Capitalismo da disastro in Brasile: l’avidità mineraria produce un’orribile valanga di morti | Vijay Prashad

Disastro minerario nella città brasiliana di Brumadinho

Il 25 gennaio 2019 è saltata una diga nella città di Brumadinho, a nord di Rio de Janeiro, Brasile. La diga era stata costruita dall’azienda estrattiva di minerale ferroso Vale per depositarvi i residui dell’estrazione. Quando la diga iniziò a cedere, non ci volle molto perché i 13 milioni di metri cubi di residui ferrosi travolgessero i lavoratori a valle avventandosi sulla città stessa.

Approssimativamente 300 persone sono state uccise nel disastro e molte di più ferrite. In quattro ore dalla breccia, la fanghiglia si era riversata nel fiume Paraopeba, minacciando d’inquinare l’acqua di tutta la regione.

Incidenti che non sono tali

E’ difficile focalizzare l’attenzione su questi disastri, che non sono davvero tali. Il 18 aprile 2018, nove mesi prima della rottura della diga, Vale ammise in un documento interno che la diga era debole e che il suo crollo avrebbe causato la perdita di molte vite. Citava il fatto che sul percorso della fanghiglia c’era la mensa dei lavoratori. La diga cedette appena dopo mezzogiorno, con i lavoratori a pranzo in quella mensa, a prendersi l’impeto del fronte di fango: quanto previsto nello studio della Vale, sgusciato alla stampa dopo il disastro. Nonché il referto dell’Agenzia Mineraria brasiliana, lo scorso settembre. Che stimava un “basso rischio di rottura” della diga, ma che se avverato avrebbe avuto un “forte impatto” in termini di vite umane e di danno ambientale. L’agenzia aveva ovviamente sbagliato i calcoli sulla probabilità di cedimento, ma aveva ragione sulle conseguenze.

Uomini che non pagano mai

Vale, un’azienda brasiliana la cui capitalizzazione di borsa vale 77.4 mld di $, è uno dei massimi produttori mondiali di minerale ferroso d’alta qualità. L’anno scorso Vale ha annunciato profitti record dalla vendita del suo minerale. L’economia cinese aveva rallentato, il che comporta che le aziende cinesi siano più circospette nell’approvvigionamento del minerale di ferro. Vale produce un minerale a bassa impurità, che causa meno inquinamento e permette alle acciaierie di migliorare la produttività dei propri altiforni. Ecco il motivo dell’aumento di vendite e profitti della Vale. Che non potevano essere interrotti da avvisi di possibili cedimenti di diche o altri incidenti.

Il governo brasiliano è andato frettolosamente addosso ai gestori locali ma non ha toccata l’alta dirigenza, ivi compreso Fábio Schvartsman, uno dei più potenti uomini d’affari brasiliani. Due anni fa il Programma Ambientale ONU e la fondazione norvegese GRID-Arendal hanno fatto uno studio  delle avarie minerarie trovando che quasi tutte fornivano sufficienti preavvisi, che avrebbero potuto portare a prevenire i disastri collegati. “La tragedia” hanno scritto nello studio “è che I segnali premonitori sono stati o ignorati o non riconosciuti da gestori a corto di risorse [specifiche]”. Sono tali “manager con risorse insufficienti” a tenere spesso insieme le miniere sotto-capitalizzate pressate a produrre di più per aumentare i profitti generali dell’azienda.

La politica aziendale non è definita a livello della miniera, bensì dei consigli di amministrazione. Comunque nessuno come Schvartsman pagherà per una tale decisione. Quelli come lui stanno a fianco del presidente del Brasile Jair Bolsonaro a piangere lacrime di coccodrillo. Non ci sarà alcuna vera riforma del Sistema, che minerebbe il potere economico e politico di uomini come Schvartsman.

Zone sacrificabili

Brumadinho sta in pieno nelle zone sacrificabili del Brasile. Dove vive gente trattata come usa-e-getta — gente la cui terra viene distrutta con l’andirivieni degli escavatori giganti delle aziende minerarie a sconvolgere il paesaggio lasciando il terreno inquinato. Le mega-aziende hanno dichiarato guerra al pianeta, scavandone le viscere sempre più per ammucchiare montagne di profitti per i pochi mentre molti milioni di persone periscono di stenti e disorientamento. E zone sacrificabili sono in ogni paese, dalle terre su cui vivono i Nativi Nord-Americani agli Adivasi in India centrale. Nessun albero è al sicuro, nessun corso d’acqua dev’essere lasciato vivo.

Fintanto che i giornali mantengono Brumadinho e Vale fra le notizie, le grosse aziende terranno giù la testa. Vale è già stata costretta a fermare l’attività alla miniera Brucutu mine, la seconda più grande in Brasile dopo la Carajás, sempre di Vale — la maggior miniera di ferro al mondo. Ma tutto questo è temporaneo. Vale sa che gli affari riprenderanno appena saranno asciugate le lacrime.

Non lontano dalla miniera di Carajás, Vale ha vaste concessioni estrattive per rame, oro e manganese — che la rendono problematica per la natura e per i residenti locali, la comunità Kayapo. Che nel 2015, chiese a un professore dell’Università Federala del Pará di misurare l’acqua nel fiume Cateté. Il professore — il dr. Reginaldo Saboia de Paiva — vi trovò livelli del tutto abnormi di ferro, cromo, rame e nickel. L’acqua inquinata è quella che i sono costretti a usare anche se li avvelena. Vivono in una sacrificabile. Vengono sacrificati per far fare a Vale I suoi favolosi profitti. La capacità dei Kayapo di affrontare Vale e lo stato brasiliano è trascurbile. Il presidente Bolsonaro ha nominato il generale Franklimberg Ribeiro de Freitas a gestire l’Agenzia per gli affari indigeni (FUNAI). Né Bolsonaro né Franklimberg si curano minimamente della sopravvivenza dei Kayapo. La politica adottata sosterrà i bulldozer e gli scavatori profondi, l’attività mineraria e le grandi aziende dell’agro-business. C’è da far soldi, la nature e la gente si fottano.

Il lato brutto del Canada

Le aziende lo sanno. Franklimberg era nel consiglio di consulenza della Belo Sun, un’azienda mineraria canadese con i suoi tentacoli in Brasile. Belo Sun non è la sola azienda mineraria canadese a operare in Brasile. Gran parte di quelli con machine da escavazione profonda sono del Canada — Barrick Gold, Reunion Gold, Kinross Gold, Jaguar Mining, Largo Resources, Emerita Resources, Equinox Gold, Yamana Gold e Leagold Mining Corporation. Insieme alla britannica AngloAmerican e l’australiana Mirabela Nickel, questi fanno una pausa ogni volta che c’è un disastro e poi procedono ad armi spiegate nelle zone sacrificabili.

Se si è confusi dal ruolo del Canada nel Gruppo di Lima che cerca di rovesciare il governo in Venezuela, ci si prenda una pausa leggendo sulle aziende canadesi che stanno facendo a pezzi il SudAmerica.

Il Procuratore Generale del Brasile André Mendonça è andato nella città di Brumadinho e ha detto che Vale deve cambiare comportamento. Vale ha detto che avrebbe cooperato con le autorità e fornito sostegno alle famiglie dei colpiti. Col che sono stati fatti i rumori giusti. Ci sarà presto silenzio. E poi si sentirà ancora una volta il rumore dei motori dei camion 793F CMD Caterpillar da 240 tonnellate che portano via minerale di ferro dalla miniera, dalla zona sacrificabile.

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Vijay Prashad è uno storico indiano, redattore e giornalista. E’ un membro relatore e corrispondente capo al Globetrotter, un progetto dell’Independent Media Institute. E’ capo redattore di LeftWord Books ae direttore di Tricontinental: Institute for Social Research. E’ autore di 18 libri, comprresi Arab Spring, Libyan Winter (AK Press, 2012), The Poorer Nations: A Possible History of the Global South (Verso, 2013), Red Star Over the Third World (LeftWord, 2017) and The Death of the Nation and the Future of the Arab Revolution (Università di California Press, 2016).


CAPITALISM, 11 Feb 2019  | Vijay Prashad | Independent Media Institute – TRANSCEND Media Service

Titolo originale: Disaster Capitalism in Brazil: Mining Greed Produces a Horrific Death Toll

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

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