Che palchetto scelgo? Che mobile compro? Che legno metto per perlinare?
Ammesso e non concesso di dover comprare un mobile nuovo… (sei sicuro di aver chiesto in giro se qualcuno ha quello che ti serve, magari abbandonato in una cantina a marcire? Hai provato a prendere in considerazione di modificare qualcosa che hai tu stesso? Sei andato a vedere nei vari mercatini “tuttousato” che a volte nascondono dei veri gioielli nei polverosi magazzini, e non vedono l’ora di sbarazzarsi dei mobili – e oltretutto se il “pezzo” resta invenduto a lungo il suo prezzo si abbassa periodicamente, lo sapevi?).
Va be’, ammettiamo che tu abbia fatto tutto questo e ti sia convinto di dover comprare proprio un mobile nuovo. Che fai perché la tua scelta sia “sostenibile”?
Almeno essere certo che il legname con cui è costruito l’amato tavolino non provenga da foreste tagliate illegalmente, o da alberi protetti. Il taglio illegale è una pratica criminale che si nutre di corruzione, violenza e riciclaggio di denaro. Il disboscamento illegale può anche voler dire estrarre più legname di quello concesso, o taglio di specie tutelate o ancora distruzione di aree protette. In Amazzonia il taglio illegale va dal 50 al 90% dei casi (un giro d’affari stimato – nel 2013 – in 150 miliardi di dollari l’anno).
Dove vado a comprare?
Traggo dalla rivista “Altroconsumo” (ottobre 2013) il dato che solo Ikea ha collaborato con la loro inchiesta. Solo Ikea ha risposto al questionario. La redazione di “Altroconsumo” si è informata allora su documenti interni, report, sito ecc., e ha stilato una specie di “classifica” da cui sono risultate impegnate solo Ikea e Scavolini; hanno in atto poche iniziative Berloni, Casa e LeroyMerlin; non sono per nulla impegnate in alcuna iniziativa Chateaud’Ax e Grancasa.
Dovunque andiamo guardiamo perciò che il mobile scelto riporti uno dei due marchi:
pefc riconosce le varie certificazioni che esistono nel mondo, verificandone la conformità agli standard europei (garantisce che le foreste sono gestite in modo sostenibile, dal punto di vista ambientale e sociale
fsc (Forest Stewardship Council) è un’organizzazione che ha definito dei criteri internazionali per la buona gestione delle foreste.
Preferiamo legni europei (faggio, pioppo, frassino, betulla, quercia, pino Douglas), rifiutando quelli tropicali (mogano, teak, wengè).
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!