Stupri di guerra e violenze di genere | Recensione di Dario Cambiano
Simona La Rocca (a cura di), Stupri di guerra e violenze di genere, Ediesse, Roma 2015, pp. 495, € 20,00
Venticinque autrici e autori. Venticinque saggi che ci riportano la inquietante attualità dello stupro come arma di guerra. Un excursus doloroso e angosciante, esaustivo, almeno così mi auguro, perché ancora più doloroso sarebbe immaginare incompleto questo quadro: una lettura sofferente che racconta dai primordi dell’umanità l’uso dello stupro di massa.
Dal ratto delle Sabine all’Isis, come recita la seconda parte, passando per le «marocchinate» della seconda guerra mondiale nel centritalia, per le pulizie etniche e gli stupri in Bosnia, in Somalia, in Rwanda, Nigeria, Kashmir, America Latina, Palestina, Kurdistan. Affrontando gli aspetti giuridici, quelli politici, quelli psicologici, per arrivare alle conseguenze, alle rappresentazioni culturali, perfino a quelle artistiche (la violenza di Aiace su Cassandra, dipinta su un’anfora nel V secolo a.C.).
Un libro completo (ripeto: speriamo) perché il panorama è dolorosamente esteso. Un libro doloroso, che testimonia un fenomeno inquietante, di cui tenere memoria. Un libro che, mi auguro, verrà preso in mano soltanto da storici e archeologi.
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