Senza la sinistra niente risposte ai giovani scesi in piazza | Rossella Muroni

Come lo spieghiamo a Greta e ai milioni di giovani scesi in piazza che proprio oggi a Ravenna un pezzo della politica anche di sinistra, dell’imprenditoria e dei sindacati manifesta per chiedere di continuare a trivellare i nostri mari per estrarre combustibili fossili?

Come lo spieghiamo alle ragazze e ai ragazzi che tanti dei politici ieri sorridenti in piazza, se oggi si andasse in aula voterebbero contro una carbon tax o contro la legge sul consumo di suolo? E che giustificazione abbiamo per l’ennesima legge di bilancio che non sposta un euro dei 16 miliardi di soldi pubblici che ogni anno lo Stato versa – tramite sgravi o sussidi diretti – alle attività inquinanti così come definite dallo stesso Ministero dell’Ambiente?

E poi dopo, come lo spieghiamo alla sinistra che senza una forte rappresentanza italiana in Europa non riusciremo a dare risposte a questi giovani in piazza?

PERCHÉ L’EUROPA con il clima c’entra moltissimo, c’entra moltissimo con le risposte che noi adulti (soprattutto se eletti o con incarichi politici) dobbiamo dare alle centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi che hanno invaso le strade delle città italiane da Nord a Sud. Anzi annuncio a tutti coloro che in queste ultime settimane hanno lanciato una lista ecologista per le europee che per portare avanti le politiche per il clima bisogna davvero puntare ad avere una rappresentanza numerosa, competente ed appassionata nel Parlamento di Bruxelles. Insomma questa idea di partire dalle identità di parte (spesso poco più che individuali) non è affatto buona. Qui bisogna puntare in alto e mettere in campo energie ed idee che diano finalmente un’anima sociale all’Europa proprio attraverso la questione ecologica. Si perché ecologismo fa rima con europeismo (anche con femminismo guarda un pò) mentre è esattamente il contrario del sovranismo (in tutte le sue declinazioni). Combattere il mutamento climatico vuol dire costruire un nuovo modello economico: l’economia lineare è capitalista e si fonda su «estrai, produci, consuma, dismetti» quella circolare si fonda su «riutilizza, crea, condividi, partecipa».

LA SINISTRA non dovrebbe avere dubbi da che parte stare e dovrebbe avere chiaro che solo la dimensione europea può garantire il successo di una svolta epocale, quella a favore del clima, che è necessariamente internazionale….altro che sovranismi. Sono europei i ragazzi e le ragazze che ieri hanno scioperato e chiedono (era scritto sui loro cartelli) leggi che da subito diminuiscano le emissioni di CO2 in atmosfera. Ma l’ambiente ha bisogno di leggi coraggiose, che non possono tenere in considerazione i confini nazionali, che necessitano di una visione come minimo decennale.

Facciamo un esempio? Fa sorridere questo Pd (e non solo, purtroppo lo so bene) che si scopre ecologista grazie alla Tav in Val Susa. È un buco di 53 km in una montagna che non ci consentirà magicamente di spostare le merci dalla gomma al ferro. Servirebbe invece un Piano Generale dei Trasporti e della Logistica – ragionato con l’Europa – che rivoluzionasse l’intero sistema italiano e che forse (sottolineo il forse) potrebbe pure dare un senso ad un buco in una montagna pronto nel 2035.

PER DIFENDERE il clima abbiamo bisogno di un’Europa forte che intervenga sugli Stati membri non tramite le politiche dell’austerity ma promuovendo e finanziando politiche nazionali ambiziose sul fronte del risparmio energetico, della mobilità sostenibile, dell’agricoltura biologica, delle energie rinnovabili, della lotta alla plastica (a dire il vero pochissimi sanno quanto l’Europa è stata fondamentale per spingere l’Italia sulla retta via grazie a direttive importantissime). Politiche per cui davvero convenga sforare i vincoli di bilancio perché combattono l’inquinamento, le ingiustizie sociali, difendono la salite dei cittadini e creano nuovi ed innovativi posti di lavoro, quello del futuro. Mi sembrano tutti temi che la sinistra, tutta, pure quella che si è dimenticata di esserlo, dovrebbe finalmente riconoscere e su cui dare spazio a nuove energie, a proposte progressiste ed ecologiste, magari femminili, al di fuori dei recinti dei simboli e delle segreterie di partito. Da ieri abbiamo centinaia di migliaia di giovani motivi in più per farlo. Non deludiamo anche loro.

Fonte: il manifesto, edizione del 17.03.2019

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