Casa, semplice casa


dentifricioPrendo in prestito l’antico adagio permettendomi di cambiare l’aggettivo per adattarlo al “tema” di questi scritti. E l’ho fatto perché intendo aggirarmi per la casa e i suoi ambienti, trovando per ciascuno uno o due “trucchi” che li trasformino in “semplici”.

Mentre infatti studiamo, leggiamo, frequentiamo convegni per “fare la pace”, possiamo “vivere la pace” tra le mura di casa nostra, dove tutti torniamo alla fine della giornata. Tutti mangiamo, dormiamo, ci laviamo (e laviamo i nostri abiti e i nostri oggetti), puliamo, produciamo rifiuti. Ogni giorno.

Quindi abbiamo un potente mezzo per intervenire con piccoli cambiamenti, possibili a tutti, da subito. E tali piccoli cambiamenti, moltiplicati per tutti e moltiplicati per ogni giorno di ogni anno per tutta la nostra esistenza, possono fare la differenza tra uno sfruttamento ormai insostenibile per il pianeta che ci ospita e una convivenza pacifica con Gaia (l’organismo-Terra) e tra i suoi abitanti.

Sembra lontano (o inesistente) il legame tra il consumo (qui), le guerre (là) e gli orsi polari, ma invece è ormai acclarato da studi, libri, articoli che – se avete voglia – si trovano (e si pubblicano su questa stessa “newsletter”) anche al Centro Studi Sereno Regis.

Bagno, cucina, camera, salotto, ripostiglio, cantina, balcone…

Quindi io, giacché preferisco il “fare” al “parlare”, ho suddiviso la casa in ambienti e comincerei dal bagno, luogo di delizie, dove – soprattutto – scorre l’acqua, là dove è più facilmente percepibile il legame con l’ambiente naturale esterno. In bagno ci sono le montagne (pietre, piastrelle, marmi, ceramiche, specchi) e, appunto, l’acqua. L’acqua in casa! Ma ci pensiamo? Non è mica scontato! Fino a pochi anni fa non c’era l’acqua in casa. L’acqua stava dove dovrebbe stare: fuori.

Comunque… parliamo di dentifricio, e in particolare di un sistema per farlo durare di più. È doveroso ricordare che – per la semplicità volontaria – sarebbe meglio non comprare il dentifricio, né farlo produrre quindi, ma cercare alternative meno “impattanti”. Ma ho scritto che avrei parlato di piccoli cambiamenti, possibili a tutti. Quindi, al posto di un “fatevi il dentifricio con l’argilla e la menta” dico: “Avendo comprato il dentifricio, fate almeno in modo che duri di più e non sia sprecato”.

Ancora tre-quattro volte!

Provato sulla pelle (come tutto ciò che scrivo in questa rubrica), se applichiamo il sistema che illustrerò, ci laviamo i denti ancora 3 o 4 volte dopo aver terminato il tubetto di dentifricio. So per certo che qualcuno già lo fa – e da molto tempo, e senza averlo letto in una mia “Pillola di semplicità volontaria” – e allora avrà pazienza di leggerlo ancora una volta (oppure no. E aspetterà un suggerimento nuovo nei prossimi appuntamenti).

Il tubetto, di plastica, si spreme fino in fondo e poi si butta (nel raccoglitore della plastica, spero), credendolo finito. Invece no! Se si taglia il fondo e si infila lo spazzolino dentro, allargando i bordi, si scopre che sulle pareti del tubetto c’è ancora molto dentifricio, e soprattutto in fondo, vicino al tappo! Allora che si fa? Con lo spazzolino, si “spazzolano” (appunto) i bordi del tubetto, raccogliendo la quantità di dentifricio che serve per lavarsi i denti. Poi, per evitare che il contenuto si secchi troppo, si può mettere un po’ d’acqua sul fondo e lasciare il tubetto, col tappo verso il basso, nello stesso bicchiere che contiene lo spazzolino. Alla fine, dopo che ci saremo lavati i denti ancora per 2-3 volte, potremo farlo ancora una volta riempiendo il tubetto d’acqua, mescolando con lo spazzolino, prendendo l’“acqua dentifricia” in bocca, spazzolando i denti a bocca chiusa, sciacquando ancora un po’ il cavo orale e infine risciacquando per la vera ultima volta.

Risultato: il tubetto durerà di più, si comprerà di meno, si produrrà di meno, si riciclerà di meno (9 tubetti di dentifricio all’anno invece di 12 fanno la differenza! Ricordate? Moltiplichiamo per ciascuna persona, per ciascun bagno, per ciascun appartamento, per ciascun palazzo, per ciascuna città… tutti ci laviamo i denti. È una tipica azione piccola, semplice, fattibile da subito il cui potere è nella moltiplicazione. Ideale per la semplicità volontaria: senza aspettare leggi, materiali avveniristici o altri pianeti su cui trasferirci! Quando, prima di andare al convegno sul cambiamento climatico, ci laveremo i denti, facciamolo chiudendo il rubinetto mentre ci spazzoliamo e usando il dentifricio fino all’ultima goccia, tagliando il fondo del tubetto!

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