Chi è stato a stare zitto?

Dario Cambiano

Chi è stato a stare zitto?

Nel 1950, quando qualche campanello già cominciava a trillare, non riesco a immaginare chi ha aspettato senza dare l’allarme; ma facciamo che andiamo avanti fino al fatidico 1972, quando è uscito il famoso “rapporto sui limiti dello sviluppo” (o rapporto Meadows): io ero gagno, andavo alle elementari, quindi mi chiamo fuori. Ma chi aveva letto quei dati non poteva pensare che non stesse succedendo nulla.

 

Vi faccio vedere:

 

Anno

1750

1800

1850

1900

1950

1999

2050

2150

 Umani (milioni)

791

978

1 262

1 650

2 521

5 978

8 909

9 746

Se non vi è chiaro vi faccio vedere un’altra tabella:

Anno

Umani

(milioni)

500 a.C.

100

1

200

1000

400

1500

458

1600

580

1700

682

1750

791

1800

978

1850

1.262

1900

1.650

1950

2.519

1955

2.756

1960

2.982

1965

3.335

1970

3.692

1975

4.068

1980

4.435

1985

4.831

1990

5.263

1995

5.674

2000

6.070

2005

6.454

2010

6.930

2015

7.349

2022

8.000

 

Ecco, adesso dovreste aver capito. Nel 1970 siamo arrivati a 3 miliardi e 600 milioni, con un incremento di quasi il 50 per cento rispetto al 1950 (2 miliardi e mezzo).

Chi è che non ha lanciato un terrificante grido di allarme? Ma soprattutto, perché non lo si è lanciato?

Perché pensavamo di starci tutti (tutti noi umani, naturalmente)? Perché  nessuno aveva ancora misurato il diametro della terra e calcolato la sua superficie (dubito)? A proposito, sapete qual è la superficie globale delle terre emerse? 149.450.000 kmq. Facciamo 150 milioni, dai che facilita le operazioni.

Dividete la nostra bella terra (quella calpestabile, intendo, gli oceani sono tre volte tanto ma sconsiglierei di viverci stabilmente) per 2 miliardi e mezzo di persone. Fa 59.000 metri quadri a testa. Wow, fico! Sessanta ettari a testa, mica male, forse ci stanno anche i cinghiali e un paio di renne. Ma adesso proviamo a dividere questa nostra martoriata terra per sette e mezzo (i miliardi che siamo): fa poco meno di 20 ettari a testa. Ops. In settant’anni abbiamo dovuto cedere ai nostri fratelli i due terzi del nostro spazio. Ma resta sempre un bello spazio, sono 40 campi da calcio, ci si mette quasi mezz’ora a passeggiare lungo il perimetro

Bene, che si fa? A casa di chi estraiamo il petrolio? A casa di chi invece prendiamo l’acqua? A casa di chi mettiamo le tangenziali, le ferrovie, le autostrade, gli aeroporti, le gigantesche Ikea e tutti i centri commerciali mangiaprati? Oh, oh, forse non a casa mia…

Ah, dimenticavo, nella equanime divisione delle terre emerse, chi si prende gli appezzamenti nel Sahara? Chi la Kamchatka (a meno che vogliate giocarci a Risiko, io la lascerei stare); chi si piglia l’Antartide gli diamo un paio di coperte in più, va bene? Dai, siamo seri, questo conto non funziona. E’ da rifare:  se mi dessero 60 ettari sull’Himalaia…. Ma anche solo sul Monte Bianco o sopra i tremila… insomma proviamo a togliere le terre inabitabili (da noi umani, naturalmente)?

Dai. Faccio il calcolo io per voi. Tolgo Artide e Antartide, Sahara, il Gobi, il Kalahari, il Rub’al-Khali e la decina di deserti minori e arrivo a sommare 46 milioni di kmq. Togliamo anche gli ottomila e i settemila? Ci sono tanti di noi che se la passano bene anche sui 5000 metri. Ma è poca roba.

Quindi la nostra bella terra abitabile è, in realtà, solo di 103.450.000 chilometri quadrati… Uffa, rifacciamo i calcoli.

Se fossimo due miliardi e mezzo ci toccherebbero 41 ettari a testa. Insomma, dai, si può vivere senza vedersi proprio sotto casa il brikocenter o una tav. Ma se ci triplichiamo, sulla mia terra devono stare altri due pirla! Quindi ci dividiamo 13 ettari e mezzo a testa…

Rinnovo la domanda, chi si prende le Molinette? E chi la Amazon? Uffa, cominciamo a stare strettini: qui ci vuole una soluzione.

Andiamo a vivere tutti insieme, tutti belli accalcati! Si chiamano metropoli, e sono una figata, perché facciamo effetto stalla e ci scaldiamo! A Londra si sta in 5600 al kmq, ma a Mumbai sono già 31.000! evviva, non servono più le coperte, e credo neanche i vestiti, tra un po’. Vabbè, vi risparmio Dacca, in Bangladesh, dove stanno in 55 mila al kmq, che sono 18 metri quadri a testa (tanto per farvi capire a Roma, dove si può ancora camminare, la densità è di 2200 persone a chilometro).

Avete altre soluzioni?

Insomma.

Chi ha deciso di stare zitto quando si è accorto che la popolazione umana cresceva con una progressione quasi geometrica ha pensato alle bocche da sfamare o ai miliardi di consumatori che avrebbero creato una nuova esplosione positiva del capitalismo? Il silenzio è stato parte del programma capitalistico?

Vabbè, ormai è fatta. Non doveva succedere. Dovevamo fermarci prima. Ormai è troppo tardi per…

Un momento.

Improvvisamente mi torna davanti agli occhi la incontenibile gioia di vivere di Armi. Le polemiche sempre argute di MarcoP, il sorriso dolcissimo di MarcoM, quello altrettanto gioioso di Maela, lo sguardo assassino di Carlotta e la dolcezza di Federica, le imitazioni “amio” di Didi, i silenzi e gli sguardi di Veronica, la irruenza incontenibile di Maurizio, i disegni di AlessandroP, la furia giocosa di Diego, gli abbracci di Ruben e la voglia di solitudine di Gabriele, la voglia di ordine e silenzio di Anna e la voglia di giocare di Emma, la delicatezza di Nicolò e il sorriso di Matteo Effe, la precisione di Bianca e l’educazione ottocentesca di Aurora, le barzellette di AlessandroC, il sorriso e la forza di Edoardo, l’educazione di Giacomo, gli occhioni di Pietro, i bellissimi balli di  Viola e l’intelligenza senza freni di Vittoria.

Sono le mie ragazze e i miei ragazzi. Hanno undici anni, sono nati nel 2011, quando ormai non c’era quasi più niente da fare.

Ho pensato a cosa sarebbe la vita senza di loro. A che impressionante perdita avremmo avuto. Ho pensato che la vita è inarrestabile, che va celebrata senza i tristi se che ci oscurano il cuore prima dell’intelletto.

Ho pensato che ce la possiamo fare. Che ce la faremo. Con questi ragazzi, con queste ragazze, il futuro è ancora possibile.

Però dobbiamo trovarlo, questo futuro, che sennò le ie ragazze e i miei ragazzi restano senz’acqua e senza cibo!


 

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.