Una strategia nonviolenta per sconfiggere il tentativo di colpo di stato US in Venezuela | Robert J. Burrowes

Alla gente del Venezuela

Di nuovo, l’élite degli Stati Uniti ha deciso di tentare d’imporre la propria volontà sul popolo di un’altra nazione; in questo caso, e neppure per la prima volta il vostro paese, Venezuela.

Il 23 gennaio 2019, in seguito a una precisa programmazione segreta nelle settimane precedenti e una telefonata a tarda sera della vigilia del vicepresidente US Mike Pence – si veda ‘Pence ha promesso sostegno U.S. prima della mossa del capo dell’opposizione venezuelana’ e ‘Venezuela – Il piano per il colpo di stato di Trump ha grosse falle’ – gli US hanno dato corso a un colpo di stato contro il vostro the presidente, Nicolás Maduro, e il suo governo, che voi avete democraticamente rieletto a rappresentarvi il 20 maggio 2018. Si veda ‘Il caso della legittimità del secondo mandato di Maduro’.

Organizzando, riconoscendo, e sostenendo come ‘presidente ad interim’ il fantoccio US addestrato allo scopo durante il decennio scorso – v. ‘La creazione di Juan Guaidó: come il laboratorio US per il cambiamento di regime ha creato il leader del colpo di stato in Venezuela’ – il governo degli Stati Uniti ha semplicemente focalizzato meglio e adesso cristallizzato il proprio programma di lungo periodo per impadronirsi del controllo delle enormi risorse del Venezuela, petrolio, gas, oro, acqua e altre ancora; per di più con le fonti d’idro-carburi a distanza conveniente dalle raffinerie texane. In quanto all’oro, per esempio, si veda ‘La Bank of England ha rifiutato la restituzione di $ 1.2 miliardi in oro al Venezuela’ e poi ‘La Bank of England ha sollecitato il conferimento dell’oro venezuelano a Guaidó’.

Ovviamente, questo colpo di mano è perfettamente coerente con la politica estera US degli scorsi due secoli, il cui nucleo essenziale è assicurarsi il controllo di aree geostrategiche chiave del mondo e rubare le risorse di nazioni straniere. Per un elenco di solo gli ‘interventi US più notevoli’ in Centro/Sud-America in quel periodo, si veda ‘Prima del Venezuela:la lunga story dell’intervento U.S. in LatinAmerica’. Ma si può leggere un elenco più completo degli interventi US oltremare (solo dal 1945) in ‘Rovesciare i governi di altri: l’elenco mastro’ di William Blum.   Inutile dire che quest’ultimo tentativo di ‘cambio di regime’ è in flagrante violazione del diritto internazionali in tanti capi che è difficile documentarli con concisione. Per prima cosa, il continuo intervento US per un lungo period è sempre stato una violazione del diritto internazionale, ivi compresa la stipula al Capitolo IV, Articolo 19 dello Statuto dell’Organizzazione degli Stati Americani. Secondo, le sanzioni sono illegali ai sensi di tanti trattati da nauseare. Si veda ‘La pratica relativa alla norma 103. Punizioni collettive’. E terzo, il colpo di stato è una violazione della costituzione del Venezuela. Si veda ‘Il fallimento della pretesa costituzionale di Guaidò alla presidenza del Venezuela’.

Purtroppo, il diritto internazionale (come peraltro quello nazionale) è usato semplicemente come mezzo alternativo per infliggere violenza a chi è fuori dalla cerchia d’élite, come dimostra un’osservazione anche casuale dei fatti registrati, e viene ignorata di routine dalle élite negli US e altrove quando lo ‘richiedano’ i loro interessi geopolitici, economici e/o altri.

Come al solito non c’è neppure un pretesto lontanamente ragionevole per questo colpo di mano, alla faccia del consueto alfabeto dei servili alleati US come Australia, GranBretagna, Canada, Francia, Germania, Israele…. – si veda, per esempio,  ‘L’Australia riconosce Juan Guaidó come presidente del Venezuela’ e ‘Emmanuel Macron, Pedro Sanchez, Angela Merkel e Theresa May non hanno alcun diritto d’emanare un ultimatum al Venezuela’ – come pure i media mega-aziendali controllati dall’élite, che mentono che ci sia un tal pretesto. Si badi, dato il sostegno nazionale calante per molti di questi capi politici alla luce della loro ovvia incompetenza nel trattare tematiche critiche per i propri elettorati – è qui che citiamo parole come ‘Brexit’ e ‘Gilet Gialli’, per esempio? – sorprende poco che la distrazione offerta da avvenimenti altrove sia anche usata a procurare qualche sollievo dai fari puntati sulla loro inettitudine.

Ovviamente, Luis Almagro, il sottomesso capo dell’Organizzazione degli Stati Americani (OAS), ha riconosciuto Guaidó in violazione dello Statuto OAS nonché di un voto di netta maggioranza dell’organizzazione – si veda ‘Messaggio del Segretario Generale OAS sul Venezuela’ e ‘La Caricom ad Almagro: “Lei non parla per tutta l’OAS”’ – e la codarda UE, anch’essa inginocchiata alla pressione US tesa ad ignorare il diritto internazionale, ingrossano semplicemente il quadro di un sistema globale privo di bussola morale e della sovranità della legge, figuriamoci del coraggio.

E’ vero, come quasi tutti voi ne siete consci, che il Venezuela fa da tempo esperienza di terribili circostanze economiche, ma, come pure sapete, queste circostanze sono state causate da ‘intervento esterno, sabotaggio interno e dal declino nel prezzo del petrolio’, comprese particolarmente le aggravate sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti negli ultimi anni. Per dei solidi rendiconto di quell che ha avuto luogo di recente in Venezuela, particolarmente dei fattori esterni a causa di queste circostanze, si veda il rapporto scritto da Alfred de Zayas per conto del Consiglio ONU per I Diritti Umani, ‘Rapporto dell’esperto indipendente sulla promozione di un ordine internazionale democratico ed equo sulla sua missione nella Repubblica Bolivariana di Venezuela ed Ecuador’ che identificava la crisi che la ‘guerra economica’ US stava intensificando – si veda ‘Ex-rapporteur ONU:le sanzioni US contro il Venezuela causa di crisi economica e umanitaria’ – come pure la ricerca riferita in ‘Le proteste dell’opposizione in Venezuela radicate in falsità’, ‘Le sanzioni di Trump rendono quasi impossibile il recupero del Venezuela’, ‘Il cambiamento di regime US in Venezuela: le prove documentate’ e ‘Venezuela: ciò che gli attivisti devono sapere sul colpo di stato a guida US’.

Ma, affinché qualcuno non pensi che il colpo di mano US sia solo per le risorse, è anche vitale il controllo geopolitico, come fatto notare da Garikai Chengu: ‘l’America cerca il controllo del Venezuela perché sta sull’intersezione strategica dei mondi caribico, sud- e centro-americano. Il controllo della nazione è sempre stato un modo quanto mai efficace di protendere il potere in queste tre regioni e oltre’. Si veda ‘Sanzioni di distruzione di massa: la guerra dell’America al Venezuela’.

Ovviamente, sebbene i problemi eccezionali in Venezuela siano stati causati in primo luogo dalla continua interferenza illegale US, il governo eminentemente ragionevole del vostro paese resta disposto a entrare in dialogo per risolvere questi problemi. Si veda, per esempio, ‘Il leader del Venezuela Nicolas Maduro cerca di colloquiare con Obama’ e ‘Maduro riafferma la disponibilità al dialogo’. Però questa disponibilità non interessa l’élite US né I suoi servili alleati occidentali e locali (in Centro/Sud-America come in Venezuela), che come detto prima sono intenti ad usurpare il controllo via dal popolo del Venezuela e rubarvi le risorse.

In ogni caso e cosa più importante per chi di noi presta attenzione alla verità anziché alla spazzatura riferita nei media mega-aziendali controllati dall’élite – si veda per esempio ‘Può il Venezuela avere una transizione pacifica?’ delineato in modo più completo in ‘I media della resistenza stanno con Trump per promuovere il colpo di stato in Venezuela’ – siamo ben consci di quel che tutti voi ne pensate, perché, secondo recenti sondaggi, siete nettamente contro l’intervento di ogni sorta US o d’altri. Si veda ‘86% dei venezuelani sono contrari a un intervento militare, 81% sono contro le sanzioni U.S. – mostrano sondaggi locali’.

Fortunatamente, ovvio, avete molti alleati solidali in paesi come Russia, Cina, Cuba e Turchia, che riconoscono il Vostro diritto a vivere col governo che avete eletto e non desiderano rubarvi le risorse. Inoltre, a un incontro d’’emergenza’ del Consiglio di Sicurezza ONU il 26 gennaio 2019, convocato dagli Stati Uniti per cercare autorizzazione ad interferire in Venezuela, Cina, Guinea Equatoriale, Russia e SudAfrica si sono opposte e Costa d’Avorio e Indonesia astenute. Si veda ‘Il capo politico ONU invoca il dialogo per mitigare le tensioni in Venezuela; Consiglio di Sicurezza diviso su percorso per por fine alla crisi’.

E c’è un gran numero di persone, fra i quali eminenti intellettuali pubblici, ex-diplomatici e   gente comune che sono saldamente dalla vostra parte nel difendervi da quest’ultimo accesso d’imperialismo occidentale. Per esempio, il professor Noam Chomsky e altri eminenti personaggi hanno dichiarato pubblicamente il loro sostegno – si veda ‘Lettera aperta di oltre 70 studiosi ed esperti condanna il tentativo di colpo di stato sostenuto dagli US in Venezuela’ – e l’ex-ambasciatore UK Craig Murray ha asserito che ‘Al colpo di stato in Venezuela si deve resistere’.

Comunque, data la vostra resistenza già in atto al colpo di stato a difesa del Vostro governo eletto, vorrei offrire un altro percorso di sostegno alla vostra considerazione: la mia assistenza, se gradita, alla programmazione e attuazione di una strategia nonviolenta complessiva per sconfiggere il colpo di stato.

Che cosa serve? Ho spiegato in dettaglio come formulare e attuare una tale strategia nel libro

The Strategy of Nonviolent Defense: A Gandhian Approach.

Ne ho comunque anche delineato i punti essenziali sul sito web Nonviolent Defense/ Liberation Strategy che fornisce una chiara guida alla realizzazione dei 12 elementi della strategia. Se volete, potete vederne una rappresentazione in diagrammi su Nonviolent Strategy Wheel. E alla pagina Strategic Aims si vede l’elenco essenziale dei 23 obiettivi strategici necessari per sconfiggere un colpo di stato del tipo cui state resistendo al momento, obiettivi facili da adottare, modificare e/o aggiungere all’uopo, secondo le precise circostanze in base a quanto decidete. Se volete leggere un resoconto schietto su come programmare e condurre una tattica nonviolent ache abbia impatto strategico: ‘Nonviolent Action: Why and How it Works’. Questo richiederà la consapevolezza della differenza fra ‘The Political Objective and Strategic Goal of Nonviolent Actions’ [L’obiettivo politico e la meta strategica delle azioni nonviolente].

E, per assicurare il più potente utilizzo del vostro coraggio, potete ben considerare i 20 punti progettati per ‘Minimizing the Risk of Violent Repression’ in qualunque azione nonviolenta a rischio repressive, per neutralizzare provocatori violenti ma anche per il caso che comparti della polizia o dell’esercito defezionino nell’appoggio al fantoccio US Guaidó fra qualche giorno o settimana, come avviene spesso in contesti del genere.

In sostanza, è essenziale la vostra continua resistenza al colpo di stato per sconfiggerne gli autori e difendere il governo eletto. Ma le probabilità di successo sono molto accentuate se la vostra lotta e quella dei vostri alleati solidali nel mondo si concentra per il massimo impatto ed è disegnata per spalmarne il costo.

Ricordate, sarete voi a decider il destino del Venezuela, non l’élite US e neppure il vostro presidente e governo.

Naturalmente, che decidiate di considerare e/o adottare la strategia da me proposta, avete la mia solidarietà.

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Il dr. Robert Burrowes è membro della Rete TRANSCEND per Pace Sviluppo Ambiente e impegnato da una vita (con ampie ricerche dal 1966) a capire e porre termine da attivista (dal 1981) alla violenza umana. E’ autore di  Why Violence? [Perché la violenza?]     Siti web: (Charter) (Flame Tree Project)  (Songs of Nonviolence) (Nonviolent Campaign Strategy) (Nonviolent Defense/Liberation Strategy) (Robert J. Burrowes) (Feelings First)   Email: [email protected]

 

Robert J. Burrowes, Ph.D. – TRANSCEND Media Service, 4 Feb 2019

Titolo originale: A Nonviolent Strategy to Defeat the US Coup Attempt in Venezuela

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis

 

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