No alla triplicazione della produzione di bombe RWM a Iglesias
Il 13 Novembre 2018 lo Sportello Unico per le Attività produttive e per l’edilizia (SUAPE) di Iglesias ha autorizzato la realizzazione di due nuovi reparti produttivi dello stabilimento RWM Italia Spa.
Tali reparti consentiranno alla RWM di passare dalle circa 5.000 bombe d’aereo all’anno, prodotte attualmente, ad oltre 15.000 ordigni, dotati di cariche esplosive da 100 a 500 kg circa, ad alto potenziale.
Tutto il procedimento autorizzativo si è svolto all’interno degli uffici, con un semplice passaggio di documenti per via telematica, senza nessun coinvolgimento della popolazione e delle istituzioni democratiche.
Le associazioni per la pace e per la salvaguardia dell’ambiente non hanno avuto accesso agli atti, non sono state ascoltate e sono state escluse dal procedimento amministrativo, nonostante quanto previsto dalla legge nazionale 241/90 e dalla normativa regionale.
Non è stata fatta nessuna valutazione di impatto ambientale e non si è considerato l’effetto congiunto sull’ambiente di una serie di modifiche recentemente apportate all’impianto, le quali hanno già prodotto un aumento delle emissioni inquinanti.
Non è stato aggiornato il piano di emergenza esterna, risalente al 2012.
Non è stato considerato il danno ambientale sulla zona boschiva in cui si trova lo stabilimento e sull’adiacente Sito di Interesse Comunitario per la presenza di eccezionali endemismi animali e vegetali.
Circa il 45% delle bombe attualmente prodotte vengono vendute all’Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen, dove sono già morte, a causa della guerra, oltre 20.000 persone, tra le quali migliaia di bambini.
Inoltre, l’azienda è in possesso di ordinativi che le consentiranno di continuare a vendere ancora migliaia di bombe a quel paese arabo.
Tutto questo è contro la legge italiana che vieta la vendita di armi a paesi in guerra o che violano i diritti umani o le convenzioni internazionali.
Per questi motivi, varie associazioni, rilevando numerose ipotesi di illegittimità, hanno deciso di ricorrere al TAR Sardegna contro la decisione del Comune di Iglesias, .
Un Ricorso al TAR di questo tipo però costerà diverse migliaia di euro e le associazioni ricorrenti non dispongono di tale importante cifra.
Chi volesse aiutare le associazioni a a fermare l’espansione della fabbrica di morte può fare un versamento di qualsiasi importo sul conto di
LINK – LEGAMI DI FRATERNITA’
IBAN: IT34A0335901600100000149710 – BANCA PROSSIMA – FILIALE DI MILANO 20121 – PIAZZA PAOLO FERRARI 10 – MILANO
CAUSALE “RICORSO AL TAR”
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