Da diversi anni Juan Gutierrez tenta di riscoprire fili di pace nelle situazioni di conflitto attraverso le memorie. Scavando nella memoria alla ricerca di racconti in cui, l’“Altro”, il “Nemico” ha compiuto un’azione Umana, profondamente umana, dimostrando, anche attraverso un semplice e piccolo gesto, solidarietà in mezzo alla più profonda violenza.

La ricerca dei fili di pace inizia con un lavoro sviluppato per la prima volta da Svetlana Broz all’indomani della guerra in Bosnia Erzegovina, la donna, nipote di Tito Broz e convinta dell’esistenza di un’anima jugoslava o balcanica si era sempre opposta alla costruzione dell’immagine del nemico e alla retorica violenta che aveva alimentato e giustificato le violenze perpetrate duran
te la guerra. Attraverso interviste in profondità e la costruzione di fiducia con gli intervistati Svetlana ha riscoperto i “buoni in tempi malvagi” traendone un libro denso di racconti e con un forte impatto sulla costruzione di una memoria condivisa anche nei momenti più violenti della storia bosniaca.

A partire dalla Bosnia Erzegovina il progetto, così naturale e universale, ha iniziato a ampliarsi in altri contesti, tra altri popoli, su periodi storici e sofferenze diverse, dalla Germania alla Spagna, dall’Italia al Portogallo.

Il Centro Studi Sereno Regis diventerà un nodo di questa rete di ricerca e costruzione di memoria di pace e l’ incontro con Juan Gutierrez, che da alcuni anni sta implementando il processo, è il primo di un percorso progettuale che si articola sulle seguenti fasi:

  1. Cercare le narrazioni.

  2. Preparare l’intervista. Non può esserci una grande separazione tra i narratori e gli intervistatori ma serve costruire empatia.

  3. Presentare nel gruppo la storia raccontata dal narratore originale.

  4. Scelta dei racconti più interessanti da parte del gruppo.

  5. Offrire a quelli che hanno portato la narrazione un aspetto nuovo che non contraddice ma che arricchisce la narrazione

  6. Costituire un archivio all’interno del quale le memorie siano fruibili e vivibili

  7. Presentazione pubblica in un ambito protetto per il testimone

  8. Presentazione di fronte a un pubblico potenzialmente confliggente e aggressivo.

Il progetto Fili di Pace è, però, in primo luogo un progetto EDUCATIVO, sono i bambini, gli studenti a realizzare in prima persona le interviste e a strutturare un legame intergenerazionale e sono le nuove generazioni a farsi depositarie di una nuova memoria unificante, per questo ci prefiggiamo di costituire un gruppo di lavoro di giovani, educatori, insegnanti che vogliano coinvolgere i propri studenti, ragazzi e ragazze in un grande progetto di raccolta di FILI DI PACE.

VI ASPETTIAMO AI PROSSIMI INCONTRI:

VENERDI 16 GENNAIO, ORE 18.30-20.30 Costruiamo il gruppo di lavoro: cosa ci aspettiamo e cosa vogliamo realizzare con il progetto Fili di Pace?

VENERDI 6 FEBBRAIO, ORE 18.30-20.30 Quale storia: scegliere un periodo storico significativo e studiare il modello di “Buoni in tempi malvagi”

VENERDI 20 FEBBRAIO, ORE 18.30-20.30 Come cercare i narratori: la costruzione del rapporto di fiducia