Disarmo nuclerare, l’Italia cambia e dice sì

Giorgio Nebbia

Il 24 dicembre, vigilia di Natale, all’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York è stata approvata la risoluzione L.41 che impone l’avvio di negoziati per mettere fuori legge le armi nucleari, primo passo per la loro abolizione totale. La risoluzione è stata approvata con 113 voti a favore, 35 contrari e 13 astensioni; Hanno votato contro le potenze nucleari (ma la Cina si è astenuta), che non intendono privarsi delle loro bombe nucleari, molti paesi europei. l’Italia ha votato a favore, cambiando il voto contrario alla stessa risoluzione espresso nella commissione disarmo il 23 ottobre scorso.

Il governo italiano, con il voto a favore del disarmo nucleare, ha ascoltato la voce di tante associazioni e persone che hanno chiesto tale svolta nella politica italiana e la voce del papa Francesco che domenica prossima, nella giornata della pace, ripeterà l’appello proprio in favore “della proibizione e dell’abolizione delle armi nucleari”, denunciando che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca non assicurano la coesistenza pacifica fra i popoli.

Nel mondo nove paesi possiedono armi nucleari; ce ne sono 15.000, molte su missili intercontinentali, pronte a portare morte e distruzione in qualsiasi parte del pianeta; alcune bombe termonucleari americane sono anche in Italia a Ghedi e Aviano.

Tutto questo dovrebbe gradualmente cessare con i negoziati per l’eliminazione delle armi nucleari che cominceranno nel 2017, settantadue anni dopo il lancio della prima bomba atomica americana su Hiroshima; molti problemi tecnici, economici, ecologici e politici, dovranno essere risolti, il cammino sarà lungo e difficile ma è cominciato.

Con l’eliminazione delle bombe nucleari, le centinaia di miliardi di dollari che ogni anno le potenze nucleari spendono per l’aggiornamento e il perfezionamento dei loro arsenali, potrebbero diventare disponili per assicurare cibo, acqua e case ai due miliardi di poveri del mondo.

Quante cose possono succedere se si preme il tasto giusto, quello del disarmo e della pace, durante la votazione in una aula delle Nazioni Unite, in un freddo giorno invernale.

il manifesto, 31.12.2016


 

1 commento
  1. Antonino Drago
    Antonino Drago dice:

    Purtroppo le cose stanno diversamente per quanto riguarda l'Italia. La ricostruzione accurata compiuyta dalla Prof.ssa Enza Pellecchia di Senzatomica è la seguente:

    "L’italia ha votato SI alla draft resolution XXVI "Taking forward multilateral nuclear disarmament negotiations" (tabellone a 35.56), ma subito dopo NO alla draft resolution XLI "Treaty banning the production of fissile material for nuclear weapons or other nuclear explosive devices" (tabellone a 37.07), dove hanno votato no solo Italia e Pakistan °_°
    Ricordo che quando si votò a ottobre, la bozza di risoluzione presentata dal gruppo di stati capitanati dall’Austria si chiamava L. 41 (il doc. infatti è A/C.1/71/L.41 ed è qui: http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=A… ). L’unica cosa che mi viene da pensare è che il delegato italiano ha confuso il no alla L.41 (bozza di risoluzione presentata dall’austria) con il no alla draft resolution 41 (bozza di risoluzione discussa in Assemblea Generale e presente nel documento di cui sopra)."
    Insomma l'Italia non ha perso ancora nulla del suo servilismo alla NATO, nonostante l'art. 11 della Costituzione e l'appello del papa nel messaggio della 50° giornata della pace: abolizione delle armi nucleari!

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