Giovani ed estremismo: come costruire resilienza attraverso la capacitazione giovanile

Ilaria Zomer

Dal 20 al 25 novembre, nell’ambito del programma Erasmus+, una visita studio fra Birminghan e Belfast per esplorare con altri operatori giovanili il ruolo del lavoro educativo non formale nella costruzione della resilienza dei giovani e degli adolescenti di fronte a fenomeni di estremismo e radicalizzazione. Un diario dell’esperienza.


Come i giovani sono percepiti nella società e come questa percezione influenza il nostro lavoro di educatori e operatori giovanili? Come queste percezioni influiscono sul nostro lavoro quando si tratta di lavorare con i giovani su questioni inerenti l’estremismo e la radicalizzazione?

Queste alcune delle domande da cui è partita la ricerca e lo scambio fra 15 operatori giovanili provenienti da diverse aree del Regno Unito, dal Belgio, dall’Olanda, dal Portogallo, dalla Germania, dall’Austria, dalla Finlandia, dalla Norvegia, dalla Bulgaria e infine dall’Italia a cavallo fra le città di Birminghan e Belfast.

La visita di studio è stata organizzata da SALTO Cultural Diversity, in partnership con l’Agenzia Nazionale Giovani della Gran Bretagna.

La visita studio ha lavorato sia su aspetti propri dell’approccio metodologico, la proposta ruotava attorno al Civic Youth Work (versione anglosassone della promozione della cittadinanza attiva italiana) e al valore della comprensione interculturale, sia su aspetti territoriali: come si lavora sul tema dell’estremizzazione in società polarizzate e divise come quella nord irlandese? I partecipanti hanno, quindi, esplorato diverse forme di lavoro giovanile sul territorio in grado di evitare l’alienazione, la marginalizzazione e la stigmatizzazione dei giovani stessi.

Il progetto ci ha permesso di visitare organizzazioni giovanili e comunitarie, partecipare a sessioni pratiche, riflettere, discutere e dedicare momenti al networking e alla progettazione comune.

Gli obiettivi della visita di studio erano:

  1. Fornire un supporto teorico e pratico agli operatori giovanili, sviluppare conoscenze e competenze necessarie per promuovere la resilienza dei giovani all’estremismo e alla radicalizzazione;
  2. Costruire la capacità delle organizzazione giovanili di rispondere al rischio dell’estremismo e della radicalizzazione e aumentare la resilienza dei giovani;
  3. Mettere in luce esperienze rilevanti e buone pratiche in Gran Bretagna (a livello locale e nazionale). In particolare analizzare il ruolo dello civic youth work come un approccio che incoraggia la cittadinanza attiva dei giovani e riduce il rischio dell’estremismo e della radicalizzazione.
  4. Coinvolgere i partecipanti nella riflessione e nello scambio di buone prassi e lezioni apprese nel contesto di provenienza
  5. Discutere le opportunità di sviluppare progetti congiunti nell’alveo del programma Erasmus+.

 

Nei prossimi articoli un diario ragionato dell’esperienza.

#YPEvisit17 TO BE CONTINUED… oppure…


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