Non è lavoro è sfruttamento | Segnalazione della Biblioteca

Marta Fana, Non è lavoro è sfruttamento, Laterza, Bari-Roma 20174, pp. 173, € 14,00

Le inchieste di Marta Fana sul Jobs Act e la sua lettera al ministro Poletti, condivise da migliaia e migliaia di lettori, hanno contribuito a portare alla luce la condizione del lavoro in Italia, imponendola all’attenzione pubblica come voce di un’intera generazione.

Si diceva: meno diritti, più crescita. Ma ci sono solo meno diritti. La modernità paga a cottimo. Così dilaga il lavoro povero, spesso gratuito, la totale assenza di tutele e di stabilità lavorativa. È una condizione che coinvolge più di una generazione. Non soltanto la generazione Erasmus e i Millennials, ai quali si è ripetuto il mantra dei giovani schizzinosi o emigranti per scelta.

Da troppo tempo, in nome della pace sociale, non si focalizza a sufficienza l’attenzione sulla perdita dei diritti e sul crescente sfruttamento in àmbito lavorativo. Il lavoro è una questione cardine del nostro tempo. Giovani e meno giovani costretti a lavorare gratis, uomini e donne assuefatti alla logica della promessa di un lavoro pagato domani, lavoratori a 3 euro l’ora nel pubblico e nel privato: questa è la modernità che paga a cottimo. Sottoccupazione da un lato e ritmi di lavoro pesantissimi dall’altro. Diritti negati dentro e fuori le aziende per quanti non vogliono cedere al ricatto. Storie di ordinario sfruttamento, legalizzato da vent’anni di flessibilizzazione del mercato del lavoro.


Marta Fana

Ricercatrice in economia presso l’istituto di studi politici di Sciences Po a Parigi. Si occupa di politica economica, e in particolare di economia del lavoro e disuguaglianze.

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