Francesco d’Assisi, Gandhi, nonviolenza e morte | Cinzia Picchioni
Nel 1989 è nato il Quarto ordine francescano, di cui faccio parte. Fondato per iniziativa di Padre Mariano da Torino, si è proposto di propagare ovunque una regola che rientra nella visione del famoso frate cappuccino (del quale è in atto il processo di beatificazione). La regola del quart’ordine francescano è questa: “Amare tutto il creato: amare il prossimo come noi stessi, secondo il comandamento di Gesù redentore; amare gli animali, presenti anch’essi nel Vangelo e che Francesco d’Assisi chiama i nostri fratelli più piccoli; amare la natura che, quale cosmica manifestazione del buon Dio, fu la casa terrena del nazareno”. Si tratta di “un ritorno integrale al messaggio di Francesco per la moderna evangelizzazione del mondo”. Del messaggio originale di Francesco d’Assisi tratta il film che sono andata subito a vedere, Il sogno di Francesco, con il miglior attore giovane che abbiamo in Italia, Elio Germano.
La pellicola è un’opera d’arte, nel vero senso della parola, con “quadri” che si susseguono (basti per tutti l’immagine scelta per la locandina) quasi in silenzio, interrotto da musiche e parole significative. Proprio perché le parole non sono molte, mi ha colpito conficcandosi nel mio cuore una frase, che al buio della sala ho trascritto a matita sul retro del biglietto per non dimenticarla. A un fratello che gli chiedeva notizie circa l’accettazione – da parte del clero – della Regola che aveva scritto, Francesco risponde così: “Hanno paura della debolezza, ma con la paura il mondo non avrà mai pace”. Oggi ho visto che la frase, a proposito di “sincronicità”, campeggia sotto il titolo, nelle locandine del film.
In uno dei miei libri, Consigli contro gli acquisti (nuova, terza, edizione di Semplicità volontaria, titolo che mi fu suggerito da Nanni Salio in persona, che ne ha scritto anche la Prefazione) ho inserito un capitolo che contiene la Regola francescana; anzi le Regole. Ho voluto che chiunque potesse leggere anche la prima, originaria Regola che Francesco scrisse, e che non ottenne la Bolla papale. Nel film è narrata proprio questa vicenda: su insistenze dei fratelli Francesco la riscrive, con l’intento di “alleggerirla” affinché potesse essere accettata dal clero. Ma non la cambia di molto, poi sta già male, i suoi problemi agli occhi lo indeboliscono… interviene allora frate Elia e compie delle modifiche, quelle che faranno accettare la Regola, che ottenne così la Bolla papale. E nel mio libro ho trascritto anche quella, così tutti possiamo vedere le differenze (e soprattutto quale fosse la volontà di Francesco, disattesa).
Sono stata molto contenta che l’editore abbia consentito che il libro contenesse anche le due Regole francescane, perché la semplicità volontaria di Gandhi e la “sorella povertà” di Francesco d’Assisi sono, appunto, sorelle, quasi gemelle direi.
Mi rendo conto che la frase che mi ha così tanto colpito l’ha fatto perché tratta di un’altra “sorella”, la morte. Che è la più grande paura. Francesco dice: “[…] con la paura il mondo non avrà mai pace”. Niente di più vero. Tutta la violenza deriva dalla paura di morire se ci pensiamo bene. E ahimsa – la nonviolenza gandhiana – che è anche la prima, trasversale a tutte le altre “regole” dello yoga, afferma che “sarà senza paura chi praticherà ahimsa”.
Credo che bisognerà prima o poi occuparsi del tema della “grande paura” da cui derivano tutte le altre e da cui derivano anche tutte le “armi” con cui crediamo di difenderci.
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