Una società umana un’umanità sociale – Recensione di Nanni Salio

 


cop_Polanyi 2Karl Polanyi, Una società umana un’umanità sociale. Scritti 1918-1963, Jaca Book, Milano 2015, pp. 378, 24,00

Questa raccolta di saggi che coprono il periodo dell’intera produzione culturale di Polanyi permette sia di seguire la genesi della sua opera più nota, La grande trasformazione, sia la successione dei temi e dei problemi affrontati nel corso della sua vita, tuttora rilevanti.

La incisiva Prefazione della figlia, Kari Polanyi Levitt, mette in evidenza le analogie tra gli eventi vissuti da Polanyi, dalla prima guerra mondiale alla grande crisi del 1929 e alla seconda guerra mondiale, e quanto succede oggi con la crisi sistemica globale. Kari Polanyi Levitt sostiene che «C’è indubbiamente una somiglianza con i programmi di “aggiustamento strutturale” imposti dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale ai paesi indebitati del Terzo Mondo negli anni Ottanta e Novanta e, ai giorni nostri, con le misure di austerità richieste dai creditori internazionali ai paesi della periferia meridionale dell’Europa, dalla Grecia al Portogallo» (p. 10). E più avanti afferma:

«È penosamente chiaro che la scienza economica non è in grado di guidarci lungo il XXI secolo garantendoci la salvezza. Non è facile, tuttavia, vanificare il suo potere di sostenere l’ordine economico attuale, per quanto problematico possiamo sapere che esso sia. Albert Einstein, il cui genio ha contribuito a svelare i segreti dell’energia nucleare, si preoccupava con passione che “le creazioni della nostra mente possano essere una benedizione e non una sciagura per l’umanità”. Le economie capitalistiche fondate sul guadagno individuale hanno dato luogo a una straordinaria crescita economica: ma adesso la distruzione sociale e ambientale che accompagna tale crescita minaccia l’esistenza dell’umanità» (pp. 12-13).

Questa preoccupazione aleggia in tutto il lavoro di Polanyi: dalla critica del sistema capitalistico, a quello del comunismo sovietico, anch’esso incapace di realizzare una società autenticamente libera e democratica. Alcuni dei saggi riportati nel volume, «Politica morale e politica amorale», «La libertà in una società complessa», «Sulla fede nel determinismo economico», affrontano temi sempre attuali e non solo tuttora irrisolti, ma oggi aggravati dal dominio di una teoria economica che si fonda su tre errori principali: la fallacia della concezione di uomo economico; il determinismo economico; l’illusione che la libertà economica implichi la libertà personale.

Negli stessi anni in cui Polanyi analizzava criticamente i modelli economici allora imperanti, in un’altra parte del mondo Gandhi sosteneva tesi analoghe, con un linguaggio molto semplice, essenziale e diretto, a partire dalla sua esperienza diretta sia in Sudafrica, sia in India. Non ho trovato riferimenti che permettano di sostenere che queste due straordinarie personalità abbiano conosciuto i rispettivi lavori, ma la somiglianza delle argomentazioni è quanto mai profonda.

Anche l’«Introduzione. Costruire la libertà» di Michele Cangiani e Claus Thomasberger è una guida utilissima per leggere i contributi di Polanyi. Questi autori, come già la figlia di Polanyi, mettono in guardia che il «virus fascista», «endemico nella società capitalista, è sempre pronto a riattivarsi; specialmente quando – leggiamo in La grande trasformazione e constatiamo oggi l’ideologia liberista viene riproposta accanitamente come soluzione della crisi economica e del disagio sociale che ha contribuito ad aggravare» (pp. 42-43).

Questi duri giudizi contrastano con la fede dei neoconservatori che continuano a sostenere che quello attuale è l’unico e il migliore sistema che si possa immaginare. Polanyi era ben consapevole, già ai suoi tempi, della difficoltà di dialogo con simili posizioni intellettuali e teoriche e le criticò con intelligenza e profondità nei suoi lavori, dai quali oggi possiamo trarre spunto per proseguire sia nella ricerca, sia nell’azione per costruire un’alternativa concreta al modello neoliberista. I molti movimenti che un po’ ovunque in tutti i paesi, compreso l’Occidente, stanno sperimentando forme di economia alternativa possono trarre spunto dai lavori di Polanyi per dare una maggiore consistenza, anche teorica, al loro lavoro di ricerca e sperimentazione.

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