Susanna e il mondo del denaro – Recensione di Cinzia Picchioni

cop_Wim Dierckxsens, Susanna e il mondo del denaroWim Dierckxsens, Susanna e il mondo del denaro, autorinediti, Napoli 2011, pp. 112, € 10,00

Per volontà dell’autore, i proventi della vendita del libro saranno convogliati verso i progetti che l’Associazione Sulla Strada promuove a favore di bambini indigeni guatemaltechi: www.sullastradaonlus.com

Messaggio per le scuole (e non solo)

Questo sarebbe un libro da adottare per il prossimo anno scolastico (medie/superiori). La materia? Scienze sociali, economia, politica, educazione civica, mondialità, disuguaglianze sociali, differenze di genere, storia… Di questo e di molto altro si “tratta” nelle pagine del libro, con un linguaggio comprensibile a lettori/lettrici “dagli undici ai quattordici anni”, dichiara la Presentazione firmata da Carlo Sansonetti (fondatore dell’Associazione Sulla Strada), che scrive anche:

“Grazie a questo libro, riusciamo a far nostra un’analisi razionale, fortemente critica, della realtà socio-economica attuale, con il dominio assoluto del sistema del neoliberismo, e riusciamo anche a “osare” nuovi modelli di vita (che non è necessariamente “sviluppo”!)

Occhiali magici

La protagonista, Susanna, comincia a guardare il mondo e – come ogni pre-adolescente sa bene – non le piace tanto. Vede ingiustizie, differenze tra ricchi e poveri, tra donne e uomini. Si fa domande sul mondo degli adulti; e un adulto, suo nonno (attraverso lettere e e-mail, poiché è lontano) la accompagnerà nella sua “presa di coscienza”.

Il linguaggio è semplice ed efficace, i mezzi sono delle “lenti magiche” che il nonno-scrittore consiglia alla nipote di indossare, per vedere il mondo con “altri” occhi. E ci riesce. Pagina dopo pagina la ragazzina capisce che non si sbaglia nel pensare che “il mondo è alla rovescia”, e non sbaglia nemmeno nel capire che può fare qualcosa per raddrizzarlo.

Parole vere

Il linguaggio usato è efficace con chi ha l’età della protagonista, come testimoniano, a p. 8, le parole di una bambina del Costa Rica (dove vive anche Susanna):

“Una cosa che mi è piaciuta molto nel libro è che ogni piccola cosa è in relazione con l’economia. […] Susanna è una bambina filosofa, […] Mi è piaciuto il libro e mi ha insegnato moltissimo. […] Penso che […] gli adulti […] dovrebbero imparare a riflettere come i bambini, e pensare che la cosa più importante non è quanti soldi guadagniamo lavorando, ma quanto gusto abbiamo nel lavorare”.

In effetti tra le pagine del libro troviamo riflessioni di Susanna piuttosto “illuminanti”, tipo questa:

“[…] la gente adulta lavora tanto perché non ha altra scelta, mentre le imprese cercano soldi per fare sempre più soldi. […] non è il mondo degli adulti che sta al rovescio, ma il mondo delle imprese. Sono i soldi e il lavoro […] che conteranno più di tutto, mentre il loro godimento continuerà a non interessare. Per quanto tempo ancora sarà così? La vita reale di cui tanto parlano gli adulti non è fatta per star bene, ma per lavorare e lavorare! E il colmo è che questo virus ci viene iniettato sin da piccoli!”, p. 37

E noi dove eravamo?

La ragazzina si chiede come mai gli adulti abbiano costruito un mondo così assurdo, perché sembrino dipendenti dal lavoro, perché sembrino “comprare per comprare, senza usare le cose […] come se […] fosse il piacere più grande della vita”, 60. E il nonno le spiega, in modo semplice (che fa bene anche a noi “adulti”) di come le aziende debbano produrre sempre di più (e della conseguente obsolescenza programmata) e vendere a tutti i costi (e del conseguente indebitamento) e del creare bisogni inesistenti; del debito del Terzo Mondo, dell’Occidente “vampiro”, dello stato sociale e del socialismo. E Susanna, pagina dopo pagina, si rende conto che spetta a lei e a chi ha la sua età fare qualcosa. E con il nonno elabora un piano per raddrizzare il mondo.

Conosciamo già la strada

Questo dichiara Susanna nelle ultime pagine del libro, quando si rivolge a “bambini e ragazzi per mettere il mondo futuro al diritto”. Dopo aver ascoltato le parole del nonno, dopo aver riflettuto, dopo aver portato le sue idee a scuola (nel frattempo ha cominciato le superiori, scegliendo scienze sociali, storia e lingue moderne), giunge ad alcune conclusioni piene di speranza e di voglia di fare (e non dovremmo pensare che “Sono i soliti sogni di chi ancora non sa come va il mondo”):

Viva il lavoro per la vita e abbasso il lavoro per il denaro

Impariamo ad essere bambini anche quando saremo già grandi!

Uniamoci da ora, tutti i bambini e i giovani […] per lottare […] per un mondo migliore e più giusto!

Mettiamoci le lenti magiche e avanziamo! Conosciamo già la strada!, p. 111

L’ultimo capitolo, con le risposte del nonno alla domanda della protagonista: “Come possono fare i bambini a mettere al dritto il mondo futuro”, è quello più immediatamente “usabile” per fare una riflessione con i bambini/ragazzi. Il materiale si presta molto bene a giochi di ruolo, a ricerche, a discussioni a scuola, e per questo ho iniziato la recensione scrivendo che il libro andrebbe adottato nelle scuole come materiale di studio. È un libro di economia, a tutti gli effetti. Ha spiegato anche a me – 56enne – concetti un po’ fumosi che si sono chiariti, confermandomi di essere anch’io sulla strada giusta, insieme con i bambini e i ragazzi che ancora credono di poter fare qualcosa.

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