Il “Nuovo Ordine Mondiale”

Johan Galtung

Kuala Lumpur – …è il titolo della nostra conferenza. Non ci sarà mai qualcosa del genere. “Nuovo”, sì; “Mondiale”, sì; “Ordine”, no. Dovunque ci sia vita, c’è contraddizione, dialettica, forze e contro-forze. A livello quanto mai ovvio, si pone la domanda: Ordine, nell’interesse di chi, contro chi? Seminate qualunque nuovo ordine e già mettono radice i semi per disfarlo, ne spuntano i germogli. Come dicono i cinesi: “Ci sono esseri umani senza contraddizioni; li chiamano cadaveri”. Seguendo quello spunto, andate sulla Luna. Lune nuove una volta al mese, e ordine, l’ordine della morte, della non-vita. Il Vecchio Ordine Lunare.

Quale parte di questa Perdana Global Peace Foundation Conference, così ben messa assieme dal dr. Hitam, il presidente [della Malaysia, ospitante], Tun dr. Mahathir, ha scoperto una copia gigante del mio libro appena pubblicato, Abolishing War: Criminalizing War, Removing War Causes, Removing War as an Institution (TPU e IIUM Press, 2015) insieme a un libro minore, Clash of Civilizations[i]

E stamane è stato scoperto Globalizing War di Michel Chossudovsky; davvero una combinazione, la globalizzazione criminale USA in tutti gli angoli del mondo per preservare l’ egemonia col pretesto della guerra al terrorismo, all’IS. Davvero una combinazione, la cruda realtà di ciò che accade, la globalizzazione, e la meno nota realtà dell’Abolizione – gente che lentamente si tesse insieme, raggiungendo interpretazioni ragionevoli degli altri.

Ci sono 26 paesi senza eserciti elencati nel mio libro Abolishing War, con l’importante scoperta che nessuno di essi è stato attaccato — molti altri hanno costosi armamenti pesanti a scopo di prestigio per soddisfare il complesso militare-industriale. E’ tempo di disarmo e transarmo per una difesa puramente difensiva – con una difesa civile non-militare – e operazioni di peacekeeping, forze di polizia e addestramento nonviolento, al 50% femminile, numerosi, folti tappeti blu anziché caschi blu, paracadutati giù, sparpagliati fra contendenti in guerra, come è diventato per l’IS e i suoi bersagli.

Fra gli stati, USA e Israele, sempre disposti alla guerra, sono eccezioni.

Tun Mahathir ha ridimensionato il “Nuovo Ordine Mondiale” a un’altra mossa occidentale per dominare il mondo, commissioni hanno esplorato ciò che accade nel mondo, si sono raggiunti vari punti fermi a proposito di globalizzazione e abolizione. Mi avete offerto gentilmente un’ occasione non solo per presentare qualcuno dei 30 percorsi d’abolizione descritti nel libro ma per discuterne i commenti.

[1]  L’analisi critica di ciò che accade è indispensabile, ma non basta. Pochissime persone e gruppi sociali/stati diventano buoni dicendogli che sono cattivi. Magari non vedono alcuna alternativa, hanno obiettivi saldamente ancorati in mente, considerano la violenza come la sola via d’uscita? S’intrattengano dialoghi profondi con tutte le parti in causa, identificando gli obiettivi legittimi in ciascuna di loro, essendo costruttivi con visioni di una nuova realtà e creando ponti tra i vari obiettivi. Conoscono a memoria le realtà attuali: ci vuole qualcosa di nuovo, per esempio per Israele-Palestina e USA-Afghanistan; che sia promosso anche da altri.

[2] La famosa dichiarazione dell’UNESCO a proposito di guerre e menti degli uomini: verità solo parziale [“Dato che le guerre iniziano nella mente degli uomini, è lì che devono essere costruite le difese della pace”]. Per gli uomini, sì; poche donne con il dono divino di generare la vita. Gran parte di ciò è prodotta dal sistema, come discuto nel libro, essendo il sistema statuale catastrofico. Ho conosciuto un bel numero di supremi statisti nell’ambito della mia attività di mediatore: alcuni sono delinquenti; la gran parte è alle prese con problemi che avrebbero ucciso quasi tutti i presenti qui e non vedono più in là di tanto. Sì, si renda cristallino che la guerra offensiva, il terrorismo di stato e non, sono crimini – le nostre attuali leggi sono chiare solo contro il terrorismo – e si elabori un piano B migliore del loro piano A, che comprenda idee per un mutamento di sistema. In tal modo un’organizzazione Macro Regioni Unite, senza veto, potrebbe tornare utile quando le Nazioni Unite si inceppano.

[3] Noam Chomsky – critico brillante ma a corto di proposte – milita a favore del dialogo inter-fedi. Tuttavia, quando se ne conosca la base profonda – come degli evangelici USA – si può esserne ancor più spaventati. Avendo presieduto il dialogo al 9° centenario delle Crociate, domando sempre: “Che c’è di buono sull’altro versante?” I cristiani non ci trovano nulla nell’ Islam per ignoranza e l’Islam non è bravo nella comunicazione.

[4] L’egemonia USA ha coinciso con la crescente assenza di guerra; potrebbe anche essere suo malgrado. Gli USA sono intervenuti militarmente più di 240 volte dai tempi di Jefferson, il 1805; hanno cercato di liberarsi di capi di altri paesi più di 50 volte, anche uccidendo. Sono un paese estremista dedito allo spionaggio massiccio della NSA. Sì, si criminalizzino gli artefici di tutto ciò e si pubblichino i nomi degli uccisori e delle vittime.

[5] La “pace” non è pacifica: 125.000 esseri umani muoiono ogni giorno per mancanza di denaro per cibo e sanità; gli USA intervengono in paesi che già fanno qualcosa in merito, non in quelli che non fanno nulla.

[6] Questa conferenza ha luogo in Malaysia, un paese con quattro gruppi etnici: malesi musulmani, cinesi, indiani tamil e gli indigeni naturisti, gli Orang Asli, con la miglior tradizione di pace con gli altri e con la natura. Come negli USA lo sono gli hawaiani con il loro ho’o pono pono, ben più avanti della struttura giuridica occidentale. L’elaborazione del trauma è una parte principale – Washington potrebbe imparare, facendo attenzione a Teheran non solo all’U235 e oltre ma anche al 1953, l’anno in cui CIA & MI6 rovesciarono il primo ministro Mossadegh democraticamente eletto. Un messaggio congiunto CNN-BBC dei capi delle due agenzie, e Obama-Cameron con pubbliche scuse e richieste di perdono potrebbero ben risolvere qualunque contenzioso nucleare.

[7] C’è poco da imparare dall’Occidente ma molto da imparare dal Resto – l’attenzione occidentale è concentrata sulla criminalizzazione salvo che per i più grossi, il non-Occidente più sul costruire la pace. Questo libro cerca di trattare tutti e due gli aspetti, l’approccio legale nelle Parti 1 e 2 del testo, l’approccio pacificatore nelle Parti 3 e 4. Come già detto, 30 approcci complessivamente.

[8] Quest’incontro ha luogo in Malaysia, che sta trattando molto malamente gli importanti conflitti riguardo ai voli MH370 e MH17. Aggiungendo il peggio al male, firmando l’accordo TPP che è per l’economia quel che la NATO è per il militare, cioè la sottomissione agli interessi USA, potremmo chiedere un “Nuovo Ordine Malaysiano”. Quest’incontro può risultare un bel passo in tale direzione, particolarmente data la presenza di tanti giovani.

NOTA:

[i]. È stato anche consegnato un terzo libro, The Art of Peace: Global Peace Studies 101 Theory and Practice, in bozza non ancora per la stampa, con molti ringraziamenti per il relativo anno sabbatico di ricerca.


9 marzo 2015

Titolo originale: The “New World Order”

Traduzione di Miki Lanza per il Centro Studi Sereno Regis


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