In ripetizione aggiornata della rincorsa per la guerra in Iraq, i media giubilano per l’assassinio di Soleimani | Alan Macleod

Con gli echi dell’Iraq, i media stanno ancora una volta incoraggiando un attacco contro un paese del Medio Oriente sulla base di un presunto imminente sciopero contro gli Stati Uniti.

Venerdì 3 u.s. di primo mattino, un attacco aereo USA ha assassinato il generale iraniano Qasem Soleimani in uscita in auto dall’aeroporto internazionale di Baghdad. Figura carismatica e abile, era considerate generalmente uno dei personaggi più potenti e influenti in Iran. A giusto due anni da quando MintPress News aveva riferito che il governo USA aveva dato luce verde al suo  assassinio, il convoglio di Soleimani è stato colpito dall’aria. Il segretario di stato Mike Pompeo ha presentato la decisione come difensiva, asserendo che Soleimani stava preparando un “attacco imminente” contro gli USA. Pur sollecitato, ha rifiutato di dare qualche prova o dettaglio. Pur sostenendo che l’attacco rendeva gli americani molto più sicuri, il governo ha dato  immediate istruzioni a tutti i cittadini USA di lasciare l’Iraq e di evitare l’ambasciata americana.

Assassinare dirigenti (politici) stranieri è un grave crimine di guerra internazionale ai sensi del diritto internazionale, tuttavia i media per tutto lo spettro del settore hanno applaudito il bombardamento, o “bersagliamento di precisione”, come descritto dalla CNN. Senza sorpresa, molti media conservatori hanno sostenuto la decisione dell’amministrazione Trump di innescare potenzialmente un enorme conflitto internazionale. Il Washington Examiner ha citato un “esperto”  che celebrava l’uccisione come più importante che la morte di Bin Laden e un “formidabile colpo al regime”. Fox News ha frettolosamente pubblicato un’opinione di Christian Whiton del Center for the National Interest, intensamente falco, a lode di Trump per aver agito “giustamente e risolutamente”, prevenendo ulteriore spargimento di sangue americano togliendo di mezzo un importante “terrorista”; invitando inoltre immediatamente in onda gli importanti falchi neoconservatori e volti pubblici della guerra in Iraq, Karl Rove e Ari Fleischer, a discutere la situazione informando il suo pubblico su che cosa pensare.

Media con pubblici più liberal ­– che sostengono di capeggiare la resistenza contro un pericoloso comandante-in-capo fascista – non sono stati meno di sostegno alle ultime azioni aggressive di Trump. Proprio come avevano fatto con i tentativi di colpo di stato a sostegno USA in Venezuela e Bolivia, i media di resistenza si sono allineati spalla a spalla con il presidente condannando Soleimani come reo di una miriade di crimini contro l’umanità. Il titolo di CNBC era “l’America ha appena tolto di mezzo il cattivo n° 1 al mondo” accusandolo di essere il capo dell’”esercito terrorista più attivo e pervasivo al mondo”; e sosteneva che la decisione di Trump avesse “salvato vite attuali” e rappresentasse “la giustizia” per le sue molte vittime. Asseriva pure che salvasse altre vite americane in quanto “scoraggerebbe futuri programmi iraniani d’attacco”. “Non c’è dubbio che Soleimanì avesse sangue Americano sulle mani” sosteneva una fonte su USA Today; “era un nemico”. Vale la pena notare che le morti americane cui ci si riferiva non erano civili bensì membri di un esercito d’invasione e occupazione uccisi da resistenti locali a un occupante straniero. 

Il New York Times asseriva che [l’ucciso] avesse “passato l’ultimo decennio a replicare il modello Hezbollah in Iraq, Siria e Yemen, sostenendo le milizie locali con armi di precisione e know-how tattico” e lo riteneva responsabile di “aver scacciato di casa oltre 10 milioni di persone [siriane]” senza citare il ruolo USA in alcuna di quelle zone di guerra. Frattanto, Alex Marquardt di CNN asseriva che “i legislatori USA sono uniti nel proprio sostegno all’uccisione di Soleimani” e che sia Repubblicani sia Democratici concordavano che “questo era un uomo che meritava di essere ucciso per tutto ciò che ha fatto contro le forze Americane” e che si davano da fare a “congratularsi” con Trump per il suo eroismo. Il messaggio dei grossi media era chiaro: “Soleimani è un uccisore spietato. E’ un essere umano orribile” (CNN). La prova presentata per tale asserzione è stata che “comandava una divisione nella guerra Iraq/Iran” – guerra in cui gli Stati Uniti armarono, finanziarono e sostennero il loro alleato d’allora Saddam Hussein per invadere l’Iran, causando intorno a un milione di morti.

In realtà, i media megaziendali non stanno celebrando l’assassinio di Soleimani a causa dei suoi molti (veri) torti, ma piuttosto per le sue qualità come leader e organizzatore efficace, uno che ha costantemente intralciato gli sforzi USA di dominare ancor più la regione. In Siria, dove gli USA si sono  quasi alleati con Al-Qaeda/Al-Nusra per  rovesciare la dinastia Assad, l’Iran ha fornito un considerevole contrappeso alle forze sostenute dagli USA. E, del pari, continua a sostenere gruppi come Hezbollah che resistono agli USA e loro alleati in tutta la regione. E ha anche, retoricamente almeno, sostenuto i ribelli houthi che combattono contro un’aggressione USA/Saudita, benché il grado di coinvolgimento iraniano sia discutibile.  

Il governo USA ha annunciato di star preparandosi ad intensificare la propria presenza sull’onda dell’assassinio di Soleimanì, inviando almeno 3.000 ulteriori truppe nella regione. Con echi dell’Iraq, i media di nuovo giubilano per l’attacco contro un paese mediorientale in base a un presunto attentato imminente agli Stati Uniti. La storia, dicono, non si ripete mai. Ma sovente rima.


Alan MacLeod è un autore stabile alla MintPress nonché un accademico e scrittore per Fairness and Accuracy in Reporting [Equità e precisione nel riferire]. Il suo libro Bad News From Venezuela: Twenty Years of Fake News and Misreporting [Brutte notizie dal Venezuela: vent’anni di notizie fasulle e mistificazioni] è stato pubblicato nell’aprile u.s..


January 03rd, 2020 | THE SPIN WAR – Guerra a base di propaganda falsata [ndt] | Mint Press News

Titolo originale:In Redux of Iraq War Run Up, Media Cheers on Assassination of Soleimani

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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