano di ricollocamento tra tutti i Paesi UE dei rifugiati bloccati in Bosnia che permetta una effettiva protezione e alleggerisca la Bosnia, Paese con risorse limitate e ancora diviso al proprio interno, delle responsabilità che la UE non vuole assumersi;
  • aiutare la Bosnia a realizzare un progressivo programma di accoglienza e protezione dei rifugiati adeguato alle sue possibilità, escludendo la creazione, finora invece favorita, dei campi di confinamento nei quali isolare i rifugiati in condizioni indegne.

Il digiuno coinvolgerà ogni giorno donne e uomini che da diverse località si alterneranno nell’arco delle settimane. Ci si augura che, una volta avviato in Friuli Venezia Giulia, possa essere condiviso da persone, associazioni, movimenti, che sono impegnati nella difesa dei diritti umani nell’area balcanica e ovunque in Italia e nel mondo.

digiuno a staffetta per fermare i respingimenti in Bosnia

Partecipa al digiuno a staffetta per fermare i respingimenti in Bosnia!

In questo rigido inverno, nel mezzo di una drammatica pandemia che colpisce soprattutto i più poveri e deboli, si consuma, a poche centinaia di chilometri dal confine orientale italiano, l’ennesimo fallimento della politica che dovrebbe tutelare la vita di ogni essere umano.

Da settimane, nell’area di Bihac, in Bosnia, dopo la chiusura e l’incendio della tendopoli di Lipa, migliaia di giovani afghani, iracheni, pachistani, siriani, africani, da anni bloccati lungo la Rotta balcanica, vagano nei boschi e nelle campagne, rischiando la morte per stenti e assideramento. Nel rimpallo delle responsabilità tra il governo centrale della Bosnia e quello cantonale, nessuna soluzione si è ancora individuata. I migranti abbandonati di Lipa si aggiungono alle migliaia di uomini e donne precariamente sistemati nei diversi campi della Bosnia nord-occidentale, dove è in atto un’emergenza umanitaria.

Si denunciano le responsabilità dell’Europa e dell’Italia nell’attuazione dei respingimenti a catena, chiamati “riammissioni informali”, messi in atto da Italia, Slovenia e Croazia nei confronti dei migranti. Si tratta di dispositivi illegittimi, attivati dalle polizie di frontiera. Dispositivi finalizzati a ricondurre in Bosnia uomini, donne e minori che aspirano a una protezione umanitaria, dopo aver tentato, a volte per anni, di attraversare i Balcani. Questi migranti, spesso rappresentati come possibili propagatori del Covid-19, sono deliberatamente esclusi dall’Europa, che stanzia cospicui finanziamenti (quasi 100 milioni di euro) per tenerli fuori dai propri confini anziché attuare, nei loro confronti, politiche di accoglienza, integrazione e tutela sanitaria.

Di fronte a tale situazione, oltre alla raccolta di fondi per interventi umanitari, si sente il bisogno di un coinvolgimento più profondo nelle vicende che riguardano migliaia di persone bloccate lungo la Rotta balcanica.

Per  partecipare  al  digiuno  inviare  la  propria  adesione  a: [email protected]

indicando il Comune di residenza, la professione o il ruolo sociale/istituzionale, allegando una vostra foto con cartello e scritta #rottabalcanica #norespingimenti. Si può in alternativa realizzare un video di non più di 30 secondi in cui esporre il motivo della vostra partecipazione.

I materiali raccolti verranno pubblicati sul sito e le pagine FB della Rete DASI FVG.


digiuno a staffetta per fermare i respingimenti in Bosnia

#rottabalcanica #norespingimenti Rete DASI FVG: http://sconfini.net/


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