Ilmurràn. Maasai in the Alps | Recensione di Dario Cambiano

Sandro Bozzolo, Ilmurràn. Maasai in the Alps, Scrittodritto, Cuneo 2015, pp. 190, € 12,00

Ho incontrato questo libro perché ho incontrato Sandro Bozzolo, l’autore. Sandro è un viaggiatore, un ricercatore, un documentarista, credo un poeta.

Sandro, che nasce e vive sulle alpi liguri del Piemonte, ha una relazione profonda con la Natura e con quanto le si avvicina. Nei suoi viaggi, incontra Leah, una pastora maasai. Nasce una idea, e Leah accetta di passare una estate in Alta Valle Stura, dalle parti di Sant’Anna di Valdieri. Insomma il Piemonte aspro del Sud.

Qui Leah conosce e vive con Silvia, una bergera, cioè una pastora di pecore. Tre mesi insieme, a condividere riti e abitudini, ma soprattutto a conoscersi reciprocamente, in uno scambio di culture che diventa terreno fertile per trovare le radici dell’umanità.

Ilmurràn non è un romanzo, non è un saggio. È il diario di un incontro profondo, di anime e di culture. Un libro che racconta storie distanti migliaia di chilometri ma profondamente vicine nel rapporto con la Natura. Nel rapporto con la Vita. Un libro che può arricchire noi cittadini, noi che abbiamo perso, in memoria, l’odore delle montagne, lo stormire dei boschi, il sapore del cibo consumato in quota, di una notte passata sotto le stelle. Ma un libro che arricchisce anche lo studioso, che potrà riconoscere, nell’incontro tra queste due donne, le radici di un vivere più profondo, più ascoltato, più condiviso. Più umano.

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