Buttare il cibo è reato


spreco_alimentareFra i buoni propositi per il nuovo anno potrebbe esserci anche quello di non buttare via, mai, il cibo.

Finché possiamo ci converrebbe educarci in modo nonviolento a non farlo… tipo: avere un frigo piccolo, fare la spesa con la testa e non «con la pancia», condividere il cibo, non acquistare più di ciò che effettivamente ci serve, mangiare di più a casa – soprattutto se abbiamo alimenti nel frigo – a costo di rifiutare gli inviti se l’accettarli comporta che non usiamo il cibo che abbiamo nel frigo.

Ci conviene abituarci prima che anche in Italia accada quello che in Francia è realtà: è stato istituito il reato di spreco alimentare. Era ora – dico io, che non sopporto nemmeno di vedere che non si puliscono i piatti col pane, fino all’ultima goccia di olio! Leggete qua:

Fonte: www.green.it

Nicola Andreatta, 12 giugno 2015

FRANCIA: SE BUTTI IL CIBO, VAI IN GALERA

L’Assemblea Nazionale ha istituito il reato di spreco alimentare per i grandi rivenditori

Una legge contro lo spreco alimentare

Butti cibo ancora utilizzabile nella spazzatura? Rischi la galera. Succede in Francia, dove già da qualche tempo si cerca di risolvere il problema del cibo sprecato. La questione dello spreco, che in tutto l’Occidente ha raggiunto livelli gravissimi, è finalmente arrivata a smuovere un governo europeo: l’Assemblea Nazionale francese ha approvato una legge che istituisce il reato di spreco alimentare. Osservati speciali saranno i supermercati sopra ai 400 metri quadrati, ai quali verrà proibito di buttare nella spazzatura il cibo invenduto ma ancora consumabile. […].

Un trilione di dollari di cibo buttato

Secondo le stime della FAO più del 35% del cibo prodotto a livello mondiale finisce direttamente nell’immondizia, senza passare sulla tavola di nessuno. Il costo economico di questo insensato processo produttivo sarebbe di circa un trilione di dollari all’anno. […] al mondo vivono tuttora 800 milioni di persone con problemi di malnutrizione, una tragedia immane e senza senso, se si pensa a quanto cibo viene letteralmente buttato nei paesi ricchi del pianeta. È dunque doveroso ripensare la catena produttiva e distributiva, educando sia i rivenditori che i consumatori. In questo senso la legge francese non può che fare scuola, […] due anni di carcere per il rivenditore che continua a cestinare il cibo invenduto, [e] l’istituzione di un programma educativo nelle scuole primarie, volto ad insegnare ai bambini il rispetto per il cibo. Capire che dietro al cibo ci sono il lavoro, il suolo fertile, l’energia e l’acqua può infatti spingere i futuri cittadini a tagliare drasticamente la tendenza allo spreco alimentare.

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