A proposito di pesticidi – Enrico Caponnetto


Mi chiamo Enrico Caponnetto e sto frequentando l’ultimo anno della scuola Santorre di Santarosa di Torino.

In estate ho vissuto un ‘esperienza molto interessante, infatti con un mio coetaneo, Luca Morando che frequenta nello stesso istituto la sezione N ho avuto l’opportunità di effettuare uno stage formativo sui pesticidi.

silent-spring-and-rachel-285Lo studio si è basato sulla lettura del saggio “Primavera silenziosa” di Rachel Carson, primo testo dedicato al problema legato all’uso dei pesticidi. Già dal titolo del libro capiamo che i pesticidi danneggiano la natura, infatti la primavera, che è la stagione del risveglio dopo il sonno dell’inverno, appare silenziosa nel racconto poiché molti esseri viventi, dai volatili agli insetti non manifestano più la loro presenza essendo stati decimati dai veleni che l’uomo ha utilizzato a favore di raccolti agricoli selezionati.

L’uso dei pesticidi garantisce la qualità del prodotto ma non la bellezza del medesimo, contemporaneamente però danneggia la qualità del prodotto stesso e principalmente la salute dell’uomo. Inoltre, creano un grave danno all’ interno della salute alimentare che si sviluppa dal vegetale all’animale, uomo compreso.

La convenzione del 2001 ha individuato una cosiddetta “sporca dozzina” di sostanze nocive; tra di esse vi è menzionato il DDT, un pesticida che è stato molto usato fino alla metà del secolo scorso perché distruggendo gli insetti annientava la zanzara anofele.

Anche l’agente arancio fa parte di questo gruppo di sostanze, questo pesticida è un defogliante ed è stato abbondantemente usato nella guerra del Vietnam per stanare i guerriglieri nascosti nelle foreste. La nostra ricerca è stata corredata da articoli trovati su internet ed è stata ampiamente discussa, ed è emersa la necessita di affidarsi come alternativa all’agricoltura biologica; questo tipo di agricoltura prevede l’utilizzo di agenti naturali in grado di contrastare i parassiti senza danneggiare l’ambiente nella sua totalità.

Per esempio, si potrebbe usare per i cereali una libellula in grado di distruggere il parassita al suo nascere.

Per quanto riguarda i concimi sarebbe opportuno provvedere a utilizzare quelli generati naturalmente per le deiezioni animali e per la decomposizione della materia organica.

A proposito di concimi artificiali, dobbiamo ricordare il disastro di Bhopal: in questa città indiana è esploso nel 1987 un deposito costituito da fusti abbandonati in una fabbrica che aveva prodotto fertilizzanti chimici facendo una strage non solo per l’esplosione in sé ma anche per la fuoriuscita di una nuvola tossica. Un incidente analogo è successo anche a Seveso, in Lombardia, nel 1976 con lo sprigionarsi di diossine da uno stabilimento chimico. Nel raggio di molti chilometri dal luogo dell’incidente gli abitanti furono evacuati dalle loro case, i terreni sono rimasti incolti per diversi anni, molti animali sono morti subito, i bambini sono stati colpiti da cloracne ed è aumentato il numero di aborti.

Questa attività formativa che è stata anche corredata da una visita ad un centro di ricerca (Istituto per la protezione Sostenibile delle Piante del CNR e INRIM) mi ha stimolato molto. Ho riflettuto sui pericoli incombenti sulle generazioni future e ho capito che la strada da percorrere, individuata dagli esperti preoccupati dalla pericolosità dei pesticidi e che suggeriscono l’uso di metodi alternativi per la lotta alle infestanti, è giusta. Dobbiamo valutare la portata di questa scelta ecologica che ci si impone e a cui dobbiamo saperci adattare.

Clikka qui se vuoi leggere il nostro lavoro!

Buona lettura!

1 commento
  1. adriana elena
    adriana elena dice:

    Bravo Enrico! E' raro ed encomiabile che un ragazzo giovane dimostri tanta sensibilità per un problema ambientale. Probabilmente Enrico ha capito che l'ambiente deve essere protetto e non distrutto, l'ha detto anche il Papa. Speriamo che la sua voce sia udita ed il suo esempio seguito da tanti giovani come lui.

    Rispondi

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