L’eugenetica italiana e la Grande Guerra | Segnalazione redazionale

Giovanni Cerro (a cura di), L’eugenetica italiana e la Grande Guerra, ETS, Pisa 2017, pp. 230, euro 22

Il libro raccoglie una serie di articoli, scritti tra il 1914 e il 1919, nei quali i maggiori eugenisti italiani dell’epoca (tra questi Giuseppe Sergi e Corrado Gini) analizzano le conseguenze biologiche del conflitto sulla sanità fisica e psichica della popolazione civile e militare italiana.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale, il presupposto su cui era nato e si era sviluppato il movimento eugenetico internazionale sembrò incrinarsi definitivamente: di fronte a tanta inaudita violenza era ancora possibile sperare in un miglioramento della «razza umana»? Anche in Italia gli eugenisti si divisero tra chi considerava il conflitto una minaccia per l’integrità fisica e psichica del corpo sociale e chi lo interpretava invece come un fattore di selezione e di progresso, in grado di favorire la parte migliore della popolazione. Questa contrapposizione contribuì a ridefinire non solo gli equilibri nel campo dell’eugenetica nazionale, ma più in generale i rapporti tra scienza e politica nella delicata fase del dopoguerra.

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