Intorno ad un requiem di don Primo Mazzolari | Recensione di Cinzia Picchioni
Walter Montini e Samuele Ugo Riva, Intorno ad un requiem di don Primo Mazzolari, La Nuova Rapida, Cremona 2015, pp. 56, prezzo non indicato
Uno strano libretto…
… quello presentato questa settimana. Due – anzi tre, se contiamo anche quello di don Mazzolari – requiem, antichissima preghiera che scaturisce dal libro apocrifo IV Esdra «uno scritto composto in ambiente giudaico probabilmente verso il II sec.», p. 7.
Quello di don Primo Mazzolari è un «piccolo ma prezioso gioiello. Nel testo sono immediatamente riconoscibili i toni, i contenuti e lo stile appassionato, propri dell’originale e travolgente personalità del noto prete cremonese», pp. 8-9.
Come dite? Non vi è così noto, il prete cremonese? Allora, a chi incontra don Primo Mazzolari per la prima volta, «questa sua breve preghiera potrà fungere da portale d’ingresso alla piacevole scoperta di un testimone sempre sorprendente, la cui vita e il cui insegnamento hanno marcato in modo indelebile un tratto a noi vicino del cammino della Chiesa italiana», p. 13.
Poi ci sono gli altri due requiem, quelli scritti «intorno» (come recita il titolo) alla preghiera di don Mazzolari: i due autori sono descritti nelle biografie in fondo al volumetto, nell’Appendice di p. 51, dove scopriamo che nascevano intorno all’anno in cui don Mazzolari moriva (1959). Bel «passaggio di testimone» no?
Infine, come mai troviamo questo «strano» volumetto presso la Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis e recensito dalle «pagine» della «newsletter»? Per il carattere dell’autore, la cui preghiera: «[…] si orienta immediatamente ai conflitti sociali, delineando un quadro in cui riposo, luce e pace sono invocati sui drammi del lavoro, della lotta per la giustizia, sui diseredati della vita, i reietti, i vinti, i perseguitati. Un Requiem, appunto tutto mazzolariano, che pregando per i morti in verità medita sulla vita, sulle sue verità più profonde, i suoi misteriosi intrecci di speranza e ingiustizie, di dolori e impegno. […] Più che per i defunti quello di don Primo è un Requiem per i vivi», p. 10.
Ecco fatto, perché.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!