Se il neofascismo entra al Salone Internazionale del Libro di Torino

Alessandro Ciquera

Altaforte Edizioni è una casa editrice chiaramente nostalgica, con simpatie e tendenze autoritarie, il cui responsabile, Francesco Polacchi non ha mancato di rilasciare dichiarazioni provocatorie a mezzo stampa, per incendiare il dibattito sulla presenza del suo stand alla Salone Internazionale del libro di Torino.

Tramite la ricostruzione di Dinamo press, in un articolo del 6 Maggio 2019, è possibile comprendere la levatura del personaggio.

Polacchi ha dichiarato senza problemi di essere il coordinatore regionale di Casapound per la Lombardia, di essere fascista, di pensare che Mussolini sia il più grande statista italiano, che le difficoltà di un paese vanno risolte anche con una dittatura e che al momento il problema principale è l’antifascismo.

Uno degli episodi che lo fanno balzare agli onori delle cronache accade nell’agosto 2007. A soli 21 anni, e insieme ad altri 14 camerati, mentre si trova nella località sarda di Porto Rotondo partecipa a un’aggressione di un gruppo di 4 ragazzi originari di Sassari. Uno finisce accoltellato con ferite gravi all’addome. Polacchi viene arrestato immediatamente e imputato per tentato omicidio. Riceve un foglio di via dal questore di Sassari mentre si trova nel carcere di quella città. Degli sviluppi, e dell’eventuale conclusione, di questo processo non si trovano tracce sui giornali.

Un anno dopo è di nuovo in prima pagina. Viene fotografato il 28 ottobre 2008 con la camicia aperta e un bastone in mano, nascosto dal tricolore, mentre guida un gruppetto di neofascisti in piazza Navona.”

Per gli scontri e le aggressioni di quella giornata verrà condannato a un anno e quattro mesi. 

In un recente articolo di Open Online, del 1 Maggio 2019, troviamo ulteriori dati sulla presenza pervasiva di militanti di Casapound in luoghi e scenari di violenza, organizzata e progettata, contro migranti, minoranze  e avversari politici.

Nell’ultima relazione pubblicata dal Viminale risulta che dal 2011 al 2016 ci sono stati 20 arresti (uno ogni tre mesi) e 359 denunce (circa una ogni 5 giorni) per membri di CasaPound, tra cui molte per violenze.

Secondo Ferrari, dall’Osservatorio democratico sulle nuove destre, nell’attività dell’organizzazione, considerato «l’alto numero di persone coinvolte in episodi di violenza», non c’è bisogno di «ricorrere alle leggi che dovrebbero reprimere la riorganizzazione di un partito fascista poiché ci sono gli estremi di un’associazione a delinquere».

Nessuno delle centinaia di membri di CasaPound indagati o arrestati per pestaggi contro militanti di sinistra o cittadini stranieri sono stati espulsi dal partito. Lo stesso Chiricozzi, uno dei due indagati per lo stupro di Viterbo, era già stato sotto inchiesta per un pestaggio avvenuto nel febbraio 2017 ai danni di un giovane che aveva ironizzato su CasaPound su Facebook. Ma allora, non era stato espulso. Anzi, il leader di CasaPound Italia Simone Di Stefano aveva definito l’episodio su Radio24«scaramucce sul territorio».

Ancora Wired, in una pubblicazione del 2 Maggio 2019: “Tra poco più di una settimana al Salone del libro verrà presentato Io sono Matteo Salvini, intervista allo specchio. Il volume, curato dalla giornalista Chiara Giannini, è già al centro delle polemiche. A pubblicarlo sarà infatti Altaforte edizioni, una società editrice vicino al movimento di estrema destra CasaPound. La casa editrice ha debuttato lo scorso settembre con un libro di Adriano Scianca, direttore responsabile de Il Primato Nazionale intitolato La nazione fatidica. Elogio politico e metafisico dell’Italia.

Poi ha proseguito con La dottrina del fascismo di Benito Mussolini e Giovanni Gentile, Ho difeso Licio Gelli firmato da dall’avvocato Augusto Sinagra, Il cinema tedesco del Terzo Reich – Da Weimar agli anni di GoebbelsDiario di uno squadrista toscanoEzra Pound e la musicaDalla caccia alle streghe del Me too ai deliri di Michela Murgia, oltre a diversi fumetti. Uno di questi ultimi è incentrato sulla figura del dittatore fascista Mussolini”.

I militanti di CasaPound stanno, da anni e in tutta Italia, testando la tenuta delle nostre istituzioni democratiche, attraverso continue strumentalizzazioni, offese, e attacchi a tutto ciò che rappresenta la memoria storica condivisa del nostro Paese, un caso su tutti, quello del 25 Aprile e della Festa di Liberazione.

Ora questo scontro si sposta sul Salone Internazionale del Libro di Torino, e dispiace dirlo, ma questa battaglia la stanno già vincendo loro, perché sono riusciti a fare parlare di sé, e dei loro titoli editoriali violenti e nostalgici, stanno sporcando, tramite la loro ideologia aggressiva e prevaricatrice, uno dei pochi eventi che a Torino parla di apertura, di dialogo, di incontro e confronto.

La nostra responsabilità, come cittadini (qualsiasi sarà la decisione del Comitato di indirizzo del Salone, che è un organo ufficiale), è di non permettere a chi vuole distruggere e revisionare la nostra Storia di riuscire nel suo intento, che è da sempre quello di “Divide et Impera”, dividere per dominare, locuzione latina secondo cui il miglior espediente di una tirannide nascente è fomentare rivalità e discordie per farsi strada incontrollata.

Noi siamo diversi, se il 25 Aprile 1945 avessero vinto Hitler e Mussolini l’Europa sarebbe stato un continente disseminato di svastiche, campi di sterminio, camere a gas, leggi a tutela della Razza, confino e olio di ricino per gli oppositori, limitazioni alla libera stampa. Oggi paradossalmente la debolezza della democrazia sta proprio nel suo punto di forza principale: la libertà di espressione.

Non permettiamo che i neofascisti utilizzino come una leva questa strada, per distruggere tutte le forme di convivenza faticosamente costruite nei decenni della storia Repubblicana, le leggi Scelba e Mancino vanno evidentemente aggiornate, perché non tengono conto dei cambi di stagioni politiche che si sono succedute, e delle nuove sfide che abbiamo di fronte, come quella portata dai social network e dall’hate speech online.

La Legge italiana purtroppo non sempre riesce ad essere all’altezza dei bisogni reali e delle trasformazioni della società che corrono veloci, ma sta a noi colmare quel vuoto e sbarrare il passo a ideologie pericolose che guardano indietro al passato anziché al presente, è compito di qualsiasi sincero amante della Costituzione prendersi cura del vivere comune, rispettare e tutelare la diversità, lottare contro la mentalità patriarcale e autoritaria, presidiare tutti gli spazi pubblici, e ricordare a chi ha nostalgia di epoche buie che non sono passati prima, e non passeranno adesso, perché la spinta e l’affetto per la vita è più incisivo e stabile del culto della morte.

Ci vediamo a Radicalizatioff il 29 e 30 Maggio, a Torino, la nostra città.


 

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