La sorte decide il bilancio comunale

Paolo Cacciari

Una pratica di democrazia partecipativa nel comune di Rivalta, Torino. Dove i cittadini sorteggiati da un software individuano progetti condivisi che poi il Comune finanzia: la sorte decide il bilancio comunale

La vera democrazia? Ad estrazione. L’affermava Aristotele, la facevano nella Repubblica Serenissima per eleggere il Maggior consiglio; la pensava Montesquieu per realizzare una vera uguaglianza. E la praticano oggi a Rivalta per elaborare il bilancio con modalità partecipative.

La sorte decide il bilancio comunaleI residenti vengono suddivisi in quattro fasce d’età, per le quattro frazioni del Comune, e distinti per genere. Quindi, uno speciale software provvede all’individuazione casuale proporzionale di 80 cittadini volontari (una quota del 25% è riservata ai residenti non italiani) che saranno chiamati a un impegno di otto serate per otto settimane consecutive per individuare ed elaborare i 16 progetti (quattro per ogni zona) che saranno sottoposti alla selezione finale. Alla fine solo un progetto per ogni frazione si voterà nelle assemblee generali della cittadinanza.

Lo scorso anno i progetti hanno riguardato il recupero di una piazzetta, la sistemazione di un’aula di una scuola per attività psicomotorie, l’illuminazione pubblica di una via, la pavimentazione di un parco. Costo medio di ogni intervento, 30.000 euro. Tutto il processo partecipativo è coordinato da un gruppo di facilitatori, oltre che dai tecnici comunali, e sostenuto dai gruppi del volontariato.

Il bilancio non è la sola rivoluzione in atto a Rivalta, comune di circa 20.000 abitanti dell’hinterland di Torino transitato da una amministrazione di centro-sinistra a una di quattro liste civiche indipendenti. Sindaco è Mauro Marinari, esperto di progettazione sociale, ambientalista e pacifista. La sua giunta ha appena approvato una variante urbanistica che taglia le previsioni di nuove costruzioni e restituisce a usi agricoli 300.000 metri quadrati di suolo. La sicurezza dell’assetto idrogeologico e le valenze paesaggistiche vengono così salvaguardate e le nuove edilizie vengono indirizzate al riuso dell’esistente.

La conseguente diminuzione delle entrate per oneri di urbanizzazione e Imu sarà compensata con risparmi energetici realizzati grazie a interventi negli edifici pubblici e nell’illuminazione stradale. Inutile dire che Rivalta lotta assieme ai comuni della Val di Susa per evitare l’attraversamento del Tav. Marinari, della lista Rivalta sostenibile, pensa che si debba «recuperare un’altra idea di futuro che vada a tutelare le risorse disponibili, che mostri uno stile di vita più sobrio ed ecosostenibile, che spieghi nuovamente il concetto di comunità. E a chi lo accusa di demagogia, il sindaco replica: «La nostra non è anti-politica, casomai è anti-partitocrazia, visto che ormai i partiti non sono più capaci di tutelare il bene comune».

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