Gabriella e Luca sono con noi nel progetto di “Cinema e arte per la pace” – Nanni Salio

I tre giorni di intensa partecipazione emotiva per l’inaugurazione della sala multimediale Gabriella Poli e di quella dedicata a Luca Magosso nell’ambito del progetto “Cinema e arte per la pace” sono un segno positivo del profondo bisogno di una cultura della nonviolenza non generica ma specifica, capace di produrre trasformazioni positive nella nostra società, dal livello relazionale interpersonale a quello istituzionale.

Con l’aiuto di molte persone che hanno sinora collaborato alla raccolta fondi, tuttora in corso per coprire i costi di acquisto e ristrutturazione, e con il lavoro svolto in particolare da Umberto Forno e Enzo Gargano per quanto riguarda la conduzione dei lavori e Dario Cambiano e Marco Scarnera per la programmazione, siamo riusciti ad avviare il progetto IRENEA, col quale intendiamo potenziare la nostra capacità di costruire e diffondere la cultura della nonviolenza rivolgendoci a settori via via più vasti della cittadinanza.

Questo compito, di cui avvertiamo tutti quanti l’urgenza, richiederà di accrescere la nostra abilità di ascoltare e comunicare per coinvolgere e far partecipare attivamente le persone che man mano incontreremo, per conoscerne i bisogni, le aspettative e i sogni e aiutare a realizzarli insieme. E’ un lavoro lento che richiede impegno, determinazione, pazienza e continuità per superare diffidenza, indifferenza, superficialità.

Pensiamo che cinema e arte siano strumenti che possono permetterci di agire sui livelli emozionali per attivare capacità creative, costruttive e concrete mediante le quali affrontare e trasformare i conflitti, dal micro al macro, senza cadere nella spirale e nella trappola della violenza.

La costruzione di personalità e società nonviolente è un compito che riguarda tutti quanti, reso ancora più impellente dalla grande crisi sistemica nella quale siamo invischiati su scala mondiale, frutto di una cattiva cultura politica, economica, militare.

La nonviolenza estesa a tutti gli esseri viventi è il messaggio che Gandhi, Capitini, Mandela Martin Luther King e i grandi profeti dell’antichità, da Buddha a Cristo, ci hanno tramandato e che può permetterci di compiere il prossimo salto evolutivo per far uscire guerra, violenza, fame e miseria dalla storia.

Un impegno che spetta a ciascuno e ciascuna di noi.

2 commenti
  1. GianCarla
    GianCarla dice:

    D'accordo sull'impegno e la partecipazione di cui le mie osservazioni a latere avevano lo scopo di suggerire un modo di ottimizzare l'impegno appunto . In sintesi e costruttivamente suggerivo di individuare di volta in volta obiettivi e azioni che concretamente aiutano a percorrere la strada verso la pace che comunque non può che cominciare da me -da noi .E per fare questo porre l' attenzione a non dispedere le energie per un malinteso senso del dovere del doverci essere e stare e autoreferenzialità . Qui di seguito riporto nuovamente le sopracitate osservazioni .
    flessioni a latere dopo la recente inaugurazione del Cinema Irenea e l'incontro dei campisti del Mir . Non entro nel merito dell'inaugurazione che come tutti gli eventi preparati con cura e amore ha avuto il conseguente successo ma vorrei fare qualche critica costruttiva come ci insegna la pratica della non-violenza sulla possibilità di migliorare e incrementare le presenze soprattutto giovanili e la partecipazione attiva degli iscritti sia al Mir che al Sereno Regis. La prima riflessione è conseguente all'intervento di Don Ciotti che durante la prima giornata d'inaugurazioneche metteva l'accento sul fare del Centro e del Cinema Irenea un organismo di movimento, e a un recente discorso del Dalai Lama tenuto in Basilicata per il quale la Pace non è nè un desiderio nè una preghiera ma necessita di azione . Sono appunto azioni, gesti e comportamenti che vanno individuati per rendere possibile la trasformazione sociale e spirituale. Gli interventi testimoniali e autoreferenziali se pur lodevoli per la dedizione di singole persone lasciano il tempo che trovano come da tempo sappiamo . A questo aggiungo una nota che chi mi conosce sa che amo sempre sottolineare la cura del corpo e l'ottimizzazione delle nostre energie . Con nostre comprendo tutte le persone di buona volontà che da sempre hanno cercato di operare per migliorare lo stato delle cose esistenti. Noi per l'appunto nel corso della non breve vita oltre a partecipare a innumerevoli manifestazioni abbiamo anche ascoltato conferenze per approfondire le nostra conoscenze, affossandoci nelle sedie e resistendo nonostante la stanchezza con l'illusione che la nostra diligenza potesse essere utile alla 'causa' . In realtà proprio l' intervento di una campista che lamentava la poca attenzione data al corpo durante i campi e non solo, mi veniva in mente come nei vari gruppi di formazione spirituale o meno a cui ho partecipato, si pone l'attenzione e la cura al fatto che i partecipanti non esauriscano le loro energie stando ore seduti per ascoltare o intervenire nel merito di qualche questione per quanto importante. Ogni ora in detti gruppi appunto si interrompe e ci si alza in piedi cercando con vari movimenti di sgranchirsi e di dare ossigeno alle membra intorpidite . Nel caso dei giovani perchè trattengono l'energia in abbondanza e delle persone attempate la circolazione rallentata del sangue . Perciò riassumendo una non -violenza attiva, e una cura del sè intendendo in questo caso dello psicosoma .
    E chiudo ricordando una scritta sui muri di architettura nei formidabili anni '70 che alla famosa frase di W. Allen : "Dio è morto Marx è morto e io non sto tanto bene "una mano anonima aggiungeva ' Eh curate cumpa'. Proprio noi che ci siamo affidati per scelta e per ventura il compito se pur nello nostro piccolo di trasformare la realtà delle cose presenti dovremmo prenderci cura' e risparmiare le energie per poterle usare quando e laddove sia necessario invece di piangerci addosso e piangere sui mali del mondo.

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