Dio scommette su di noi. Pregare con don Tonino Bello – Recensione di Cinzia Picchioni

capovilla_dio_scommette_paoline_226b119Nandino Capovilla e Sorelle Povere di Santa Chiara di Otranto, di Lecce e di Scutari (a cura di), Dio scomette su di noi. Pregare con don Tonino Bello, Paoline, Milano 2013, pp. 280, € 13,50

Ha le dimensioni di un breviario, piccolo e comodo da portare con sé. E in effetti contiene preghiere per molte situazioni, compresi i momenti «classici» – circa 50 pagine fra Avvento, Quaresima, Natale, Pasqua, Pentecoste.

Poi però nel libro che presentiamo questa settimana trovano posto preghiere «altre», quelle in cui non si chiede per ottenere qualcosa, e in effetti quelle contenute in questo «breviario» sono le parole di don Tonino Bello e «provengono dalla vasta produzione di libri, lettere e discorsi di questo sacerdote e vescovo che è stato […] presidente di Pax Christi.» (p. 5). In verità una richiesta c’è fra le righe di queste preghiere e riflessioni, ed è quella della pace. Come scrive nella Presentazione (che si intitola Il tesoro della pace) Giovanni Giudici (attuale presidente di Pax Christi Italia), una delle ragioni per riprendere gli scritti di don Tonino «è la necessità di dare più spazio e più ragioni alla preghiera per la pace. Essa non è sempre presente nella spiritualità dei cristiani. Forse la realtà della pace evoca […] situazioni al di fuori dell’esperienza personale […] Ma la pace […] è da chiedere con insistenza perché trovi posto fra noi, e sulla terra vi sia chi collabora per conseguire la verità, la riconciliazione e la giustizia» (p. 7).

Così, a seconda che vi troviate in una situazione o in un’altra, potrete trovare la preghiera adatta a voi. Ce n’è per tutti: «Dalla parte degli ultimi», «Custodi della terra», «Con la forza della nonviolenza», «In una Chiesa estroversa», «In famiglia». Alcune sono brevi e fulminanti, altre più riflessive, altre ancora decisamente evocative, quasi delle meditazioni.

Dentro al capitolo «Senza fare la guerra» troviamo poi il punto di vista di don Tonino Bello sul «non uccidere», sulle «strategie di pace», sulle «scelte di campo», e se leggiamo la sua biografia, nelle ultime pagine, capiamo subito da che parte stesse (ricordiamo, fra le tante iniziative del prete contempl-attivo, la fondazione, nel 1990 della rivista mensile «Mosaico di pace»;nel 1992 la marcia della pace dei Cinquecento a Sarajevo – cui partecipò nonostante il male che lo avrebbe portato alla morte l’anno successivo – e la marcia della pace a Molfetta, a fine anno).

Le preghiere poi non sono rivolte solo a Dio, ma anche, e soprattutto in certi casi, a noi, noi che leggiamo, noi che marciamo, a chi sceglie di fare il prete, come in questo caso:

 

«Coraggio, miei cari fratelli profeti!

Diciamo che ogni guerra è iniqua.

Promuoviamo una cultura di pace che attraversi tutta la nostra prassi pastorale.

Denunciamo a chiare lettere l’ingiustizia della corsa alle armi» (p. 81).

 

Altre poi non sono preghiere, ma piuttosto esortazioni, come la bellissima «Non temere», quattro pagine di paure, elencate con dovizia, fra le quali troveremo senz’altro la nostra (o le nostre!): «Paura dello zingaro […] del vicino di casa […] di non farcela […] di non essere accettati […] che, tanto, il mondo non possiamo cambiarlo […] di uscire di casa […]» (pp. 153-6). Ma, alla fine, nonostante tutto: «Alzatevi, levate il capo!» (Lc, 21,8).

Dunque alziamoci, andiamo alla Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis, chiediamo il libro (e poi magari decidiamo che vogliamo tenerlo perciò lo compriamo, perché, come ho scritto, c’è una preghiera, un pensiero, una riflessione di don Tonino Bello per ogni momento dell’anno e per molte delle situazioni in cui ci troviamo quotidianamente); possiamo anche sfogliare la rivista da lui fondata e/o ascoltare il bellissimo cd «Un’ala di riserva», riguardante la marcia della pace a Sarajevo (di cui abbiamo già pubblicato una recensione, che si trova nell’archivio on-line della «newsletter», basta cercare il titolo).

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