L’ultimissima per il bagno


depuratore_cartaigienica


Lo giuro! Questa è proprio l’ultima… per davvero! Ma il bagno, si sa, l’abbiamo detto, è uno dei luoghi della casa in cui è più facile trovare problemi – e soluzioni – nell’àmbito della semplicità volontaria (basta il fatto che ci siano l’acqua e il fuoco insieme, come Elementi della natura, prigionieri dentro quattro mura!).

Dunque ecco che cosa ho pensato, o meglio ri-pensato.

Non so se ricordate, ma anni fa ero andata a visitare il depuratore del Po, quel luogo in cui – dopo averla ben bene inquinata con le attività quotidiane della città – l’acqua viene resa di nuovo «pulita», prima di reimmetterla nell’alveo del fiume.

Durante la visita avevo visto con i miei occhi il disastro che riusciamo a combinare, buttando nell’acqua – potabile, ricordiamocelo sempre, vi prego – ogni sorta di rifiuto, organico e non, solido e liquido, velenoso e non, chimico e alimentare: lamette, cotton-fioc, preservativi, assorbenti, cibo, olio, detersivi, ammorbidenti, candeggina, anti-calcare, pesci morti e… carta igienica. Quintali di carta igienica.

Dopo la visita al depuratore io – nota radicale nelle scelte – decisi che non avrei usato più la carta igienica, preferendo lavarmi ogni volta (che, tra l’altro è l’unica azione veramente igienica che si possa fare! Facilissima se siamo in casa, un po’ più complicata se siamo in giro, impossibile in certi casi). Ecco, è dei casi impossibili che intendo trattare in quest’ultima Pillola «per il bagno». Quando, per qualunque motivo, dobbiamo/vogliamo usare la carta igienica possiamo compiere un’azione salvifica: buttarla in un cestino, nella spazzatura, nel contenitore per gli assorbenti, insomma non nel water closet. Questo gesto poco faticoso – bisognerà solo abituarcisi un po’, e attrezzare il bagno di casa nostra con un piccolo secchiello (che magari c’è già) – avrà un grande impatto sul meccanismo di depurazione dell’acqua.

Pensate a quanti siamo, a quante volte andiamo in bagno in una giornata e avrete una vaga idea: la carta igienica, se la buttiamo nel water, dovrà essere raccolta, tolta dall’acqua, messa ad asciugare, fatta essiccare, trasportata a un inceneritore e alla fine bruciata! Esattamente lo stesso destino che l’aspetta se la buttiamo noi direttamente nella spazzatura, ma senza il lungo – e costoso – procedimento che c’è in mezzo.

Capite la portata rivoluzionaria di un semplice gesto, moltiplicato per milioni di volte? Spero di sì. Ma forse, per capirlo davvero, bisognerebbe visitare il depuratore.

Compito per le vacanze?

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