La ricerca della Buona Città

Johan Galtung

Alfaz, Spagna – Voi siete giovani in missione per conto dell’UE e state esplorando buone città che non generano violenza; 50 di voi da 11 città di 10 Paesi – e Alfaz del Pi è nella lista. E così, con 105 nazioni rappresentate – al 1° posto Spagnoli, al 2° Inglesi, al 3° Norvegesi -, con contrasti su obbiettivi incompatibili, certo, ma farsi male e danno a vicenda, violenza, questo no. Notevole.

Una semplice teoria: se una città ti fa sentire bene, a tuo agio – “E’ così piacevole vivere qui”, dicono in molti – allora qualcosa penetra in te e ti rende nonviolento. Se la città, il luogo in cui vivi, un contesto fondamentale nella tua vita, ti urta in malo modo, allora scende in te un atteggiamento aggressivo, può arrivare alla violenza, e spesso si accompagna a conflitti razziali o etnici.

Quindi, qual è il segreto di una buona città? C’è molto da imparare da Alfaz; ecco una breve lista che sintetizza le nostre esperienze:

  • abbastanza piccola da permettere agli abitanti di conoscersi vicendevolmente e di interessarsi gli uni degli altri;
  • abbastanza grande da offrire i necessari beni e servizi; negozi etc.;
  • le persone lavorano e vivono qui – non è né un dormitorio né un luogo di solo lavoro;
  • qualcosa per lo spirito, come una Casa della Cultura ricca di iniziative;
  • qualcosa per il corpo, come strutture sportive di ogni genere, spazi per fare belle camminate;
  • un buon clima naturale, bellezza e verde dentro e intorno la città;
  • un buon ambiente umano, nelle strade persone che sorridono e ridono; molte buone e varie caffetterie-ristoranti ad ogni livello di prezzi;
  • molte proposte culturali, come trasmissioni tv operistiche al cinema locale;
  • non molta disuguaglianza, disparità tra classi, in quartieri est-ovest eccessivamente distanti.

L’Alfaz che la mia famiglia ebbe occasione di visitare nel 1969 era in verità piccola, con donne vestite in nero e nugoli di mosche a dominare la scena del traffico nelle ore di punta. Per una lampadina dovevamo andare a quel Sodoma e Gomorra che si chiama Benidorm (ma la gente vi si è stabilita, la cittadina non è stata distrutta). Con una forza nascosta: donne a disporre le sedie all’aperto di sera per una tertulia, una riunione, a distribuire risorse, come la possibilità di lavorare da giardiniere, equamente. Si incontravano tutti i giorni a fare il bucato con l’acqua della fontana pubblica, adesso adoperano lavatrici proprie; la loro premura per la ripartizione si è piegata alla fissazione maschile per la la crescita. E tuttavia Alfaz ha mantenuto molto del suo fascino. Ma andiamo a fare un giro per il mondo per trarne nuove idee.

Parigi. In una certa misura è ancora una città composta di piccole zone, i quartieri (quartiers), o al più i circondari (arrondissements); la catastrofe è il nulla suburbano, il sobborgo (faubourg, banlieue). Ma Mitterand, socialista con un passato dubbio, ebbe un’idea brillante: socializzare i mezzi di consumo, non i mezzi di produzione, e il più importante è la piazza centrale. Renderla accessibile, economica, polifunzionale – cibi, lingue, religioni, modi di vestire; renderla attraente con l’illuminazione, usare le luci, e molte. E così hanno fatto, dappertutto; nella super-centralizzata Francia l’esempio di Parigi viene seguito.

Firenze. Hanno una magnifica piazza centrale, hanno riservato l’intera città a pedoni e biciclette, vietando l’accesso alle auto (fanno eccezione i furgoni che trasportano merci il mattino presto e quelli che raccolgono rifiuti la notte). I parcheggi per auto tutt’intorno hanno tariffe tanto più alte quanto più a lungo rimani, le stazioni per treni e per autobus sono bellissime. Tuttavia c’è un punto a favore di Parigi: un enorme autorimessa sotterranea nel centro di Parigi per parcheggiare le auto, non orribili autosilo dappertutto. Nascondere i mostri (benchè anch’essi abbiano un certo fascino).

USA. Gli Americani condividono stupendi giardini privati con la comunità, avendo rimosso le recinzioni tra privato e pubblico. Hai un giardino? Rendilo meraviglioso, sotto gli occhi di tutti, nessun monopolio.

Olanda. Un passo avanti: grandi finestre, rendi visibile la bellezza delle stanze, con luminosità, con dipinti; condividi il privato con la gente (ed espongono anche donne che spartiscono il privato con la comunità–).

Cina. Due modi di vedere. Uno della modernità: auto e scooter elettrici, silenziosi, come quelli per i disabili ad Alfaz. Il che rende accettabili i motori. Uno della tradizione: il quartiere, sei case retro contro retro disposte intorno a una piazza aperta, dove il privato, come un bel litigio, può essere condiviso pubblicamente. Gli appartamenti sono l’opposto; appartamento appunto, solo privato (segregazione).

Paraguay, XVI secolo: niente oro né argento da rubare, nessun porto, senza alcun valore per i conquistatori Iberici, per questo fu dato ai Gesuiti. Costoro impararono dagli indigeni guaraní il significato di grandezza massima sostenibile di una comunità, e stabilirono che fosse di 3.000 persone. Non il Più Grande, non il Migliore, non Vantaggi da Economia di Scala; essi possono cooperare con i loro vicini. Vuoi stabilirti da noi? Spiacenti, siamo al completo; fai il tuo insediamento.

Avevano un’altra regola che si trova in tutto il mondo antico: proprietà pubblica, uso privato. Non esiste il “proprietario terriero”, la terra appartiene a tutti noi e a se stessa. Sono però disponibili degli appezzamenti di terra per uso privato; controllati, in modo da verificare che siano utilizzati bene. Una casa è situata su terreno pubblico e viene controllata: è diventata una bruttura, riparala entro tot mesi o la terra non è più a disposizione. Terra che può nutrire delle persone viene lasciata incolta; non più disponibile per un non-uso privato.

Con tali linee-guida, il Paraguay produsse ben presto un’eccedenza agricola per l’esportazione, iniziò a industrializzarsi e diventò la più ricca regione dell’America Latina. Fino a quando non entrò in competizione con le esportazioni inglesi e il ministro di Buenos Aires fece in modo che Argentina-Brasile-Uruguay l’attaccassero e distruggessero, rendendolo uno dei paesi più poveri. Qual è tuttora.

Comunque i due principi guida rimangono, e possono essere adottati ovunque.

Da tutte queste concezioni del vivere intorno al mondo, anche una Alfaz può imparare qualcosa. Parcheggi sotterranei, biciclette gratuite, scooter elettrici, non le motociclette mostro che oggi terrorizzano gli alfazinos. Realizzare una grande plaza centrale, stile francese. Più giardini, maggiore condivisione. Tuttavia, fate attenzione: Alfaz si sta ingrandendo; un mucchio di beni e servizi ma più del necessario. E oltre a ciò: la municipalità realizza buona parte delle sue entrate dalle imposte sugli immobili – quanto più tanto meglio – e questa crescita può diventare auto-distruttiva. Minor tranquillità; maggiori stimoli per l’aggressività. C’è spazio in abbondanza lassù, sulle terre dei castelli: costruite più Alfaz!

Nel mentre, grazie, per tutto ciò che ci delizia in questo nostro meraviglioso luogo. E per tutte le buone idee al mondo che possono facilmente essere messe insieme.

/nas/content/live/cssr/wp content/uploads/2016/04/el faro de alfaz del pi 426339


Nº 425 – 25 Apr 2016 – TRANSCEND Media Service
Titolo originale: Searching for the Good Town

Traduzione di Franco Lovisolo per il Centro Studi Sereno Regis

1 commento
  1. Rosa Dalmiglio
    Rosa Dalmiglio dice:

    il 27 Aprile a Shizuoka, in Giappone, si è tenuta la 18th riunione dei Ministri dell'Ambiente cinese, giapponese e sudcoreano,Chen Jining Ministro della Tutela Ambientale cinese ha avanzato tre proposte sulla soluziopne dei problemi ambientali regionali e globali e sulla promozione della cooperazione ambientale tra i tre paesi, il primo è promuovere l'attuazione dello sviluppo sostenibile del 2030 che permetterà di salvare il pianeta, secondo: proposte strategiche regionali di città a misura d'uomo,"Una Cintura e una via",terzo rafforzare la collaborazione delle tecnologie ed industrie ambientali.

    Rispondi

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.