L’emergenza climatica

L’emergenza climatica

John Scales Avery

Il discorso di Greta Thunberg a Davos, gennaio 2019

Apparsa fra miliardari, amministratori delegati megaziendali e capi di stato al Forum Economico di Davos in Svizzera, come novella Giovanna d’Arco, l’attivista climatica svedese sedicenne Greta Thunberg s’è appellata ai decisori affinché adempiano alle proprie responsibilità verso l’emergenza climatica e le future generazioni. Ecco alcuni brani del suo discorso:

“La nostra casa è in fiamme. Sono qui per dire che la nostra casa è in fiamme. Secondo l’IPCC, siamo a meno di 12 anni dall’irreversibilità dei nostri sbagli. In tale periodo bisogna che siano avvenuti cambiamenti senza precedenti in tutti gli aspetti della società, compresa una riduzione delle nostre emissioni di CO2 almeno del 50%…

“Qui a Davos – proprio come ovunque – tutti parlano di denaro. Sembra che denaro e crescita siano le nostre sole preoccupazioni principali.

“E siccome la crisi climatica non è mai stata trattata una volta come crisi, la gente è semplicemente inconsapevole delle complete conseguenze sulla nostra vita quotidiana. Non sanno che c’è qualcosa chiamato budget del carbonio, e quanto quel budget restante sia incredibilmente piccolo.

Bisogna che la cosa cambi oggi.

“Nessun’altra sfida attuale può pareggiare l’importanza di stabilire un’ampia consapevolezza e comprensione pubblica del nostro budget del carbonio in rapida sparizione, che è bene e anzi imprescindibile che diventi la nostra nuova valuta e il cuore stesso della nostra economia presente e futura.

“Siamo in un periodo storico in cui chiunque con una percezione della crisi climatica che minaccia la nostra civiltà – e l’intera biosfera – deve farsi sentire chiaramente, non importa quanto ciò possa essere scomodo e non conveniente.

“Dobbiamo cambiare quasi tutto nelle nostre società attuali. Maggiore è la propria impronta di carbonio, maggiore è il dovere morale. Maggiore è la propria piattaforma, maggiore è la responsabilità.”

Sciopero scolastico mondiale, 15 marzo 2019

Oltre 1.5 milioni di giovani studenti in tutti i continenti sono scesi in strada venerdì 15 marzo per il primo sciopero climatico globale in assoluto. I messaggi in oltre 40 lingue sono stati forti e chiari: i capi devono agire adesso per affrontare la crisi climatica e salvare il nostro futuro. Lo sciopero scolastico è stata la maggior azione climatica della storia. E ciò nonostante è passata quasi non citata nei media d’informazione.

Ecco qualche dichiarazione degli studenti a spiegazione della propria partecipazione agli scioperi:

“In India, nessuno parla del cambiamento climatico. Non lo si vede fra le notizie dei giornali né lo si sente dal governo. Vogliamo che ileaderglobali dichiarino un’emergenza climatica. Se non agiamo adesso, non avremo un domani.”

—Vidit Baya, 17enne, Udaipur, India.

“Siamo di fronte a perdite strazianti dovute a manifestazioni meteorologiche sempre più estreme. Sollecitiamo il governo taiwanese ad attuare misure allevianti e rendersi conto della vulnerabilità del popolo indigeno, fermare i progetti costruttivi nelle terre tradizionali indigene, e riconoscere lo status legale del Popolo Indigeno delle Pianure, al fine di attuare una protezione ambientale in un approccio dal basso.”

—Kaisanan Ahuan, Puli City, Taiwan.

“Abbiamo raggiunto un punto della storia in cui abbiamo le capacità tecniche per risolvere la povertà, malnutrizione, diseguaglianza e ovviamente il riscaldamento globale. I fattori decisivi perché approfittiamo o meno del nostro potenziale saranno il nostro attivismo, la nostra unità internazionale e la nostra capacità di scviluppare l’arte di rendere possibile l’impossibile. Che riusciamo o no dipende dalla nostra volontà politica.”

—Eyal Weintraub, 18enne, e Bruno Rodriguez, 18enne, Argentina.

“Voglio essere certo che il nostro governo sia impegnato ad investire in una giusta transizione a un paese più sostenibile, che abbasseremo le emissioni di carbonio e limiteremo il cambiamento climatico. Partecipo a questo sciopero per esigere che le decisioni siano più focalizzate sul futuro e che la politica attuata rifletta i nostri diritti ambientali così come scritti nella nostra costituzione,” 

—Dona Van Eeden, 21enne, Città del Capo, SudAfrica.

“Il danno arrecato dale multinazionali è enorme: la mancanza di trasparenza, i contratti dubbi, l’indebolimento del suolo, la distruzione della flora e della fauna, la mancata osservanza dei codici minerari, la contaminazione delle falde acquifere. In Mali, lo stato esercita un controllo insufficiente sulle pratiche delle multinazionali, e siamo noi, i cittadini, a subirne le conseguenze. E’ suonato l’allarme climatico, ed è giunta l’ora che ci rendiamo tutti conto che c’è ancora tempo per agire localmente, a casa nostra, nei nostril villaggi, le nostre città”

—Mone Fousseny, 22enne, Mali.

“I governi hanno mancato di reagire in modo appropriato alla drammatica sfida della nostra crisi climatica. La nostra generazione, la meno responsabile per gli atti degli inquinatori, sarà quella che vedrà gli impatti più devastanti del cambiamento climatico. I leadermondiali stanno facendosi sfuggire la finestra temporale atta ad agire, ma noi non ce ne staremo zitti a osservare la loro inerzia.”

—Greta Thunberg, Svezia

Secondo un recente rapporto ONU, gli eventi meteorologici estremi hanno causato lo sfollamento di 2 milioni di persone durante il 2018. Se in sé nessun evento singolo può essere attribuito indiscutibilmente a un cambiamento climatico antropogenico, gli scienziati credono che la frequenza incalzante di eventi meteorologici estremi sia decisamente collegata al riscaldamento globale. Lo stesso vale per la loro gravità sempre più intensa.

La Dichiarazione dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) sullo stato del clima globale nel 2018: vi si afferma che durante il 2018, eventi meteorologici estremi hanno colpito duramente circa 62 milioni di persone, di cui 2 milioni sono stati scacciati da casa loro. E “I segni fisici e gli effetti socioeconomici del cambiamento climatico stanno accelerando, con concentrazioni record di gas ad effetto-serra che sospingono le temperature verso livelli sempre più pericolosi”.

Il Segretario Generale ONU Antonio Guterres, parlando alla pubblicazione del rapporto WMO, ha approfittato dell’occasione per rammentare ai leader globali l’urgenza dell’emergenza climatica. Guterres ha convocato un incontro di vertice climatico, previsto per il 23 settembre 2019, riferendosi al quale ha detto: “Non venite con un discorso, venite con un piano. Questo è quanto la scienza sostiene necessario. E quanto i giovani del globo stanno giustificatamente domandando.”

Due settimane prima, il 15 marzo, un milione e mezzo di studenti di oltre 130 paesi avevano marinato la scuola per partecipare alla più grande dimostrazione climatica della storia, esigendo azioni per salvare il futuro dalla minaccia di un cambiamento climatico catastrofico.

Le tragiche alluvioni in Iran

I recenti tragici disastri da allagamento in Iran sono un esempio dell’impatto socioeconomici degli eventi meteorologici estremi. Oltre a causare numerose morti, infliggono danni economici che ammontano a centinaia di milioni di dollari.


Libri che trattano l’emergenza climatica:

EDITORIAL, 22 Apr 2019  |#583 | John Scales Avery – TRANSCEND Media Service

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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