La proposta di pace per la Siria in video animazione


In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il gruppo di volontari di Operazione Colomba, il Corpo Nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII ha presentato una video animazione per raccontare la Proposta di Pace per la Siria scritta insieme ai profughi siriani conosciuti nelle tende dei campi nel nord del Libano.

Il video

A partire dal 2013 i volontari condividono, oltre alle difficili condizioni dei campi, anche le speranze e il desiderio di tornare a casa di migliaia di rifugiati siriani.

Hanno quotidianamente toccato con mano la durezza di una vita di povertà, l’impossibilità per tanti bambini di andare a scuola, degli adulti di trovare un lavoro degno, di tutti di avere accesso alla sanità e una mancanza di futuro.

la guerra in Siria non finisce, né finiscono le condizioni di persecuzione e pericolo che hanno causato la fuga di 10 milioni di siriani.

La proposta

Insieme hanno cercato di proteggere chi vedeva ogni giorno violati i propri Diritti Umani fondamentali e cercava accesso a documenti e cure mediche; hanno dato vita, insieme ad altre realtà, a Corridoi Umanitari per l’Italia e insieme hanno scritto una Proposta di Pace per il loro Paese, la Siria.

La Proposta è il risultato di anni di lavoro delle comunità di rifugiati siriani nel nord del Libano e in tutto il mondo, di civili che non appartengono a fazioni politiche e credono ancora in mezzi nonviolenti per porre fine alla guerra in Siria e tornare alle loro case.

Una Proposta nata parlando con le persone che più hanno pagato, anche con la vita, il prezzo di una guerra, tra le tende, tra pianti e sorrisi, neve e caldo soffocante.

Questa Proposta è stata portata a diverse cancellerie europee, alle Nazioni Unite, al Parlamento Europeo, al Vaticano, a numerose Istituzioni e Associazioni italiane.

La diffusione e la conoscenza di questo video, nato tra le vittime della guerra, necessitano della solidarietà dell’opinione pubblica e vanno nella direzione di creare alleanze costruttive per guarire le ferite della guerra e fare spazio a proposte che non siano di morte ma di vita.


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