Ci sono morti che danno vita

Enrico Peyretti

«Quando il mare rende sulla spiaggia il cadavere di un fanciullo, tutti si sentono madre»
(Aldo Capitini, Atti della presenza aperta, in «Scritti filosofici e religiosi», Perugia 1998, p. 162)

Ecco il piccolo Aylan, morto annegato, in fuga dalla guerra, portato dalle braccia del mare su una spiaggia turca. É bene che questa foto circoli e turbi. Aylan col suo corpicino morto ci rammenta, come maestro di umanità, che il compito per cui si nasce è vivere, mai uccidere, mai creare cause di morte, come la guerra, come l’ingiustizia. Forse Aylan sta svegliando la coscienza dell’Europa, la nostra coscienza. Altre vittime ci hanno guardato negli occhi, tante volte, e non abbiamo risposto.

Rispondiamo ad Aylan.

(vedi in Google, “bimbo siriano”, tra altre immagini che sono appelli, Aylan ci sorride)

4 settembre 2015 e 4 ottobre 2015

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