Recupero dell’antirazzismo. Riflessioni su collettività e solidarietà nelle organizzazioni antirazziste
Il 2020 ha visto i movimenti antirazzisti prendere slancio e rispondere al razzismo istituzionalizzato. Ad ogni modo, nonostante i progressi fatti, l’individualismo e la frammentazione continuano a minare la solidarietà e a depoliticizzare le lotte antirazziste. Questo documento analizza come muoversi verso un orizzonte antirazzista politicizzando le lotte antirazziste, analizzando la funzione del razzismo e organizzandosi collettivamente contro le strutture che lo sostengono, rendendo l’antirazzismo un pilastro per l’emancipazione di chi non ha nulla.
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Il 2020 verrà ricordato come l’anno delle rivolte antirazziste e contro la polizia, sotto lo stendardo del movimento Black Lives Matter (BLM), che, in risposta all’omicidio di George Floyd per mano di agenti di polizia il 25 maggio, ha portato milioni di persone a protestare nelle piazze di tutto il mondo, non solo negli USA. Gli attivisti e gli organizzatori delle manifestazioni hanno preso sul serio il rinnovato interesse verso l’antirazzismo e l’energia che ha generato; quest’entusiasmo dev’essere tuttavia mitigato dalla consapevolezza che le manifestazioni simili, in passato, hanno portato a battute d’arresto e sconfitte. Soprattutto, bisogna ricordare che l’antirazzismo non può essere ricondotto ad una singola linea di pensiero o di azione, ma incarna degli impulsi contraddittori e conflittuali. L’antirazzismo può prendere varie forme e direzioni, com’è emerso a seguito delle diverse risposte, negli USA e nel resto del mondo, alle manifestazioni del BLM.
La spinta verso l’emancipazione e l’abolizionismo si affianca alla spinta verso politiche di rappresentanza e imprenditorialità degli afroamericani. I dibattiti generati dal BLM sono caratterizzati da differenze ideologiche, teoretiche ed organizzative, e sono inoltre modellate da tendenze più vaste e sviluppi storici.
Aldilà dell’iniziale momento di spinta, dopo che l’omicidio di George Floyd ha riacceso le campagne del BLM, è diventato evidente come i movimenti antirazzisti abbiano bisogno di raccogliere le richieste e le sfide degli specifici contesti nazionali. Questo obiettivo richiede di aver a che fare con progetti e tendenze a lungo termine, i quali hanno spinto alla regressione l’agenda antirazzista, così come le politiche più di sinistra e radicali.
Le aree indicate per la riflessione, in questo articolo, sono interconnesse e si rafforzano a vicenda. Piuttosto che essere spinti da un singolo evento lineare (come la marcia del neoliberalismo o l’ascesa delle cosiddette politiche d’identità), queste sono la somma di sviluppi storici che hanno modellato determinate tendenze già presenti all’interno del pensiero antirazzista. Questi sviluppi sono multicentrici, modellati dalle agende governative e dalle politiche locali, e contengono contraddizioni interne ad ogni forma di organizzazione politica.
Questo documento affronta alcuni tra questi sviluppi e contraddizioni, e sottolinea il perché debbano essere superati al fine di sfruttare il potenziale liberatorio dell’agenda antirazzista. Ciò implica necessariamente un progetto socialista che rende l’antirazzismo un principio guida, più che una serie di richieste individuali.
Fonte: The Transnational Institute (TNI)
http://www.tni.org/en/antiracism
Traduzione di Edoardo Vaccaro per il Centro Studi Sereno Regis
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