Humans, terza tappa: Cipro, la “linea verde” si perde nel cielo | Benedetta Pisani intervista Marina Kyriakou

Disegno di Margherita Caretta

La prossima protagonista di HUMANS è una meravigliosa donna, un’entusiasta professionista e amante instancabile della vita. Oggi, Marina Kyriakou, architetta formata tra Strasburgo e Amsterdam – dove vive attualmente – condividerà con noi qualcosa di prezioso… La sua amata Cipro.

Risale al 1974 la storica divisione dell’isola tra la Repubblica di Cipro, abitata prevalentemente dalla comunità greco-cipriota, e la Repubblica Turca di Cipro, a maggioranza turco-cipriota. La “linea verde” tracciata in quell’anno, segnava i confini di una disputa che ancora oggi rimane irrisolta.

Quali sono le cause storiche dell’ostilità tra Nicosia e Ankara?

MARINA

Beh, per me è sempre stato un po’ difficile parlare di questioni politiche. Sono cresciuta in un’isola profondamente divisa e ho sentito ognuno raccontare la propria versione dei fatti. Alla fine ho capito che “non esiste un’unica verità”… La posizione geografica di Cipro è molto strategica, trovandosi in un punto di intersezione tra tre continenti. Gli scambi tra turchi e ciprioti sono iniziati secoli fa, attivando dinamiche di potere e conflitti di interessi che sono degenerati nelle drammatiche ostilità che oggi caratterizzano l’intera regione.

Quali le conseguenze sul popolo cipriota, in termini di violazione dei diritti umani?

MARINA

La sensazione generale è quella di una vera e propria “crisi di identità”. Tra i ciprioti è forte il senso di incertezza rispetto alle proprie origini e azzardo a dire che c’è anche una traccia di “vergogna” rispetto al passato. È difficile per le persone accettare le condizioni in cui sono nati e questo di certo non aiuta a creare un futuro sostenibile per le nuove generazioni che vivono sull’isola. La Linea Verde è uno spazio assurdo… La divisione di un’isola così piccola come Cipro ha contribuito a generare tra i suoi abitanti un sentimento di “smarrimento”, come se fossero rifugiati nel loro stesso paese. La libertà di movimento è limitata e quella di espressione è stigmatizzata da visioni nazionalistiche e dal politically correct.

E in che modo le Nazioni Unite sono intervenute (se l’hanno fatto) per difendere l’indipendenza, l’unità e l’integrità territoriale dell’isola?

MARINA

La zona cuscinetto voluta dalle Nazioni Unite è riuscita a mantenere la pace tra le comunità, evitando l’impatto drammatico e terrificante della guerra. Tuttavia, la libertà di movimento è controllata e limitata dalle zone demilitarizzate, e la separazione fisica tra le persone rende la riunificazione ancora più difficile da realizzare. Quindi, anche se la taskforce dell’ONU per il mantenimento della pace impedisce lo scoppio del conflitto, l’assenza di scambi e interazioni tra le due metà di Cipro sostiene una serie di convinzioni e prese di posizione malsane.

Un’introduzione storica era necessaria per poter inserire nell’ambito della più ampia “questione cipriota” l’attuale disputa energetica tra il governo greco-cipriota e la Turchia.

La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare stabilisce che le acque territoriali di un Paese si estendono per 12 miglia nautiche, ma la propria Zona Economica Esclusiva (quella in cui lo Stato può rivendicare diritti di pesca, estrazione mineraria e trivellazione) può estendersi fino a 200 miglia e, quando la distanza tra due Paesi è inferiore a 424 miglia, i confini della ZEE dovranno essere stabiliti con un accordo di demarcazione.

La Turchia non ha firmato questa Convezione e nel 2019 ha avviato in alcune aree del Mediterraneo orientale delle attività di trivellazione, ritenute illecite dalla comunità internazionale (la quale, tra l’altro, non riconosce la Repubblica Turca di Cipro come entità giuridicamente legittima). Il ministro degli Esteri di Cipro, Nikos Christodoulides, ha definito l’attuale situazione nel Mediterraneo orientale “inaccettabile”, poiché limita gravemente i diritti della popolazione cipriota.

E a proposito di limitazione dei diritti… Non troppo tempo fa, il Parlamento di Cipro ha rigettato a grande maggioranza l’accordo commerciale fra UE e Canada, considerato dannoso non solo per i piccoli imprenditori locali, non prevedendo alcun tipo di tutela contro le imitazioni dei prodotti tipici dell’agroalimentare cipriota, ma anche per la salute dei consumatori, in vista dell’abbassamento degli standard qualitativi legato all’uso più ampio di pesticidi da parte delle aziende agricole canadesi.

Quali partiti hanno preso parte all’opposizione parlamentare mossa contro il CETA? E quali potrebbero essere le conseguenze della mancata ratifica dell’accordo, a livello economico e ambientale?

MARINA

I socialisti e i verdi si sono opposti al CETA non solo perché questo accordo non fornisce un’adeguata protezione del formaggio Halloumi, minando così al futuro dei piccoli produttori locali, ma anche perché promuove il commercio di prodotti geneticamente modificati. Non ho idea di quali potrebbero essere le conseguenze di questa mancata ratifica ma spero che venga portata avanti una battaglia per superare le barriere al commercio equo e sostenibile tra i paesi. Nel 2020 è inaccettabile che gli standard qualitativi vengano ridotti per trarre maggiore profitto,  ignorando totalmente l’impatto di tale negligenza sulla salute umana e sull’ambiente.

Marina è una delle ideatrici del progetto G.R.O.W.,uno strumento verde di difesa della dignità dell’uomo e dell’ambiente, un modello d’interazione tra le comunità cipriote in un contesto eco-sostenibile, auto-sufficiente e, soprattutto, senza confini… il cielo. Si tratta di garden roof, veri e propri orti cittadini sui tetti dei palazzi di Cipro, dove l’obiettivo sociale di inclusione si connette profondamente con quello ambientale di sostenibilità, dando vita a un “community space” che promuova la salute, il benessere e la felicità delle persone.

Com’è nato il progetto G.R.O.W.? In che modo tu e gli altri componenti del team avete lavorato per elaborare un’idea così bella e originale?

MARINA

L’assenza a Nicosia di uno spazio pubblico non interrotto dalla Linea Verde genera una sgradevole sensazione di “soffocamento”. I vicoli ciechi, le transenne e i divieti d’accesso ci impediscono di esplorare la nostra stessa città. Così, il team di G.R.O.W ha suggerito l’idea di utilizzare i tetti dei palazzi come spazi comuni dai quali poter apprezzare il panorama della nostra Nicosia, nella sua unicità e interezza. Quando sei sul tetto, i confini si dissolvono… Semplicemente non esistono più. E la città è riunificata sotto un unico cielo blu. Il team di GROW è multidisciplinare così che ogni singolo membro possa offrire una qualità unica e delle conoscenze fondamentali per arricchire il progetto e migliorarlo di giorno in giorno.

Puoi spiegarci quali sono gli obiettivi che intendete perseguire nel medio e nel lungo periodo?

MARINA

Stiamo iniziando a misurare l’impatto positivo della nostra idea sulla comunità e cerchiamo costantemente tetti disponibili per realizzarla… oltre ai fondi necessari per far partire il progetto, ovviamente! Nel lungo termini, l’obiettivo è quello di creare uno spazio verde sopraelevato che sappia riunire una città in nome della pace e della sostenibilità!

L’obiettivo di HUMANS è di “unire l’utile al dilettevole”, condividendo storie, esperienze di vita e testimonianze dal mondo, e conducendo un percorso parallelo alla ricerca della felicità. Non può mancare, quindi, la fatidica domanda conclusiva…

Marina, cos’è per voi la felicità?

MARINA

La felicità è una concezione della vita. È possibile raggiungerla anche nei momenti più difficili se ci si convince che non tutti i mali vengono per nuocere… Mi ci sono voluti molti anni prima di realizzare che “essere felici” non è il prodotto finale di un processo o il risultato di specifiche condizioni. Ora sono consapevole che la felicità è una scelta e sta a me sceglierla ogniqualvolta dovessi avvertirne la mancanza, per un motivo o per un altro… La natura, gli esseri umani a cui sono particolarmente connessa e la vita in sé sono le piccole cose che mi rendono felice. E mi sento fortunata perché posso avere tutto questo in ogni momento della mia giornata. 

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