Liberiamoci dai combustibili fossili! Dal 4 e il 15 maggio, un’azione globale in ‘crescendo’ per due settimane, per mantenere sottoterra carbone, petrolio e gas.

Elena Camino

Una iniziativa globale

La pagina introduttiva del sito presenta così questa iniziativa.

Dal 4 al 15 maggio 2016 un’onda globale di iniziative collettive richiamerà l’attenzione sui più pericolosi progetti di estrazione e utilizzo dei combustibili fossili: lo scopo è conservare sottoterra carbone, petrolio e gas, e accelerare la transizione al 100% di energie rinnovabili.

Per tutto il mondo la gente sta dimostrando il suo coraggio nell’affrontare i responsabili di inquinamento proprio là dove sono più potenti – dalle stanze del potere ai pozzi e alle miniere.

All’inizio del 2016, l’industria dei combustibili fossili sta attraversando una crisi senza precedenti – i prezzi che collassano, un nuovo approccio globale al clima, e un movimento sempre più vasto che chiede un cambiamento.

Non abbiamo mai avuto un’opportunità migliore di questa per liberarci dai combustibili fossili e avviare una giusta transizione verso un’energia pulita e rinnovabile.

Combattere il cambiamento climatico richiede il coraggio di confrontarsi con i responsabili degli inquinamenti, proprio là dove pensano di essere più forti. Per anni alcune comunità sono state in prima linea e hanno portato avanti la lotta. Adesso, in questo mese di maggio, possiamo unirci a loro.

Il mondo sta diventando giorno dopo giorno pericolosamente più caldo. Attraverso un’ azione pacifica diretta che si manifesta in tutto il mondo possiamo dimostrare ai detentori del potere che ovunque c’è gente preparata a ostacolare i piani dell’industria dei combustibili fossili a scompaginare il pianeta. Questo è il momento che stavamo aspettando: non lasciamocelo sfuggire.

All’apparenza sembra che tutto si limiti a una serie di manifestazioni di piazza… in realtà questa iniziativa presenta alcuni aspetti di novità e di interesse. In primo luogo sono coinvolte comunità che in luoghi molto diversi del mondo si sono coordinate per agire nello stesso periodo e con lo stesso obiettivo.

Inoltre, esplorando i siti dei gruppi coinvolti, si trovano informazioni puntuali di azioni che coinvolgono delle collettività che da tempo stanno lottando, con manifestazioni, denunce, azioni legali contro imprese – spesso multinazionali – accusate di causare inquinamenti gravi, con danni all’ambiente e alla salute delle comunità.

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Qualche esempio concreto

Il sito di ‘Break free 2016’ presenta una carta del mondo sulla quale sono segnati i luoghi in cui sono presenti manifestazioni in questo periodo – tra il 4 e il 15maggio – volte a ridurre l’estrazione e l’uso dei combustibili fossili. Qui sono ripresi e riassunti alcuni casi.

IN GERMANIA http://www.ende-gelaende.org/en/

Il 2016 è un anno cruciale, in cui chiarirà il futuro del carbone nella Lusazia. Vattenfall, una delle maggiori corporations tedesche di energia, vuole vendere le sue miniere di carbone e le sue centrali al miglior offerente, invece di chiuderle come dovrebbe. Un nuovo investitore infatti si impegnerebbe ad estendere l’estrazione di lignite nell’area. Per evitare cambiamenti climatici catastrofici il carbone deve rimanere sottoterra. Nell’agosto scorso più di 1.500 persone hanno occupato una miniera a cielo aperto nei pressi di Colonia, bloccando il lavoro di scavo. Ma era solo l’inizio! Adesso, nella primavera del 2016, diciamo ‘basta’

(Ende Gelände) all’estrazione di lignite in Lusazia.

NEL REGNO UNITO http://reclaimthepower.org.uk/endcoalnow/

Abbiamo fatto chiudere la più grande miniera di carbone del Regno Unito. Magnifico, non mi stancherò mai di dirlo! Dopo un campo straordinario – con conferenze, laboratori, intrattenimenti e buon cibo – 300 di noi hanno preso l’iniziativa di chiudere la miniera di Ffos-y-fran. E nessuno è stato arrestato.

IN NIGERIA http://nigeria.breakfree2016.org/

Nel mese di maggio migliaia di persone da tutti i continenti si riuniranno qui per compiere azioni coraggiose nei confronti dell’industria petrolifera, e per chiedere giustizia climatica. In Nigeria la Fondazione ‘Health of Mother Earth’ guiderà tre azioni in tre importanti sedi nell’area del delta del Niger.

NELLE FILIPPINE http://philippines.breakfree2016.org/

Il 4 maggio attivisti da ogni parte delle Filippine si sono incontrati a Batangas per una marcia sul clima che ha visto la partecipazione di più di ottomila persone. In questa città una grossa impresa, la JG Summit Holdings, intende costruire una centrale a carbone da 600-Megawatt, occupando un’area di 20 ettari a Barangay Pinamucan Ibaba, proprio a fianco della città di Batangas.

I manifestanti chiedono la cancellazione di questo progetto, e la chiusura di altre 27 centrali previste nel Paese.

NUOVA ZELANDA http://nz.breakfree2016.org/

La finanziaria ANZ (Australia and New Zealand Banking Group Limited) pensa che il cambiamento climatico sia una cosa da ridere, non una crisi. E continua a erogare prestiti di miliardi di dollari all’anno per l’apertura di nuove miniere e per progetti di trivellazione, incrementando così il riscaldamento globale.

Dal 4 al 13 maggio gruppi di persone da tutta la Nuova Zelanda faranno chiudere la ANZ, una delle banche che è tra le maggiori finanziatrici dell’industria fossile, nonostante i suoi arroganti proclami sulla sostenibilità.

BRASILE http://brasil-en.breakfree2016.org/

Il 14 maggio, circa 10mila persone confluiranno per una grande marcia fino alla centrale termoelettrica di Pecém, per denunciare i danni causati dal carbone: inquinamento da polveri, elevate emissioni di CO2, uso intensivo di acqua. Si bloccheranno la strada che porta alla centrale, il porto e il terminale di scarico del carbone.

La protesta conterà sul sostegno delle comunità contadine, delle popolazioni indigene, dei surfisti, degli ambientalisti, e dei membri dell’accademia scientifica di Ceará.

Storie, testimonianze, video

Le iniziative che si svolgono in queste due settimane di maggio sono particolarmente significative anche per la dimensione di ‘rete globale’ che gli organizzatori sono stati capaci di realizzare. Una pagina del sito (http://stories.breakfree2016.org/) presenta alcune testimonianze individuali di persone che sono protagoniste – insieme alle altre centinaia di migliaia – di questo evento. Sono inoltre disponibili documenti e video relativi a specifici casi. Qui si accenna ad alcune ‘storie’.

Imparare a disobbedire. Sono le 4 di mattina e non riesco a dormire. Non avrei mai immaginato che mi sarei trovato qui, oggi, di fianco alla più grande miniera di carbone a cielo aperto del Regno Unito, in una tenda esposta ai venti gelidi. Entro poche ore infrangerò la legge, insieme a centinaia di altre persone, per marciare in questo sordido buco nella terra che è la miniera di carbone di Ffos-y-fran.

Rio Doce: 6 mesi di tragedia. il 5 novembre 2015, la diga di Fundão (di proprietà delle imprese Samarco/BHP/Vale) crollò, inondando il Distretto di Bento Rodrigues con gli scarti di miniera e uccidendo 17 persone. Questo enorme carico di fango si riversò poi nel fiume Doce, devastandolo, e viaggiò per più di 800 Km, arrivando fino all’oceano e portando con sé distruzione.

Sei mesi dopo la tragedia stiamo diffondendo una serie di video che fanno parte della mobilitazione popolare in occasione delle giornate organizzate da ‘Break Free’, per esprimere la nostra solidarietà alle comunità che sono state colpite da questo disastro ambientale nello Stato di Espírito Santo. (http://www.youtube.com/channel/UClStOuEscX-mf-f2TC0PXdA).

Una nuova prospettiva di vita. Mi chiamo Bryan Parras, sono un fotografo e filmmaker interessato a illustrare e a far conoscere i movimenti di giustizia sociale nel Sud del mondo. So quanto profondamente le trivellazioni in mare aperto abbiamo segnato le vite della gente, e quanta distruzione abbiano portato. So anche quanto magnifica possa essere la resistenza che nasce dal basso, da casa. Ma per fortuna anche a livello nazionale sta nascendo un movimento più ampio che si propone di metter fine alle trivellazioni in mare. Il 15 maggio questo movimento sarà presente davanti alla Casa Bianca.

Infine, attraverso il sito di Breakfree.2016 si entra in collegamento con l’associazione 350.org (http://350.org/ ) diventata ormai un movimento globale, che si propone di incoraggiare e sostenere iniziative volte a riportare la concentrazione di CO2 nell’atmosfera al valore di 350 parti per milione.

“Se l’umanità desidera preservare un pianeta simile a quello in cui le civilizzazioni umane di sono sviluppate e al quale le forme di vita si sono adattate, l’evidenza paleoclimatica e i cambiamenti climatici attuali suggeriscono che la CO2 venga ridotta dai livelli attuali a una concentrazione non superiore a 350 parti per milione.” (James Hansen)


Break Free From Fossil Fuels is a two-week global wave of escalated action to keep coal, oil + gas in the ground. http://breakfree2016.org/

Traduzione e note di Elena Camino per il Centro Studi Sereno Regis

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