Una fiaba sul futuro
Recensione del film Ready Player One, di Steven Spielberg (140′, USA 2018)
Mega tributo alla cultura popolare degli anni ’80 (ma non solo!) tratto dal libro omonimo, Ready Player One, si svolge in un futuro molto prossimo sotto vari punti di vista. Il film si svolge in un 2045 dove (a causa della scarsità di risorse naturali) gran parte delle persone dell’attuale primo mondo vive in enormi baraccopoli (ci sono veri e propri “grattacieli di roulotte”). L’unica via di fuga è la realtà virtuale nota come OASIS (Ontologically Anthropocentric Sensory Immersive Simulation, «Simulazione di Immersione Sensoriale Ontologicamente Antropocentrica»): un vero e proprio mondo dov’è possibile svolgere ogni tipo di attività creato dal fu James Halliday. Genio informatico e visionario, il quale ha deciso di lasciare in eredità la sua creazione a chi riuscirà a ritrovare un easter egg (termine informatico che designa un contenuto nascosto)da lui sapientemente nascosto risolvendo diversi giochi e sfide d’intelligenza.
Sebbene la trama si svolga come un viaggio dell’eroe (tipico dei film anni ’80) fin dall’inizio si percepisce la prossimità e l’incombenza del futuro mostrato, dove tutto ormai gira intorno ad un grande mondo virtuale – fusione perfetta fra Facebook e Fortnite – che ormai si è completamente sostituito a quello reale. Ogni persona fisica ha infatti in OASIS un suo proprio alter-ego di cui può decidere i tratti somatici (le cosiddette skin), il nome e che usa non solo per interagire con altre persone (il protagonista Wade/Parzifal, per esempio conosce i suoi amici solo tramite OASIS ed ignora il loro vero aspetto), ma anche per raccogliere i punti da spendere per ottenere up-grade e far letteralmente carriera all’interno di quella nuova società, dove i rapporti di potere esistenti nel mondo esterno finiscono per essere replicati.
L’assorbimento della vita reale in quella virtuale e il suo degenerare, nel corso del film viene ulteriormente sottolineato dalla figura del creatore di OASIS James Halliday, presente pur essendo morto prima dell’inizio storia. Il personaggio è un tipico nerd nato negli anni ’80 sia a livello visivo che caratteriale. Una persona totalmente assorbita dalla scienza, videogame e giochi di ruolo, al punto da sacrificare le sue relazioni personali e a rinchiudersi dietro il suo alter-ego virtuale, Annorak. Una figura malinconica, la cui eredità rischia di trascinare tutto il mondo nella sua stessa situazione di chiusura.
Ready Player One è una fiaba e una celebrazione di un periodo storico che ci ha segnato, nel bene e nel male. Non è un film impegnato, ma può comunque essere un utile strumento per offrire anche ai più giovani uno sguardo critico e una riflessione sugli attuali mondi virtuali e come essi ci stiano cambiando.
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