Presentazione del libro “Gesù e le persone omosessuali” di Paolo Rigliano

martedì 17 giugno – ore 20.30
sala Gandhi – Centro Studi Sereno Regis – via Garibaldi, 13 – Torino

con l’autore dialoga don Gian Luca Carrega (referente per la pastorale della cultura, incaricato della pastorale con le persone omosessuali della Diocesi di Torino)

modera Anna Ceravolo (AGEDO Torino)

Rigliano_copertinaLa domanda di Papa Francesco: “Chi sono io per giudicare un gay?” ha aperto uno spiraglio nella riflessione all’interno della Chiesa e nel dialogo con il mondo.

È caduto un tabù pesante: il silenzio e l’omertà su un tema invece che, come le pagine di questo libro dicono, non è mai stato estraneo al Vangelo. Tutto dipende da cosa vogliamo dire quando pronunciamo la parola “amore”.

L’esistenza gay e lesbica non può non interrogare la sostanza del Vangelo riguardo al farsi prossimo nei confronti degli altri.

Se l’amore è legge suprema dell’essere, se la relazione come benedizione e il dono di se stessi a chi è diverso da sé si concretizza innanzitutto nei confronti di chi è vittima di ostracismo sociale, allora i credenti sono chiamati in causa dal rischio di essere attori o complici di oppressione, concorrendo a determinare la violenza peculiare contro questa forma di amore.

Il Vangelo di Gesù, infatti, scopre, assume, celebra il senso di ogni persona diversa, anche laddove il potere dominante – clericale o statale o sociale che sia – vede e impone abominio, perdizione, scandalo.

Perché, altrimenti, cosa vuol dire annuncio di salvezza?

Perché, altrimenti, qual è se non questa la scandalosa buona novella?

Essa annuncia e opera la rottura di ogni ordine sociale basato sull’esclusione, di ogni opinione pubblica coercitiva e di ogni senso comune che nega dignità integrale a qualunque essere umano. Gesù ha mostrato come e perché essere sempre avanti a tutti per annunciare la liberazione da abitudini, visioni, tradizioni, strutture sociali e mentali che generano espulsione: anche quelle garantite dalle norme religiose o sociali, anche quelle più consolidate e interiorizzate, come l’omonegatività.

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