Il nuovo Patto di Collaborazione della Città di Torino sull’Antirazzismo

Fabrizio Caridi

All’avviso pubblico della creazione di un Patto di collaborazione per l’inclusione dell’Antirazzismo tra i Beni Comuni della città, hanno risposto oltre 50 soggetti e associazioni, tra cui il Centro Studi Sereno Regis. Attraverso la chiamata dell’Ufficio Diritti dell’area giovani e all’Assessorato alle Pari Opportunità si è creato lo spazio di discussione, di conoscenza e di condivisione dei valori dell’assemblea, riunitasi inizialmente nel luglio 2020.

Non esistendo ancora un’unica linea giuridica nazionale sulle disposizioni per la gestione dei Beni Comuni sono molte le comunità cittadine che a fianco dell’amministrazione utilizzano lo strumento del Patto di Collaborazione come nuovo  strumento. L’attivarsi di soggetti civici, o associazioni, riconosciuti o nuovi in progetti di sussidiarietà, legati ai luoghi fisici, per l’amministrazione condivisa costituisce lo scenario attuale. Lo scorso anno la Città di Torino ha deliberato il regolamento che sancisce le norme per la gestione dei beni comuni.

Pertanto adesso esistono diversi regolamenti per la tutela dei beni immateriali in Italia. Il caso più noto è quello della Città di Bologna che firma il Patto per la tutela dei diritti della comunità LGBTQI come strumento di contrasto alle discriminazioni di genere.

Il Patto di Collaborazione non è una richiesta di patrocinio per un’attività particolare dell’Associazione, bensì un vero e proprio percorso di riconoscimento di bisogni, obiettivi e azioni co-gestite con l’Ente Pubblico. Il processo di scrittura, partito in giugno a Torino, affronta l’Antirazzismo secondo la filosofia politica dei Beni Comuni.

L’aspetto più importante è quindi la stesura collettiva del Patto e – una volta stilato – raggiungere molte persone con le attività proposte e portate avanti per compiti e ruoli stabiliti. I temi trasversali che includono questo primo bene comune “immateriale” sono: l’identità sessuale, la disabilità, il lavoro e la loro relazione con l’età demografica del territorio (giovani e anziani).

Cosa rende il processo davvero Comune?

Dagli incontri coordinati inizialmente dall’Ufficio Diritti del Comune di Torino sono emerse anche quattro aree di lavoro, in cui le associazioni collaborano per la scrittura condivisa del nuovo Patto.

I gruppi di lavoro riguardano quindi l’accesso ai servizi, le narrazioni interculturali, empowerment dei cittadini e l’educazione promuovendo azioni e proposte collettive di intervento secondo una logica paritetica con il comune di Torino.

Questi tavoli aperti di dibattito diventeranno nell’arco della scrittura occasione libera di confronto e scambio di materiali tra le associazioni che si impegnano primariamente per la diffusione di questi ideali.  

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