Australia: primo inquinatore mondiale per gas-serra pro-capite | Gideon Polya

L’Australia con lo 0,33 % della popolazione mondiale ha emissioni dirette di gas a effetto serra (GES) al 2.5% di quelle mondiali, e indirette (comprensive dell’esportazione di gas naturale liquefatto – di cui è leader mondiale – al 5.4% dell’inquinamento GES mondiale annuo. L’Australia è inoltre fra i maggiori esportatori di carbone, minerale di ferro e gas – emittenti impliciti di GES, particolarmente quest’ultimo considerandone la dispersione in atmosfera e il Potenziale di Riscaldamento Globale (PRG) del metano (CH4), suo costituente all’85%, 105 volte quello di un’uguale massa di anidride carbonica (CO2) su una scala temporale di 20 anni, compresi effetti aerosol; pertanto l’effetto climalterante dell’alimentazione a gas delle centrali elettriche può essere peggiore che del carbone.  Tuttavia un’Australia politicamente ed economicamente insensibile all’evidenza scientifica (i partiti di governo – Liberal (destra) e National (estrema destra) – e d’opposizione – Labor (centrodestra), esclusi i soli Verdi) è pervicacemente impegnata nel massiccio sfruttamento delle riserve di gas disponibili, sia convenzionali che non (da scisti e sabbie bituminose), incurante che sia una politica miope, ecocida, specicida, e potenzialmente omnicida/terracida, folle emula dell’idiota atteggiamento negazionista antiscientifico e anti-ambientale dell’amministrazione Trump in USA, fiera della propria dissolutezza figlia di avidità neoliberista e razzismo.

L’obiettivo ideale di un aumento di temperatura media globale entro 1.5°C [rispetto agli anni 1980 inizio dell’allarme politico] concordato all’apposita conferenza di Parigi del 2015 è adesso avviato ad essere superato entro 10 anni, rendendo inevitabile il temuto aumento di 2°C, ritenuto catastrofico da tutti i governi partecipanti – salvo appunto gli irresponsabili USA e il loro lacchè Australia. All’umanità non resta che rendere “meno gravi” le conseguenze di tale aumento, affrontando la minaccia incombente di un massiccio rilascio di CH4 dall’Artico, “bomba di metano” innescata e foriera di estrema devastazione per l’umanità e anzi l’intera biosfera entro un secolo.

Intanto, grazie alla cieca avidità omicida di paesi criminali climatici come l’Australia, l’aumento attuale di 1,1°C sta già sconvolgendo nazioni insulari. Per mitigare gli effetti dell’aumento di 2°C l’Australia dovrebbe intervenire ora su ben 16 parametri/attività climalteranti:

  1. inquinamento annuo pro-capite da GES;
  2. esportazione di bestiame vivo metanogeno,
  3. esportazione di gas naturale;
  4. accesso mediante fratturazione idraulica (fracking) a reserve di gas di scisto;
  5. esportazione di carbone;
  6. dissodamento di terre, deforestazione ed ecocidio;
  7. specicidio (estinzione procurata/agevolata);
  8. distruzione di barriere coralline;
  9. uccisione di balene e loro minacciata estinzione mediante impoverimento della popolazione di krill;
  10.  superamento assoluto del bilancio d’emissione di carbonio;
  11.  Debito da Carbonio [emesso con “indennizzo” a paesi virtuosi] pro-capite:
  12.  esportazione di minerale di ferro, con generazione indiretta di GES;
  13.  inerzia generale rispetto al cambiamento climatico;
  14.  [complicità in] genocidio climatico e rischio omnicida/terracida;
  15.  aumento nazionale delle emissioni GES contro l’impegno di Parigi 2015 al loro calo;
  16. complicità negli 8 milioni di morti annue da inquinamento atmosferico per combustione fossile – con quota Australiana di 75.000 all’estero e 10.000 all’interno (e contributo 15 volte maggiore della media mondiale pro-capite, prevalentemente dovuto al ruolo primario d’esportazione di carbone e gas).

Ma per il criminale governo di coalizione australiano è “business as usual” – alla faccia di un mondo alle prese con un’emergenza climatica e relativo (sempre meno strisciante) genocidio: già  1 milione di morti annue per clima in peggioramento (con prevedibili 10 miliardi nel corso del secolo procedendo verso una popolazione umana globale sostenibile solamente di 0.5-1.0 miliardo).

Il primo ministro Scott “Scomo” Morrison ha giusto annunciato la più recente mossa irresponsabile del suo governo: un “gas deal” da 2 miliardi di dollari australiani [1,35 mld $ USA] con il maggiore stato della federazione, il New South Wales (NSW). Dall’Australian Financial Review: “L’accordo comporterà che il NSW estragga gran quantità di gas per l’uso domestic in cambio della costruzione di nuovi interconnettori, la sottoscrizione di nuovi generatori energetici non a carbone, e il finanziamento di progetti di riduzione delle emissioni.…Cardinale per l’accordo sarà il reperimento da parte del governo NSW di altri 70 petajoule/1,29 milioni di t. annui di gas per il mercato interno della costa orientale; che potrebbe essere conseguito con un’ulteriore afflusso di gas attraverso Port Kembla ma più probabilmente con l’assenso all’estrazione di gas dai terreni di Narrabri [filone carbonifero del NSW]”.   Morrison ha erroneamente affermato: “Non c’è alcun programma credibile di riduzione delle emissioni mantenendo bassi i prezzi dell’elettricità che non comporti un maggior utilizzo di gas come importante combustibile di transizione”. Posizione sconfessata dai critici scientificamente informati, come Georgina Woods (dell’associazione contadina anti-fracking, anti-gas-da-filone-carbonifero “Lock The Gate” [Serra il portone]: “Le comunità rurali non devono essere costrette a sacrificare terra, acqua e la loro sicurezza economica in nome del rapido sfruttamento di una risorsa sporca come il gas da filone carbonifero, altamente inquinante con la sua dispersione di gran quantità di metano, e che non farà nulla per ridurre le emissioni di carbonio”. Il senatore dei Verdi del NSW Mehreen Faruqi : “Minaccia il Gran Bacino Artesiano, le risorse vitali degli agricoltori, la sicurezza alimentare, e la Foresta Pilliga, possente e ricca in biodiversità. E’ chiaro che il governo federale e quello del NSW han già preso una decisione politica per far sì che questo progetto vada avanti”. Adam Bandt (deputato federale dei Verdi): “Il NSW sta facendo un patto climatico col diavolo, blindando il livello d’inquinamento che farà saltare i vari obiettivi d’emissione australiani avviandoci a una catastrofe climatica. Come GES il metano è 86 volte più potente che l’anidride carbonica. Il primo ministro sta cercando di infinocchiare la gente con una finta azione climatica, ma l’annuncio odierno e poco più che criminalità climatica”. Che sta in quali rapporti con la scienza?

Esposta qui di seguito c’è una dettagliata analisi quantitativa che mostra (fra varie altre cosucce sorprendenti) che l’investimento di 2 miliardi di dollari [australiani] dei contribuenti nell’affarone del gas Morrison-Berejiklian risulterà inevitabilmente in un Debito da Carbonio annuo di 3,1 mld A$ per le future generazioni, ossia 31 mld A$ per il prossimo decennio (tenendo presente che l’attuale bilancio annuo per la difesa è di circa 35 mld A$ e che si spende annualmente altrettanto in sussidi alle religioni organizzate).

* [Omesse 12 dimostrazioni analitiche delle precedenti accuse]

Commenti conclusivi sul contrasto a falsità, mistificazioni e inerzia al cambiamento climatico

Come percepito al Vertice d’Emergenza Climatica Nazionale Australiano 2020 tenutosi il 14 e 15 febbraio u.s., l’Australia e il mondo hanno di fronte un’emergenza climatica che esige azioni urgenti. Purtroppo prevale la lobby dei combustibili fossili sostenuta da un esercito di giornalisti, politici, accademici, commentatori e sostenitori di cordate settoriali mainstream. Tuttavia l’evidenza scientifica è chiara e anzi ovvia per qualunque liceale informato, come esemplificato dall’articolata, esauriente e schietta Greta Thunberg.

Il successo dei negazionisti climatici è una disgraziata conferma della 2^ Legge dell’Economia di Polya: “L’inganno circa i costi di produzione si batte per il massimo”, derivante dalla 2^ Legge della Termodinamica per cui l’entropia (disordine, caos, carenza di contenuto informative) si batte per il massimo. Il Fondo Monetario Internazionale ha esposto l’enorme mistificazione insita nell’applicazione di un Prezzo del Carbonio per il superamento delle soglie concordate a 2 $ per tonnellata di CO2 in eccesso, rispetto a quella ritenuta efficace per l’obiettivo di +2°C di ben 75 $/t. Papa Francesco, scientificamente consapevole, ha affermato: “Solo quando i costi economici e sociali dell’utilizzo intensivo di risorse ambientali condivise siano riconosciuti in trasparenza e sostenuti appieno da chi le fruisca, non da altri popoli o future generazioni, tali azioni possono essere considerate etiche”.

L’economista climatico dr Chris Hope (dell’Università di Cambridge percettrice di 120 premi Nobel) e il climatologo prof. James Hansen (dell’Università Columbia percettrice di 96 premi Nobel) hanno eseguito una stima indipendente dell’”indennizzo” per il carbonio in eccesso a circa 200 $/t di CO2.  

L’eminente economista lord Nicholas Stern ha così descritto tale massiccia frode:

“Il problema del cambiamento climatico coinvolge un essenziale fallimento dei mercati, anzi ne risulta: chi danneggia altri emettendo gas a effetto serra generalmente non paga. E’ ormai evidente oltre ogni dubbio la gravità dei rischi da inerzia o reazione tardiva, su scala maggiore che le due guerre mondiali del secolo scorso. Il problema è globale e la reazione dev’essere una collaborazione su scala globale”. 

Quest’enorme imbroglio politico e (mega-)aziendale nell’ignorare la gigantesca esternalità economica coinvolta nell’adozione dell’”Indennizzo da Carbonio2 ha creato un corrispondente, inevitabile e rimosso Debito da Carbonio per le future generazioni di 200-250 trilioni di $, in aumento ogni anno di (63,8 Gt di CO2 emessa x 200 $/t=) 13 trilioni di $! Includendo le emissioni incontrollate di metano, l’utilizzo del terreno e un potenziale 20ennale di riscaldamento globale indotto, risultano … [omessi calcoli differenziati per varie classi d’età] i seguenti Debiti da Carbonio annui pro-capite rispettivi: $ 27,250 media gen.; $ 70.000 per età <30; $ 146,000 per età 0-14. Di questo effetto scellerato i giovani australiani sono via via più consapevoli, seppur non ancora nella sua tremenda estensione. Tanto più che, a differenza del debito convenzionale cancellabile per inadempienza, col fallimento o stampando nuova moneta, le conseguenze del Debito da Carbonio saranno, per esempio, l’inondazione di terra arabile e città costiere, salvo svenandosi con costosissimi improbabili argini, col progressivo aumento del livello marino verso un equilibrio a lungo termine valutabile in 25 +/-12 metri rispetto all’attuale – condizioni come nel Pliocene 40.000 secoli fa. Il “Come osate!” di Greta Thunberg inizia appena a esprimere l’indignazione a venire per la massiccia ingiustizia intergenerazionale, che potrà sfociare in una Rivoluzione Climatica (si spera nonviolenta) mondiale, dove l’incidenza del Debito da Carbonio aumenta di 1.684 $ annui pro-capite per i 7,6 miliardi di viventi attuali, a fronte di un PIL medio nominale di 11.355 $ (ma per l’India 2.171 $). Il Riscaldamento Globale è un’imposizione condivisa, la cui quota molti paesi già non si permettono più, ineguagliata dall’indennizzo di paesi ricchi e scialacquoni come l’Australia.

Ormai arriverà comunque un dannoso aumento di calore di 1,5°C entro il prossimo decennio, e un po’ dopo un catastrofico + 2°C, ma qualcosa, tutto il possibile, si dovrà fare per mitigare le conseguenze per le future generazioni. Prima o poi, in Australia e altri paesi incuranti criminali climatici la gente decente rigetterà i criminali negazionisti climatici alle urne elettorali, assoggetterà gli irresponsabili profittatori – politici, partiti, gruppi industriali e transnazionali a incalzanti boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni (BDS) e a processi davanti al Tribunale Penale Internazionale e alla Corte Internazionale di Giustizia. Prima piuttosto che poi: il tempo si sta esaurendo.


Il dr Gideon Polya è uno scienziato, scrittore, artista e attivista umanitario residente a Melbourne, accademico a La Trobe University da 4 decenni, e autore di: Biochemical Targets of Plant Bioactive Compounds [Bersagli biochimici dei composti bioattivi vegetali]; Jane Austen and the Black Hole of British History [J.A. e il buco nero della storia britannica]; e Body Count-Global Avoidable Mortality since 1950 [conta delle vittime – mortalità globale evitabile dal 1950].


ENVIRONMENT, 24 Feb 2020 | Dr Gideon Polya – TRANSCEND Media Service
Titolo originale: Australia World’s Leading Polluter of Greenhouse Gas Per Capita
Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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