Non per protestare, ma per proteggere…Indiani in difesa delle loro terre
Sul quotidiano Il Manifesto del 14 settembre attirano l’attenzione un titolo e soprattutto una foto che presenta un accampamento dove le tradizionali tende indiane sono frammiste a roulottes, le auto ai cavalli: La rivolta dei Lakota Sioux contro il «serpente nero».
Un mese prima sullo stesso giornale era stata pubblicata la foto di alcuni indiani, di fianco al titolo “Salvate il fiume St Lawrence» Mohawk contro multinazionali.
I Lakota sono uno dei tre gruppi in cui si articola la grande alleanza sioux, di cui costituivano uno dei sette originari “fuochi del consiglio”. Un tempo occupavano un ampio territorio nel Nord-Est del continente americano. Ora sono stanziati in piccole aree tra il Nord e il Sud Dakota.
I loro territori dovrebbero essere attraversati dal lunghissimo oleodotto Dakota Access Line (DAPL), di cui si prevede anche il passaggio sotto il fiume Missouri. Le proteste dei Lakota, che da mesi manifestano contro questo progetto, hanno coinvolto diverse tribù (Cheyenne, Arapao, Crow). Nelle ultime settimane i membri di centinaia di tribù si sono riunite nella riserva di Standing Rock. Ecco che cosa scriveva il 9 settembre Sarah van Gelder sulla rivista YES Magazine: “Sto scrivendo dalla riserva Sioux di Standing Rock, dove sono arrivata con dozzine di canoe arrivate dal tutto il Nord-Ovest. Sono qui per raccontare le loro storie. Questo incontro è davvero storico, anche se l’oleodotto nel territorio Dakota non venisse bloccato. Le popolazioni native da lungo sono in prima fila per proteggere acqua e suolo. E a Standing Rock la gente continua ad arrivare. Siamo qui per proteggere, non per protestare – dicono”.
A Cannonball, nel Nord Dakota, la gente continua ad arrivare. L’occupazione del suolo per fermare la costruzione dell’oleodotto Dakota Access si è trasformata nella più grande riunione di tribù native in più di cento anni. E’ la prima volta che le sette tribù della Nazione dei Sioux si trovano insieme, dai tempi della Battaglia di Little Bighorn.
Nei giorni scorsi dozzine di famiglie di tribali sono arrivate in canoa da tutto il territorio di Nord Ovest, per unirsi ai campi lungo il fiume Missouri organizzati a sostegno dei Sioux di Standing Rock. E’ stato un giorno di celebrazioni: migliaia di persone, in rappresentanza di quasi 200 tribù, si sono accampate sulle rive.
Dopo le manifestazioni degli ultimi tempi, il Governatore del North Dakota ha allertato la Guardia Nazionale. Questo oleodotto, lungo 1.170 miglia, dovrebbe portare il petrolio greggio estratto dalle sabbie bituminose fino al Golfo del Messico, con un flusso giornalieri di 470.000 barili di petrolio. Gli interessi in gioco sono enormi.
I Mohawk (“Popolo della pietra focaia”) sono un popolo di nativi americani del Nord America, originari di una zona compresa tra il nord dello Stato di New York, il Québec meridionale e l’Ontario orientale. I loro stanziamenti attuali comprendono le aree attorno al Lago Ontario e il fiume San Lorenzo in Canada. Stanno protestando per lo stesso motivo dei Lakota: contro la costruzione di una nuova porzione dell’oleodotto Transcanada East Pipeline, che attraverserebbe i loro territori, mettendo a rischio l’ambiente e la salute delle popolazioni che vivono in quell’area.
Le grandi imprese multinazionali che costruiscono gli oleodotti hanno anche vaste proprietà sulle centrali e controllano i principali mercati energetici del Nord –America, fino al Messico.
I movimenti di protesta
I Mohawk hanno dato vita al movimento “Idle no more”1 che invita a partecipare a una rivoluzione pacifica per difendere la sovranità delle popolazioni indigene e per proteggere la terra e l’acqua. Hanno partecipato al recente Forum Sociale Mondiale di Montreal, e insieme a varie istituzioni (tra cui il Tribunale Permanente dei Popoli – che di recente si è espresso sulla questione TAV in Piemonte ) stanno lavorando alla stesura di un Trattato dei Popoli sulle Imprese Transnazionali.
Per I Dakota si sta aprendo uno scenario inaspettato: dopo mesi di proteste inascoltate, i Dipartimenti di Giustizia, degli Interni e della Difesa hanno ingiunto di fermare i lavori di costruzione della Dakota Access Pipeline, con la motivazione che i motivi di preoccupazione espressi dalla tribù Standing Rock Sioux richiede di riconsiderare le decisioni finora prese.
Nota
1 La traduzione potrebbe essere: “basta essere inattivi” oppure “basta essere considerati trascurabili”.
I MOHAWK NON SONO i Moicani. Manco per la capa !!! I Mohawk facevano parte della confederazione IROCHSE ( Haudenosaunee ovvero Popolo della Lunga Casa). i Mohicani (detti anche Mahicani) sono una popolazione nativa dell'area dell'attuale New England, nella regione del Green mountains, originari delle terre lungo il fiume Hudson e successivamente migrati verso il Wisconsin. Il termine da cui deriva il nome è Muhhekunneuw, che significa popolo del grande fiume.
Prima di dire cose errate forse è meglio documentarsi meglio !!
Caro Sig. Ricci,
la ringrazio per la segnalazione. In effetti sono inesperta di popolazioni indiane d'America, e per la traduzione mi ero affidata a wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Nazione_Mohawk
Leggendo frettolosamente ho fatto confusione. Provvederò al più presto a correggere. Cordiali saluti
elena
Grazie per il suo commento… e ci scusiamo per l’imprecisione che abbiamo corretto.
saluti di pace
la redazione
Mi scuso se il mio commento è stato forse un po' arrogante ma, purtroppo, sono abituato a veder trattare l'argomento "Nativi" troppo spesso con estrema superficialità e questo mi porta ad avere, a volte, reazioni eccessive.
Comunque il Suo articolo è validissimo e La ringrazio per aver parlato di quanto si sta verificando a Standing Rock.
Sono talmente pochi gli articoli inerenti ed ancor meno gli organi ufficiali di informazione che ne parlano ed è cosi un piacere vedere che non proprio tutti rimangono muti.
Se Lei è interessata all'argomento "Nativi americani" sarei lietissimo se volesse venirci a trovare sul nostro Gruppo "DON'T FORGET" di fb.
Mi scuso ancora.
A parte segnalare l'imprecisione (che si poteva fare anche in maniera meno arrogante) il sig. Ricci pare non aver compreso il reale enorme problema legato a Madre Natura, ma detto questo cosa si può fare concretamente per aiutarli?
Grazie
Federica