Un rapporto ONU: il 2014 ha visto il maggior numero di palestinesi uccisi dall’esercito israeliano dal 1967

Amira Hass

Un rapporto ONU: le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso 2.312 palestinesi, la maggiore parte dei quali l’estate [scorsa] nella guerra di Gaza. Circa due terzi erano civili.

Il numero di civili palestinesi uccisi dall’esercito israeliano in Cisgiordania e a Gaza ha raggiunto l’anno scorso la cifra di 1500 – il numero più alto da quando è cominciata l’occupazione nel 1967. Riguardo alla maggior parte delle altre misure [legate all’occupazione], anche la qualità della vita dei palestinesi sotto occupazione ha raggiunto il livello più basso, come viene descritto nel rapporto annuale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari [OCHA, UN Office for the Coordination of Humanitarian Affairs].

Il rapporto, pubblicato giovedì [26 marzo], è intitolato “Vite frammentate”. Traduce in cifre la percezione di un grave declino della sicurezza personale e collettiva dei palestinesi.

Il rapporto segnala un maggior numero di vittime, un maggiore uso di munizioni letali per stroncare le manifestazioni in Cisgiordania, un incremento delle persone espulse dalle loro abitazioni – sia a Gaza che in Cisgiordania–, un aumento del numero di detenuti palestinesi nelle prigioni israeliane e un maggiore numero di incidenti nei quali coloni hanno ferito palestinesi. Il confronto riguarda i due anni precedenti.
C’è stato anche un incremento del numero di incidenti nei quali palestinesi hanno ferito coloni. Riguardo alle altre misure, quali la libertà di movimento e l’accesso alla terra, non si è registrato un particolare peggioramento, ma la violazione di questi diritti è ancora evidente.

James Rawley, coordinatore degli affari umanitari per i territori occupati, ha notato che in assenza di queste violazioni israeliane non ci sarebbe bisogno dell’aiuto umanitario fornito dalla comunità internazionale.
In sintesi, le forze di sicurezza israeliane hanno ucciso l’anno scorso 2.312 palestinesi – 2.256 gazawi e 56 residenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Altri due palestinesi sono stati ammazzati da altri israeliani, portando il numero dei palestinesi uccisi a 2.314.

Nella guerra israeliana contro Hamas e i suoi alleati a Gaza l’estate scorsa, 2.220 gazawi sono stati uccisi. Secondo un’indagine dell’ONU, 1.492 erano civili, dei quali 551 minori e 299 donne
Il rapporto non menziona quanti di quelli uccisi in Cisgiordania e a Gerusalemme Est fossero civili disarmati e quanti sono stati ammazzati nel dubbio che stessero per mettere in pericolo la vita degli israeliani [cioè in base alle regole d’ingaggio dell’esercito israeliano. N.d.tr.]o durante attacchi contro israeliani.

Secondo il rapporto, sono stati uccisi 85 israeliani: 66 soldati durante la guerra di Gaza, quando anche quattro civili, compreso un minore , sono stati ammazzati in Israele. In Cisgordania e a Gerusalemme 15 israeliani sono stati uccisi da palestinesi, ma non è specificato quanti fossero civili e quanti appartenessero alle forze di sicurezza.

L’anno scorso 17.125 palestinesi sono rimasti feriti – più di 11mila sotto il fuoco dell’IDF a Gaza. (Il totale dei palestinesi feriti non include le vittime da shock e da traumi psicologici.)
In Cisgiordania e a Gerusalemme Est le forze di sicurezza israeliane hanno ferito 6.028 palestinesi, 1.112 ( il 18 %) dei quali feriti da armi da fuoco – un considerevole incremento dell’uso di queste armi rispetto agli anni precedenti, nota il rapporto.

Nel 2013, solo il 3% dei palestinesi feriti in Cisgiordania erano stati colpiti da armi da fuoco; nel 2012 erano stati il 2%. Allo stesso tempo, nel 2014 i palestinesi colpiti da pallottole rivestite di gomma in Cisgiordania sono stati il 43%.

L’anno scorso il maggior numero di feriti – benchè non da proiettili letali – è stato a Gerusalemme: 2.850. L’area di Hebron si trova al secondo posto con 1.150 [feriti].

Case danneggiate

L’anno scorso, sono stati documentati 105 incidenti causati da israeliani che hanno aggredito palestinesi e danneggiato le loro proprietà rispetto ai 92 del 2013 e ai 98 del 2012. Vi è stato anche un forte incremento di aggressioni da parte di palestinesi contro israeliani – 87, in confronto ai 39 del 2013 e ai 35 del 2012.

L’anno scorso 5.258 palestinesi sono stati imprigionati in Israele in base a sospetti di, o a condanne per, reati contro la sicurezza, in confronto ai 4.227 del 2013 e ai 4.451 del 2012. Sempre nel 2014 la media mensile di palestinesi colpiti da detenzione amministrativa senza processo o a cui è stato negato il diritto alla difesa sono aumentati da 132 nel 2013 e 245 nel 2012 a 327 nel 2014. La media mensile di minori palestinesi detenuti dall’esercito è scesa da 197 a 185.

In conseguenza della guerra di Gaza, il numero dei palestinesi sfollati dalle loro case è bruscamente aumentato. In totale 9.465 case sono state completamente distrutte durante la guerra ( rispetto alle 3.425 nella guerra dell’inverno 2008-2009).

Altre 9.644 case sono state gravemente danneggiate e 98.421lo sono state lievemente. Alla fine di dicembre, 100mila palestinesi di Gaza stavano ancora abitando fuori dalle loro case in appartamenti in affitto, nei ricoveri delle Nazioni Unite, in tenda o in roulotte. A causa della carenza di case, che la guerra ha aggravato, Gaza ha bisogno della costruzione di circa 100mila unità abitative.

C’è stato anche un incremento del numero di case di palestinesi demolite dell’area C (il territorio della Cisgiordania sotto il pieno controllo di Israele): 1.215, rispetto alle 1.103 del 2013 e alle 879 del 2012. A Gerusalemme Est 98 palestinesi hanno perduto le loro case nel 2014 a causa delle demolizioni ordinate dalla municipalità di Gerusalemme, grosso modo un numero uguale a quello del 2013.

Nell’area C vi è stato un aumento del 31% nelle demolizioni di strutture palestinesi donate dai Paesi europei. L’IDF e l’ Amministrazione Civile [in realtà militare, che gestisce i territori occupati nell’area C. N.d.tr.] hanno demolito 118 strutture del genere nel 2014, mentre le demolizioni sono state 90 nel 2013 e 79 nel 2012 .

D’altra parte, c’è stata una diminuzione dei sequestri di aiuti di tipo umanitario donati dalle organizzazioni internazionali – 25 confiscati dall’esercito israeliano e dall’ Amministrazione Civile nel 2014 in confronto a 67 nel 2013. Gli oggetti sequestrati erano cisterne d’acqua, articoli inerenti all’igiene e forniture sanitarie.

Il rapporto, che intima a Israele di cambiare la sua politica e le sue azioni, è ancor più rivolto ad altri paesi, la maggior parte dei quali finanzia le attività delle organizzazioni delle Nazioni Unite: “Gli Stati terzi condividono la responsabilità di garantire il rispetto del diritto umanitario internazionale nei territori occupati palestinesi e di favorire l’osservanza degli obblighi previsti dai diritti umani” afferma il rapporto.
In quello che può essere visto come un appello per un maggiore impegno diplomatico nei confronti di Israele, il rapporto aggiunge che questi Stati terzi “ dovrebbero intraprendere tutte le azioni necessarie derivanti da questa responsabilità”.Un rapporto ONU

Amira Hass twitta a @hass_haaretz

(Traduzione di Carlo Tagliacozzo)

27 marzo 2015 Haaretz


 

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