RadicalisatiOFF e avere a che fare con i giovani: l’evento finale | Silvia Muletti

Il 29 e 30 maggio RadicalisatiOFF ha proposto performance, mostre fotografiche, laboratori, un dialogo strutturato con le istituzioni, nella due-giorni di sensibilizzazione e attivismo contro la radicalizzazione del sentimento dell’odio e delle azioni violente nella città di Torino.

RadicalisatiOFF è stato un evento, un percorso, uno stimolo e una scintilla.

Un percorso attivo delle associazioni cittadine che offrono spazi, sia fisici che di parola, ai giovani. Uno stimolo per i centri di aggregazione giovanile stessi, perché siano presidio di tutela di diritti e uguaglianza. Una scintilla che ha innescato un nuovo modo di rapportarsi tra giovani e politici sul territorio nella co-creazione di oasi libere da odio e violenza. Il tutto, spremuto in un evento di due giorni al Centro Congressi Santo Volto.

Nato 6 mesi fa per il volere di 11 partner torinesi, con capofila il Centro Studi Sereno Regis in risposta a una necessità: «tra i più giovani, sta prendendo piede una tendenza ad appoggiare ideologie estremiste violente e intolleranti, xenofobe e sessiste», come spiega l’ideatrice di RadicalisatiOFF e progettista del CSSR, Ilaria Zomer. «Tuttavia -continua- alcuni giovani, pur rendendosi pienamente conto della pericolosità di questa deriva, hanno trovato molte difficoltà a dar voce alle loro istanze di cambiamento e di miglioramento sociale, perché è sempre più difficile per un ragazzo o una ragazza che abbia tra i 13 e i 30 anni trovare un luogo in cui sia possibile far valere le proprie proposte».

Ed è proprio a questa necessità di spegnere l’odio in Città -come cita il tag dell’evento, #spegnilodioincitta- che i giovani nella fascia di età in questione, «si sono ritrovati per confrontarsi su quali potrebbero essere le proposte, le attività, le metodologie che gli spazi frequentati dai giovani dovrebbero far proprie per prevenire la diffusione di ideologie violente, e cosa possono fare i decisori politici per moltiplicare le possibilità di attivazione positiva», spiega Zomer.

Quali sono le nostre proposte per liberare la città da odio e violenza?

Questa domanda ha aperto le attività della prima giornata che sono state di diversi tipi: dalla mostra fotografica allo spettacolo teatrale; il laboratorio di serigrafia e lo sport; dai video ai giochi da tavolo e le piattaforme di partecipazione online; le pratiche di educazione tra coetanei; lavori di studenti delle scuole superiori torinesi, ai progetti di mobilità europea, i film, lo storytelling, il linguaggio dei social.

Ognuna delle associazioni partners  a cui se ne sono aggiunte molte altre- aveva a disposizione uno spazio per proporre la loro discussione sulla radicalizzazione degli estremismi, attraverso il linguaggio che più li rappresenta. Si sono così avvicendati, come in una fiera e in ogni grande occasione espositiva, video, giochi interattivi, sport, azioni sceniche, workshop, presentazioni di progetti educativi, qui e in Europa, attraverso le differenze e le somiglianze di genere, per il diritto a un’informazione corretta, e altre proposte ispirate agli Youth Goals 2018.

Cosa vorrei che facessero i decisori politici, per sentirmi libera e libero di esprimermi?

Le riflessioni intorno questa domanda sono arrivate dritte ai destinatari: 18 decisori della città di Torino erano infatti presenti per discutere in modo costruttivo i punti delicati, le debolezze, le scoperte e le opportunità, portate come proposte di azioni sul territorio.

La giornata del 30 maggio ha visto circa 200 giovani seduti a 13 tavoli di discussione:  per ognuno c’era un facilitatore esperto a indirizzare, rallentare e far decollare ogni spunto di riflessione e idea per darla al decisore politico, nel migliore dei modi.

Il primo a prendere la parola tra questi nella sessione plenaria di chiusura è stato l’Assessore alle Politiche Giovanili, Marco Giusta: «Grazie per questi due giorni bellissimi, oggi mi sono imbucato in tanti tavoli e ascoltato i temi di cui avete discusso. Devo dire che son rimasto molto colpito, in maniera positiva: tra i temi che ho raccolto, quello della possibilità per i giovani di incidere sulle decisioni politiche, era un tema che  in qualche maniera mi risuonava già in mente e vederlo scritto sui cartelloni, e ragionato tutti insieme, mi ha fatto un certo effetto.»

Alla domanda Cosa vorrei che facessero i decisori politici, per sentirmi libera e libero? non hanno risposto solo le istituzioni: per allargare lo sguardo, da Torino a tutto il Paese, capire meglio le conseguenze pratiche che la radicalizzazione di odio e violenze possono portare, si è aggiunta al già ricco panorama di RadicalisatiOFF un’altra voce esperta: è intervenuto Paolo Berizzi, giornalista di La Repubblica e autore del libro Nazitalia. Viaggio in un Paese che si è riscoperto fascista. Lo scrittore ha raccontato per più di un’ora la storia dell’inchiesta che ha portato alla luce un’escalation di odio fascioleghista diffuso su tutto il territorio nazionale. «Non sono bravo nei preliminari –apre così il suo intervento– ma i temi che avete toccato, sono quelli di cui mi occupo quotidianamente. Razzismo, diseguaglianze, discriminazione, clima di odio e rabbia. (…) Per dirlo in una parola, il tema del cattivismo che non è la cattiveria, ma la cattiveria declinata al modo di affrontare le cose: quella di chi usa la rabbia anche come strumento di lotta politica, oggi sembra vincere. è questo dicono i fatti di cronaca, proprio la cronaca giornaliera».

Gli stimoli sono stati così bilaterali tra esperti e giovani: ma RadicalisatiOFF è appena agli inizi.

Le iniziative ideate dai 400 partecipanti, le associazioni mediatrici i politici e lo scrittore, verranno riassunte in un manifesto che sarà la carta d’impegno per ogni realtà che lo adotta. RadicalisatiOFF diventerà quindi un ‘marchio qualità’ di spazi liberi da odio e violenza.
«A chi vi dice ‘siete choosy, scansafatiche, non uscite di casa, non avete voglia di lavorare’- interviene ancora Giusta- o non capisce in che mondo vive, o non ha mai avuto a che fare con i giovani», e RadicalisatiOFF è il progetto per motivare, trovare modalità e occasioni, per avere a che fare con i giovani, in modo continuativo e creativo.

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