Morte di don Carlo Carlevaris

Massimiliano Fortuna

Il 2 luglio, all’ospedale del Cottolengo, luogo cardine della sua vita e della sua vocazione, don Carlo Carlevaris si è spento all’età di 92 anni, al termine di un’agonia durata alcune settimane.

Di certo la sua figura luminosa continuerà ad accompagnarci e a essere di esempio per chiunque senta la vicinanza agli ultimi, ai più poveri, agli emarginati come una stella polare dalla quale farsi condurre.

Per un decennio fu cappellano del lavoro in alcune fabbriche della Torino degli anni Cinquanta e Sessanta. In seguito, dopo esser stato allontanato dalla Fiat, per 18 anni, tra il 1968 e il 1986, prete operaio – uno dei primi in Italia – alla Lamet. Anni molto duri e conflittuali, nei quali va rimarcato anche il suo impegno sindacale e la sua attività nella GiOC (la Gioventù Operaia Cristiana) assieme, tra gli altri, a Domenico Sereno Regis.

Fecondo fu l’incontro con il cardinale Michele Pellegrino e molto importante il suo contributo alla redazione della nota Lettera Pastorale «Camminare Insieme» (1971).

Per concludere questo breve ricordo di don Carlo scegliamo le parole che lui stesso pronunciò dodici anni fa, in occasione del compimento degli 80 anni, perché possono considerarsi una sorta di esemplare riepilogo di tutta la sua vita e come tali un indimenticabile testamento spirituale:

 

“Non ho consigli da dare. Cerco ancora di imparare a vivere questa stagione, l’ultima della vita, in fedeltà alla scelta iniziale: stare tra la gente, lottare con chi lotta, difendere e servire i poveri. A dirla tutta sono contento di vivere questi ultimi anni nella soffitta di San Salvario con i neri, i musulmani e le prostitute all’angolo che mi salutano con un sorriso. C’è ancora qualcosa da fare. Auguro a tutti la scoperta dei poveri, dei deboli, degli ultimi”.

 

I funerali si svolgeranno nella chiesa grande del Cottolengo di Torino mercoledì 4 luglio alle ore 10. Il rosario martedì 3 alle ore 18 presso la chiesa Santi Pietro e Paolo di via Saluzzo.


 

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