Le nubi stanno diventando più nere

Johan Galtung

Il processo storico ha ora fatto un ciclo completo, dall’Accordo Sykes-Picot negoziato dal novembre 1915 al marzo 1916 e definitivamente firmato il 16 maggio 1916, sul controllo dell’Impero Ottomano una volta sconfitto, all’Inghilterra che ora s’associa alla Francia nel bombardare la Siria. In “Violenza a e da Parigi” di due settimane fa mi sbagliavo ritenendo che l’Inghilterra volesse starsene fuori: la Camera dei Comuni il 2 dicembre scorso ha votato 397 a 223 per i bombardamenti; 56 parlamentari laburisti a favore, solo 7 conservatori contro. La Russia ebbe un ruolo modesto nel   come pure oggi nel bombardare forse solo l’opposizione ad Assad.

Come fa notare Robert Savio, “combattono tutti fino all’ultimo siriano”.

La probabilità di un’atroce violenza a Londra di tipo Parigi 13 novembre è salita di molti punti. E la Russia ha avuto un aereo civile colpito.

Gli USA sono irresistibilmente avvezzi al bombardare quanto un martello rispetto a un chiodo, non solo a usare gli alleati e addestrare i locali. Secondo James A. Lucas, “Gli Stati Uniti hanno ucciso oltre 20 milioni di persone in 37 nazioni dalla seconda guerra mondiale” ([email protected]). Tutto ciò sembra non bastare e continuano senza sosta. Più di un milione di musulmani uccisi in Asia occidentale per lo più dagli USA dal 1991. A San Bernardino, qualcuno ha ucciso 14 persone forse per vendetta.

Il nome nuovo per ciò che combattono, dopo il jihadismo, è lo Stato Islamico, detto di volta in volta IS, ISIS, ISIL. Che cos’è questo Daesh?

Sembrano esserci pesanti componenti dell’esercito di Saddam, del partito laico Baath (come quello di Assad), e del clan di Tikrit del recente passato – con forse l’aggiunta adesso di dieci combattenti per ognuno ucciso dall’Occidente. Daesh sembra significare “rappresaglia con moderazione” particolarmente per le atrocità in Iraq; “liberazione” di due delle quattro colonie del Sykes-Picot, Iraq e Siria; un risorto califfato sunnita, non gestito da Istanbul ma anche in Arabia Saudita; e la custodia delle sante Moschee della Mecca e di Medina. Ben più che Iraq-Siria.

Sembrano espandersi con l’aggiunta di province, “governatorati”, in forse 16 paesi: Russia-Turchia-Siria-Iraq-Algeria-Tunisia-Libia-Egitto-Ciad-Nigeria-Arabia Saudita-Yemen-Somalia-Afghanistan-Pakistan-Bangladesh.

In altri termini, dando strutture amministrative alla ummah, con delle province, ma con un solo stato, sostitutivo di molte antiche colonie occidentali. Come l’antico sogno occidentale di un solo stato cristiano, l’UE.

Un problema enorme da affrontare, da “eliminare”, per un Occidente unito.

Inoltre, l’Occidente non è unito. La Turchia è il principale sostenitore di Daesh, comprando il loro petrolio – mediante EXXON-BP e Israele? – e combattendo i Kurdi, le sole truppe di terra che si oppongono al Daesh. La Turchia ha abbattuto un aereo russo che ne ha violato lo spazio aereo per 17 secondi; ed è contro la Russia a favore di Assad. Forse sperando anche in una guerra Russia-NATO.

La Turchia musulmana è più legata al suo passato d’impero-califfato che alla dittatura laica di Atatürk che la fece entrare nella NATO. Vuole far parte del califfato-Daesh e forse plasmarlo a modo suo. Anche il rifiuto della richiesta di associazione turca all’UE ha giocato un ruolo.

Neppure l’Islam è unito: contrasti sunniti/sciiti e arabi/non-arabi (Turchia!). Quanto maggiore sarà la guerra contro lo Stato Islamico, con qualunque mezzo, tanto più una politica abile saprà usare la guerra per superare quei contrasti. Più il Daesh si propone mire ambiziose e si intensifica il conflitto con l’Occidente, tanto più si coinvolgerà l’Islam e diventerà difficile sconfiggere Daesh. Lo è già ora, e lo diventerà ancor di più. Ci sono altri grandi stati al mondo oltre all’IS – Cina, India, USA, Indonesia, Russia – e un’altra rete religiosa gettata sul mondo – il Vaticano. È difficile argomentare contro di essi in quanto tali. Le parole sono di poco giovamento, e abbiamo la sensazione che non ci sia nessuna ricerca di una soluzione-conciliazione.

Perciò sosteniamo un uso difensivo della forza militare, la conciliazione, il negoziato.

Comunque, come s’è cacciato in questo pasticcio l’Occidente, a parte l’accordo Sykes-Picot?

Con un errore intellettuala USA: “il nemico del mio nemico è mio amico”; che però può avere altri obiettivi nella propria agenda. Gli USA hanno sostenuto i mujahedin fondamentalisti contro il comunismo in Afghanistan, dando luogo ad Al Qaeda e Osama bin Laden in particolare, sostenendolo quando combatté i serbi in Bosnia-Herzegovina, e finendo con la sua esecuzione extra-giudiziale.   Erano tutti contro qualunque secolarismo, anche quella USA, non solo contro il comunismo.

A questo si può aggiungere un secondo errore intellettuale intimamente correlato: la dualità USA, cercare di perseguire un mondo chiaramente diviso fra “noi e loro” radunando alleati e volonterosi in un campo, e tutti i malvagi chiaramente denominati “terroristi” nell’altro. Nessun neutrale. Una ricetta quanto mai sistematica per un disastro: se va male, va davvero malissimo.

Piuttosto il caos che abbiamo con varie guerre minori che il Big Bang.

Si aggiunga l’ignoranza USA della storia-struttura-cultura, che favorisce le capacità e le intenzioni militari, per come gli intellettuali USA stanno tradendo l’umanità. E si aggiungano anche gli alleati USA, compresa l’intelligentsia, che si muove seguendo le orme USA.

Le nubi sono nere, e stanno diventando ancora più nere.

Con la violenza viene l’escalation – altra e peggiore violenza – e la polarizzazione – altri stati arruolati. Quanto si trova attualmente schierato è già sufficiente per un disastro mondiale. Armi per difendere civiltà, armi nucleari, possono venire invocate. Un qualche bagliore di speranza, qualche raggio di sole?

Uno negativo: avrebbe potuto andare peggio. S’immagini la SCO (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) e tutta quanta l’OIC (Organizzazione della Cooperazione Islamica) schierate con lo Stato Islamico. Ma la Russia è in qualche modo altrove e la Cina ha una posizione neutrale rifiutando di farsi coinvolgere e di coinvolgere la SCO. Xi Jinping è appena tornato dall’Africa, senza dubbio cercando di mantenere anch’essa al di fuori. L’India è decisamente contro qualunque califfato che coinvolga i musulmani in India, ma il califfato Ottomano non è mai arrivato a tanto (forse un altro sì).

Uno positivo: la democrazia occidentale nel suo aspetto migliore, le manifestazioni in tutti i paesi occidentali importanti contro l’espansione della guerra. Tuttavia, per una pace negativa, non una positiva: nessuna alternativa, nessuna soluzione creativa.

Le campagne presidenziali USA evitano la politica estera; la Germania s’associa agli alleati e ai membri UE in un ruolo di sostegno, pur non-combattente, che brucia un’importante occasione di essere una pacificatrice. Dalla NATO e UE: nulla di positivo.

La sola speranza fra le grandi potenze: la Russia. Bombardando e reagendo con moderazione, potrebbe far sì che gli sciiti Assad-Iraq-Iran-Bahrain arrivino a una tregua, aprendo a negoziati. Putin l’ha già fatto in passato.

Cionondimeno, l’Occidente può preferire la guerra per far sì che sia Putin a risolvergli i problemi.


7 dicembre 2015
Titolo originale: The Clouds Are Getting Dark

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis