Come realizzare una guida per giovani imprenditori responsabili

Benedetta Pisani

È il 23 febbraio e l’aereo, trepidante ed emozionato quasi quanto me, atterra in anticipo a Madrid. Da giorni, mille dubbi mi annebbiano la mente… Sarò all’altezza di contribuire, anche in minima parte, al successo del progetto? (Come realizzare una guida per giovani imprenditori responsabili) Farò amicizia? E l’inglese?! Riuscirò a esprimermi e a comunicare sempre tutto ciò che mi frulla per la testa?

Mentre viaggio nei miei pensieri, Frans, Tetiana e Vitaly mi stanno aspettando agli “Arrivi”, con un amabile sorriso di benvenuto.

Dicono che la prima impressione sia quella giusta. Io, in realtà, non ci ho mai creduto troppo… Credo, piuttosto, nell’arte dell’attesa. Aspettare che l’altro sbocci e donargli, nel frattempo, fiducia e attenzione.

Quel giorno, però, mi sono affidata all’istinto. L’avventura poteva cominciare.

una guida per giovani imprenditori responsabili

Alle 10.30 di sera, insieme ad altri 21 giovani peace-builders, provenienti da tutta Europa (Polonia, Ucraina, Spagna, Grecia, Cipro, Italia, Francia, Belgio, Olanda), approdo nella piccola e accogliente Rascafrìa, che un po’ mi ricorda Torino… Chissà, forse per quelle meravigliose montagne innevate che hanno guidato le mie passeggiate mattutine.

una guida per giovani imprenditori responsabili

Il primo giorno, dopo un intenso dibattito sul concetto di pace come base imprescindibile per avviare una social enterpreneurship di successo, abbiamo creato un coloratissimo murales di parole,  scenografia di una ricca e bellissima settimana.

una guida per giovani imprenditori responsabili

La giornata cominciava con la tipica colazione catalana, a base di pan tumaca (una deliziosa bruschetta di pane con salsa di pomodoro) e cafè con leche, che gustavamo con tranquillità, seduti tutti insieme intorno al tavolo dei “Libre Pensadores”.

Con le pance piene e un gran sorriso assonnato, eravamo pronti per la prima sessione del mattino, durante la quale ciascuno di noi ha avuto la possibilità di svelare agli altri un po’ di sé, esponendo argomenti di qualunque genere, dall’epistemologia “strada”, a consigli pratici per avviare un’impresa  gender responsive, fino ad arrivare a rompere il tabù sul ciclo mestruale, parlandone apertamente e coinvolgendo anche gli uomini nel dibattito.

L’obiettivo finale di questa intensa settimana di formazione era di introdurci nel mondo delle social enterpreneurships, delineandone, per quanto possibile, gli elementi caratteristici, gli strumenti fondamentali e alcuni consigli per cominciare con il piede giusto. Tra poche settimane sarà online una guida per giovani imprenditori responsabili, risultato di un meraviglioso lavoro di squadra. Piccolo spoiler…

“Do not work alone: ask for support, build networks and look for skills different from yours.”

È il 29 febbraio e il motore dell’autobus irrompe con delicatezza nel surreale silenzio che avvolge l’Albergue Juvenile Los Batanes.

La settimana è volata, ma a tutti sembrava di essere lì da una vita.

Era ora di tornare a casa. Di tornare alla realtà. Ma non è stata anche quella una bellissima realtà, seppur breve?

Grazie Rascafrìa per averci donato giorni sereni, sorrisi gentili, profondi legami e speranza per un bel futuro.


Illustrazioni di Margherita Caretta


 

3 commenti
  1. Jorge
    Jorge dice:

    Woooow! I think I would have not been able to describe these feelings around social entrepreneurship, a project and the people on it.
    Thanks for it! Nice article :)) (and illustrations!)

    Rispondi

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