Marionette per promuovere la pace in Bosnia Erzegovina | Alizée Gau
7 Dicembre 2016: Il pregiudizio tra i bambini in Bosnia Erzegovina è oggi forse più grande che prima delle guerre balcaniche degli anni ‘90. Ma una tendenza preoccupante non è per forza una conclusione, come un’organizzazione è stata in grado di dimostrare nelle scuole primarie grazie a dei pupazzi.
Siamo tutti importanti
“Ho cominciato a giocare perchè ero troppo stanco di sentire di guerre, follie e violenze.”
Mercoledì 8 Novembre è un giorno speciale per i bambini della scuola primaria di Jajce, in Bosnia Herzegovina. Non appena suona la campanella delle 10, i bambini corrono fuori dalle classi e aspettano entusiasti fuori dalla porta di legno della palestra. Due insegnanti li seguono dicendo loro di fare silenzio, prima che un uomo vestito di rosso apra la porta dicendo loro allegramente :”Benvenuti allo spettacolo dei pupazzi!”.
I bambini entrano timidamente in palestra. Osservano guardinghi una grande tenda rossa, dietro la quale si nascondono quattro adulti. Uno degli uomini esce e inizia a scaldare il suo pubblico. “Conoscete i numeri da zero a nove? Sì? Bene, volete sentire una storia su di loro?”
Ma lo spettacolo non parla di matematica. Non appena i numeri da 0 a 9 si presentano al pubblico, sei ed otto iniziano a litigare sulla loro rispettiva importanza nell’universo. Tutti i numeri iniziano a litigare finché interviene l’uomo col vestito rosso: “E il numero di secondi in un minuto, o il numero di ore in un giorno? Due e quattro si guardano esitanti, prima di decidersi a farsi vedere.
Lo spettacolo, intitolato “Siamo tutti importanti”, non sarebbe così speciale se non fosse per il pubblico, che ride pieno di divertimento, e per il fatto che è messo in scena in una delle scuole segregate della Bosnia Erzegovina, che hanno tenuto separati Bosniaci e Croati per più di 25 anni dalla fine delle guerre Bosniache.
“Ho cominciato a giocare perchè ero troppo stanco di sentire di guerre, follie e violenze, e volevo cambiare qualcosa” spiega uno degli attori. I nostri laboratori sono in realtà i pochi momenti in cui i bambini possono stare tutti insieme.”
Un tetto, due scuole
Nel 1996, appena dopo il trattato di pace che ha messo fine alla guerra durata cinque anni, due studenti ed un avvocato hanno iniziato a lavorare come volontari in un campo per rifugiati nel territorio Serbo della Bosnia Herzegovina.
Tra loro vi era Dijana Pejic, che ha poi fondato l’ONG Genesis. “Abbiamo provato ad intrattenere i bambini che stavano vivendo condizioni davvero difficili. Siamo andati con una biblioteca itinerante; altri giorni, invece, abbiamo organizzato proiezioni o spettacoli di pupazzi”
Dopo la laurea, Dijana ha deciso di lavorare full-time in campi per rifugiati. Nel 1997, Genesis è stata fondata e la squadra ha aperto un centro per aiutare i bambini con disturbo post-traumatico da stress. La ONG ha lavorato per sette anni nel territorio Serbo. Al termine del conflitto, la Bosnia è stata divisa in due: una parte al 90% Serbo-Ortodossa, l’altra, la Federazione Bosnia Erzegovina, principalmente abitata da Croati Cattolici e Musulmani Bosniaci. A causa del conflitto, e del nazionalismo dilagante nel paese, poche persone hanno attraversato i confini o hanno saputo quello che è successo dall’altra parte.
Nel 2005, UNICEF, che ha finanziato Genesis, ha chiesto al gruppo di condurre i suoi laboratori in Bosnia Herzegovina.
“Mi sono messa in contatto con un dirigente scolastico croato per organizzare un laboratorio per i bambini sulle mine. Mi sono molto sorpresa quando mi ha chiesto se doveva portare anche “gli altri”
La segregazione scolastica è stata stabilita alla fine della guerra, ufficialmente su richiesta dei genitori
Era la prima volta che Dijana sentiva parlare del sistema scolastico separatista. “Nelle aree rurali che non possono permettersi di costruire due scuole, i bambini Cattolici e Musulmani occupano lo stesso spazio ad orari diversi, seguendo curricula diversi con insegnanti diversi che provengono dalla loro comunità. In alcuni casi, la campanella suona ad orari diversi in modo che i bambini non si incontrino in cortile, ed anche i servizi igienici sono separati.”
Gli accordi di Pace di Dayton alla fine della guerra in Bosnia sono stati fortemente criticati per aver stabilito divisioni politiche e aver causato caos amministrativo nel paese. La divisione etnica del potere ha avuto come conseguenza un paese governato da tre presidenti e diviso in due entità e tre cantoni, ognuno governato da governi nazionalisti locali che incoraggiano separatismo e politiche identitarie.
In questo contesto, la segregazione scolastica è stata stabilita alla fine della guerra, ufficialmente su richiesta dei genitori. Comunque Genesis ha condotto una ricerca nel 2009 che ha rivelato come il 90% degli insegnanti e degli studenti nelle scuole separate sarebbe contenta di venire coinvolta in attività “miste”. Per questo motivo hanno iniziato a preparare attività miste in in Bosnia Erzegovina. “Abbiamo iniziato a lavorare coi presidi più aperti. Dopo un po’ di tempo, i presidi nazionalisti che inizialmente ci avevano rifiutato hanno iniziato ad accorgersi che stavano perdendo l’opportunità di attività molto interessanti per gli alunni e ci hanno chiesto di tornare”.
Un rimedio superficiale per una ferita profonda?
“I bambini amano i nostri laboratori perché per loro, rispetto all’insegnamento tradizionale, sono una grande novità”
Otto anni più tardi, Genesis organizza attività settimanali nelle scuole separate in tutta la Bosnia, promuovendo la tolleranza tra bambini provenienti da ambienti cattolici e musulmani. Uno studio del Banja Luka Psychology Institute ha mostrato che i bambini hanno mostrato un maggior desiderio di socializzare con i bambini di altre etnie,e sono più desiderosi di assumere un ruolo attivo nel contrastare la violenza.
Allo stesso modo, insegnanti coinvolti in questo programma affermano che la comunicazione con i colleghi di culture diverse è migliorata. Recentemente tre teenagers che avevano partecipato ai laboratori di Genesis da bambini hanno protestato con successo contro la costruzione di una scuola superiore segregata a Jajce.
Questa non è una sorpresa. Il lavoro di Genesis potrebbe spingersi ancora più lontano se non dovesse scontrarsi contro la retorica nazionalista con cui vengono cresciuti i bambini sin dalla prima infanzia. “Ad ogni elezione, i politici intimoriscono le persone parlando di etnie diverse” dice Dijana.
“Le persone sono facilmente manipolabili. In verità, direi che i bambini a volte hanno più pregiudizi di quanti ne avessero i loro genitori, perché sono cresciuti in comunità mono-etniche. Spero che entro dieci anni l’attenzione delle persone sarà sull’istruzione e sull’economia, invece di perdere così tanta energia su quante moschee o chiese ci sono!”.
Dijana Pejic e Genesis hanno vinto nel 2015 il Tomorrow’s Peacebuilders award per la costruzione della pace inter-religiosa. Dijana è nella giuria per il premio 2016.
Questo articolo è parte di una nuova serie sulle aree Europee di post conflitto, Tales of the Afterwar.
Insight On Conflict
Titolo originale: Using puppets to foster peace in Bosnia and Herzegovina
Traduzione di Eleonora Ceccaldi per il Centro Studi Sereno Regis
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