Come «improntiamo» la nostra vita?
E le virgolette ci sono per ricordare che il verbo «improntare» in questo caso è utilizzato per dire quale sia l’«impronta» della nostra vita (quella di tutti/e noi) sul pianeta e sulle esistenze di tutti gli altri e di tutte le altre (animali compresi) che ci vivono sopra (e dentro).
Vorrei trasmettere il concetto che dovremmo sempre chiederci «qual è l’impronta ecologica della mia scelta?», qualunque cosa facciamo. Qualche settimana fa Francuccio Gesualdi scriveva (e spero che abbiate letto l’intero articolo, altrimenti eccolo qui: https://serenoregis.org/2014/02/07/il-cambiamento-radicale-della-societa-francuccio-gesualdi/):
«Noi continuiamo a fare discussioni infinite su cosa potremmo fare per salvare il pianeta. Intanto tutte le mattine infiliamo la chiave nel cruscotto e partiamo a razzo con la nostra automobile, dopo aver bevuto un caffè che emana un forte odore di sfruttamento. Noi prendiamo tempo, ma il pianeta ci manda a dire che il nostro tempo è scaduto. Ci manda a dire che se vogliamo evitare il tracollo ambientale e sociale dobbiamo fare in fretta. Ecco perché dobbiamo cominciare da subito a consumare meno, a produrre meno rifiuti, a produrre energia rinnovabile, a consumare locale e in maniera equa e solidale. Lo dobbiamo fare come singoli, come famiglie, come imprese, come enti locali. […] Se pensiamo prima di agire e se agiamo confrontandoci con i nostri valori, possiamo mettere il sistema in ginocchio. Ecco perché la politica si fa in ogni momento della vita: al supermercato, in banca, sul posto di lavoro, all’edicola, in cucina, nel tempo libero. Scegliendo cosa leggere, quale lavoro svolgere, cosa e quanto consumare, da chi comprare, come viaggiare, a chi affidare i nostri risparmi […] (F. Gesualdi, Il cambiamento radicale della società, «Sereno Regis News», 7 febbraio 2014).
Esiste un mezzo per scegliere: al supermercato, in banca, in cucina, da chi comprare, come viaggiare, cosa leggere; si chiama «impronta ecologica» e ci informa di quale impatto avrà la nostra scelta. C’è l’impronta ecologica (quanta CO2 ho prodotto, quanto suolo ho consumato, quanti rifiuti lascio eccetera?), c’è l’impronta idrica (quanta acqua si consuma per produrre un chilo di carne?), c’è l’impronta «di schiavitù» (quanti schiavi lavorano per produrre la tua maglietta di cotone?). Ogni azione lascia un’impronta (si chiama anche «zaino ecologico»), quindi ogni volta in cui decidiamo di fare qualcosa dobbiamo essere consapevoli che avrà degli effetti, a lungo, medio, lunghissimo, breve termine. Della serie: se compro una mela e me la faccio mettere in un sacchetto di plastica, l’impronta di quell’azione sarà più alta e più a lungo termine che se compro una mela e la metto nella borsa di stoffa che ho portato da casa (per parlare solo del confezionamento); se per fare lo stesso viaggio uso il treno avrò prodotto un’impronta più «bassa» che se uso l’aereo. Eccetera.
La semplicità volontaria (di cui queste «Pillole» cercano di essere la «messa in pratica»), ci offre la possibilità di abbassare sempre di più la nostra impronta. Ma come si fa a sapere qual è l’impronta ecologica della nostra vita? Esistono parametri e modelli per calcolarla, ci sono persone che hanno studiato e studiano i modi per tradurre in «impronta» i nostri comportamenti, i nostri oggetti, le nostre scelte alimentari e… tutto!
Per chi volesse, ci sarà una serata in cui calcoleremo insieme la nostra impronta.
L’occasione è la presentazione del mio ultimo libro – Consigli contro gli acquisti, L’Età dell’Acquario, Torino. Mercoledì 12 marzo, alle 20.45, presso la carto-libreria Nel castello di carta, in via Gioberti 61/d, a Torino, dalle parti di Porta Nuova. In quella serata calcoleremo, con un modello semplice tratto dal libro, l’impronta ecologica della nostra vita quotidiana. Così, se scopriremo che è alta, troppo alta perché il pianeta possa sopportarla, sapremo di doverla/volerla ridurre e, con le indicazioni della semplicità volontaria, sapremo anche come fare. Vi aspetto. Se volete altre informazioni: 011.5681340 oppure [email protected].
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