Terrorismo occidentale. Da Hiroshima ai droni – Recensione di Nanni Salio
Noam Chomsky con Andre Vltchek, Terrorismo occidentale. Da Hiroshima ai droni, Ponte alle Grazie, Milano 2015, pp. 232, € 16,00
In tempi come questi, di frenesia, paura e follia è utile, sin dal titolo di questo libro, riflettere sul fatto che i terrorismi internazionali sono due: quello dall’alto, degli Stati, prevalentemente, ma non solo, occidentale, e quello dal basso, dei ribelli e degli insorti ovunque nel mondo.
Già in molti altri suoi lavori Chomsky ha denunciato l’ipocrisia con cui nei media e nel dibattito politico si considera terrorismo solo «quello che gli altri fanno a noi» e non «ciò che noi facciamo agli altri».
In questa sua nuova denuncia è aiutato dal dialogo con Andre Vltchek, infaticabile viaggiatore in ogni angolo del mondo, che con i suoi reportage giornalistici e i documentari ci obbliga a vedere quello che l’informazione dominante nasconde. È la violenza quotidiana, diretta e strutturale, dei bombardamenti, dei droni e della miseria estrema che colpisce centinaia di milioni di persone prive delle più indispensabili risorse per vivere, a cominciare dal cibo.
Il dialogo si sviluppa nello spazio e nel tempo, per vedere e non dimenticare gli orrori della guerra e del «terrorismo occidentale», di cui raramente parlano i media.
Il viaggio nel tempo parte dall’«eredità di sangue del colonialismo», mentre quello nello spazio ci accompagna un po’ ovunque: dalla Russia all’India e alla Cina, dall’America Latina al sudest asiatico e si conclude con una riflessione sul «declino della potenza americana».
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