Cosa succede in Cile? | Franco Berardi “Bifo”

La stampa italiana ha parlato pochissimo del processo rivoluzionario che si sta svolgendo in Cile.

Il 18 ottobre gli studenti di Santiago reagiscono in maniera rabbiosa alla decisione di aumentare di trenta pesos il costo del biglietto della metropolitana.

E’ l’inizio di un processo che in pochi giorni porta nelle strade milioni di persone a Santiago, Valparaiso, Concepcion, Antofagasta e tutte le città del paese.

Il Cile non è un luogo irrilevante nella storia tardo-moderna. Al contrario è il paese in cui la lunga offensiva neoliberale iniziò, con un colpo di stato nazista, l’11 settembre 1973.

Nei decenni successivi il primato del profitto privato sull’interesse pubblico devastò il mondo intero, e preparò l’apocalisse ambientale sociale e militare in cui ci troviamo nel nuovo secolo.

Oggi il Cile si candida a essere il paese in cui la dittatura neoliberale viene ufficialmente scaraventata fuori dalla storia umana. 

La Francia potrebbe seguirlo, quando il movimento iniziato con i gilets jaunes e oggi seguito dalla maggioranza dei lavoratori giungerà allo scontro finale con il macronismo, che è l’estremo colpo di coda del neoliberismo.

Dopo l’esplosione di ottobre il movimento cileno è continuato concentrandosi sulla richiesta di una nuova Costituzione: quella ancora in vigore, promulgata nel 1980, epoca Pinochet, è un dispositivo anti-sociale, che impone il primato del profitto sulla scuola, la sanità, e tutta la vita sociale.

Dopo avere in un primo momento tentato il colpo di mano violento, dichiarando che il Cile era in guerra contro gli insorti, Pinera ha dovuto venire a più miti consigli, e a Novembre ha accettato la proposta che veniva dalle piazze: riscrivere la Costituzione.

Ma il conflitto non è affatto rientrato a questo punto, perché il problema che si è posto è cruciale: chi riscrive la Costituzione?

Per Pinera la riscrive, nei prossimi due anni, il Parlamento del quale lui è presidente, cioè la destra economica.

Al contrario, per il movimento che continua a riempire le strade la Costituzione la deve elaborare un’Assemblea Costituente che esprima la volontà di assemblee costituenti locali che si stanno costituendo, su base comunale, in tutto il paese.

Quella che si delinea in Cile è una situazione che non si può definire altrimenti che “rivoluzionaria” nel senso classico del termine, in quanto si pone il problema della destituzione del potere esistente, si rifiuta la legittimità costituente del Parlamento e si afferma un soggetto costituente che nasce dalla società in movimento.

Un’intervista dello storico Gabriel Salazar, comparsa il 23 dicembre sulla rivista online interferencia

http://interferencia.cl/articulos/gabriel-salazar-tenemos-que-eliminar-ya-esta-clase-politica

chiarisce molto bene qual’è la posta in gioco e quali sono i passaggi che la rivoluzione sociale cilena deve affrontare.

“en esta crisis hay dos procesos y dos lógicas en juego. La lógica del poder  constituido, el poder constitucionalizado. Es una lógica legal. Es una lógica que se rige por plazos legales. Los políticos son criaturas de ley. Ellos generan ley y obedecen la ley. Es una cuestión media rara,  porque las leyes las  hacen ellos mismos. Y la ley tiende a la permanencia. Se dicta una ley y se supone que va a durar “ad infinitum”. La mentalidad legalista es de plazos largos. La duración es el tiempo de la ley, por lo tanto, es el tiempo de los políticos. La ley se rige por plazos largos, no con el tiempo de las emociones, de los sentimientos y deseos de la sociedad.

… ellos necesitan ganar tiempo. Saben que las movilizaciones sociales se cansan, tienden a desaparecer. Reaparecen después, pero eso es un tiempo largo.” Y en ese tiempo, aumentan su tiempo de influencia….

¿Cree que la clase política y el gobierno lograrán construir una nueva Constitución?

Es que esa es propuesta de los políticos. Entonces ignorémosla. Nosotros tenemos que construir una propuesta de Asamblea Constituyente. Y eso es lo que se está haciendo.

¿Y cómo se hace eso?

Ahora lo que hay que hacer es crear instancias en que la ciudadanía delibere soberanamente. La primera instancia es la asamblea comunal, que es la continuación natural de los cabildos abiertos. La única posibilidad de hacerlo tranquilamente es donde están los vecinos. El vecindario. Si tenemos 30 o más comunas deliberando, tenemos un poder muy grande instalado en todo Chile. De ahí un pueblo soberano en todo el país. Potentísimo. De ahí tienen que salir los delegados para la Asamblea Nacional Constituyente. Y formar las leyes, dejando fuera al congreso.

El congreso se ignora completamente. Tenemos que ignorarlo, punto. Que sigan funcionando ellos, dictando leyes es cuento de ellos. A lo que hay que darle importancia es a la construcción de la Asamblea Popular Constituyente.

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